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giovedì 24 dicembre 2015

BUONE FESTE DAGLI EDUCATORI UNITI CONTRO I TAGLI

Buone Feste caro vecchio welfare. Nessuno più di te ha bisogno di un augurio sincero. Anche durante l’anno che va finendo non è che ti abbiano trattato tanto bene. Questa mania di tagliuzzarti un po’ dappertutto proprio non la perdono lassù in alto, nelle stanze dove si decide. Ma noi educatori siamo gente per bene, e allora buone feste anche a quelli che decidono. Sperando che si ricordino di tanto in tanto che di protezione e difese abbiamo bisogno tutti e che basta un nonnulla, una semplice capriola del destino, per passare dalla parte di chi ha bisogno.
Nel frattempo, la nostra città è crollata all’ultimo posto nelle graduatorie nazionali sulla sicurezza e allora auguri anche ai responsabili della sicurezza a Bologna, sperando che tra un decreto di sgombero e l’altro, trovino anche il tempo di occuparsi della nostra tranquillità.
Ma buone feste soprattutto a tutti quelli che stanno cercando un lavoro, una casa, una cura, a tutti quelli che hanno un bisogno. Avere bisogno è diventata la vergogna del nostro tempo, eppure è la condizione umana più naturale, quella cui nessuno si può sottrarre in ogni giorno della sua esistenza. Noi non abbiamo vergogna di aver bisogno. E continueremo anche nel 2016 a difendere l’esistenza dei mestieri in cui “ci si prende cura degli altri”. Lo faremo insieme ai tanti colleghi che a Bologna e nel resto del paese non si rassegnano all’idea di una società così diseguale, così precaria, così triste.
Buone feste a tutti loro, buone feste a tutti noi.

Educatori uniti contro i tagli



mercoledì 9 dicembre 2015

NOSTRA NOTA DI RISPOSTA A CHI CI MUOVE CRITICHE INFONDATE DAL WEB.

In giro, sul web e non, troviamo spesso articoli o commenti che ci portano a ragionare sull’essenza del nostro lavoro, o almeno su quella che noi pensiamo dovrebbe essere.
Si tratta infatti di un lavoro, il nostro, con le persone, spesso in condizioni di fragilità e debolezza, che rendono dunque necessari una serie di strumenti molto complessi da apprendere e da maneggiare, perché riguardano l’essere umano stesso, sia quello nel ruolo – provvisorio – di “supportante”, sia quello nel ruolo di “supportato”. È una professione di attenzione e analisi, un lento lavoro di emozioni e valutazioni costante. È anche, cosa molto importante, un lavoro di parola, in quanto universale e primo tramite di relazione e in quanto strumento di rappresentazione simbolica della nostra posizione rispetto all’altro e rispetto al mondo. Attraverso la parola, infatti, veicoliamo le nostre sensazioni ed emozioni, stabiliamo il punto in cui ci troviamo rispetto alle persone e alle tematiche, che nel nostro caso riguardano l’educazione e la crescita, definiamo un atteggiamento. La parola rappresenta una tendenza, un’indole della persona che la produce.
Ancora una volta ci siamo scontrati contro parole che ci sconcertano. Sono espressioni di rancore, di aggressività e di astio, pronunciate da persone che si proclamano esperte e che si assegnano una posizione di rilievo. Non sono rivolte alla difesa del Welfare e del nostro mondo professionale, contro le spinte forti allo smantellamento e alla mistificazione, ma sono scritte e lanciate all’interno stesso del mondo dell’educazione, contro persone che svolgono il lavoro dell’educatore da tempo (si legge “vadano a fare il loro lavoro”, ma il proprio lavoro non è appunto quello che si sta svolgendo da anni? Lavoro in cui c’è stata assunzione legittima da parte di enti pubblici e privati?). Si parla di abusivismo, si incita alla caccia alle streghe, alla guerra tra poveri, si cerca di aizzare gli educatori gli uni contro gli altri, si spinge alla rabbia, al rancore, allo scontro all’interno di una categoria professionale già fragilissima e quasi evanescente, dove l’unione rappresenterebbe l’unica opportunità di tutela e di spinta verso la legittima e giusta valorizzazione della nostra professionalità. Queste parole, scagliate a caso in momenti di frustrazione e collera nello stesso ambito dell’educazione, definiscono da sole la semantica a cui appartengono, e con essa l’atteggiamento e l’indole.
Noi Educatori Uniti contro i Tagli – e nel nostro nome, a leggerlo bene, è già presente uno degli obiettivi e interessi comuni a tutto il mondo educativo, attorno a cui unirsi e per cui muoversi insieme – crediamo che l’educazione sia qualcosa che dovrebbe riempirsi di parole, e quindi valori, nell’ambito dell’inclusione, dell’accoglienza, dell’accettazione e della crescita individuale e comune e rifiutiamo nettamente i loro opposti, contrari e negativi. Ci chiediamo dunque: hanno davvero un qualche tipo di valore, e quindi diritto di essere, l’aggressività, la collera, l’espulsività e dunque la paura nel mondo dell’educazione? Vanno ascoltati coloro che le esprimono quotidianamente, che ne hanno fatto verbo assoluto e unica modalità comunicativa, magari in una prosastica e venale campagna di associamento e proselitismo? Va dato loro peso? Oppure, laddove rifiutino in più occasioni il dialogo, vanno ignorati, oscurati e isolati?
Sig. Prisciandaro, lei manda con leggerezza migliaia di persona a fare il loro lavoro, che già svolgono positivamente da anni d’altronde. Se questo è il suo di lavoro, ovvero quello di spargere rancore e aggressività, di disunire, di attaccare debolmente e strumentalizzare in nome di una campagna abbonamenti scevra di contenuto, le auguriamo buona fortuna, laddove voglia malauguratamente continuare a perdere il suo tempo in questo modo, noi abbiamo cose più importanti e significative di cui occuparci. Almeno si accorga però, quando pesca a caso da internet e comincia a sentenziare scriteriatamente, che sta parlando di battaglie che hanno già ottenuto risultati e successo.
Visto inoltre il periodo dell’anno e dato che, anche se senza titolo, siamo dotati di grande correttezza e buona educazione, le auguriamo un Buon Natale.
Educatori Uniti Contro i Tagli


martedì 24 novembre 2015

Sabato 28 novembre alla "Festa dell'orgoglio educativo" ore 20:30 al TPO (Bologna), proiezione in anteprima del documentario "MUOS STORY".

Sabato 28 novembre alla "Festa dell'orgoglio educativo" ore 20:30 al TPO (Bologna), proiezione in anteprima del documentario "MUOS STORY" con presentazione dell'autore Guglielmo Panebianco.
"Muostory è un documentario che descrive i settant'anni di occupazione americana dell’Isola. Comincia con l'operazione Husky, che da inizio alla svendita del territorio siciliano, e incastra come pezzi di un mosaico i momenti più salienti della storia siciliana: il ruolo avuto da Lucky Luciano nell’invasione statunitense, la strage di Portella della Ginestra, il caso Mattei, l’omicidio di Kennedy per finire con la guerra in Afghanistan e in Iraq.
Un viaggio attraverso la storia e gli uomini che hanno segnato il destino della Sicilia, trasformata in avamposto di guerra grazie alle numerose Basi militari Statunitensi , sorte nel dopoguerra e sparse in tutta l'isola.
Il documentario fa palese la differenza fra le guerre di allora e quelle di oggi. Non mutano gli obiettivi, ma le modalità. Oggi assistiamo alle c.d. “guerre disumanizzate”, quella dei Droni e delle tempeste elettromagnetiche e psicotroniche. Il Muos a Niscemi, ne è un esempio. Dalla Sicilia si consentirà al complesso bellico industriale Americano di continuare a dominare l'intero pianeta e le sue risorse.
Muostory ricostruisce la storia della lotta che i cittadini conducono giorno dopo giorno da diversi anni contro l’istallazione Muos. Non esitando a svelare le complicità politiche, le infiltrazioni mafiose e massoniche, nonché i pericolosi rischi per la salute e l'ambiente di un territorio già fortemente martoriato da diverse forme d'inquinamento."

venerdì 6 novembre 2015

"FESTA DELL'ORGOGLIO EDUCATIVO - NO CUT PARTY 7" Sabato 28 novembre al TPO Bologna dalle ore 20:00.

Siamo giunti alla settima edizione della nostra festa di autofinanziamento, sperando di riuscire a proporre sempre una situazione ideale per fare festa, per ascoltare musica, per divertirsi, mangiare e bere birra (vino o altro)...e anche per ritagliarci uno spazio di dialogo, di incontro e di confronto.
Vi aspettiamo numerosi!!!
dalle ore 20 - aperitivo con stuzzichini
alle ore 20.30 - proiezione in anteprima a Bologna del documentario "No Mous Story". Sarà presente l'autore Guglielmo Panebianco
Concerti live dalle ore 22.30
- Marco Martucci e Band
- "Eh?"
- Special guest: CUT
...a seguire Dj set con Dj Magma e Dj Rox
Ingresso 3 Euro.
Segnaliamo:
Sabato 21 novembre dalle ore 19 al Vag61 (Bologna), Aperitivo di Autofinanziamento della Rete Educatori ed Educatrici Bologna.

lunedì 2 novembre 2015

"La nostra città sgomberata e triste?". Articolo ripreso dal sito Radiokairos.it

La nostra città sgomberata e triste?



Ancor più della crudeltà, dell’azione di sgombero dell’ex Telecom colpisce la sua gratuità. Lo sappiamo tutti: quel palazzone da pochi giorni riconsegnato al degrado e alla rovina rimarrà lì per anni, vuoto e inutilizzato. Che bel progresso: lo stato d’abbandono al posto dello stato sociale. E un costo altissimo per la città, in termini economici e di convivenza civile.
Lì vicino, a poche decine di metri, un altro non luogo: i bio-palazzoni con rifiniture d’alta qualità da redistribuire a ciò che resta della borghesia bottegaia di questa città, l’intento patetico di riqualificare l’area dell’ex mercato ortofrutticolo riconvertendo verso l’alto la classe sociale residente alla Bolognina. Sono ancora quasi tutti vuoti quegli appartamenti, invenduti, le strade che dovrebbero farli comunicare tra di loro non sono ancora state completate. In mezzo a tutto questo squallore fa quasi tenerezza il colosso di vetro del liber paradisus, mortificato per l’ennesima volta dalle forzature degli altri, ben più forti, poteri che oggi governano la nostra città, davanti ai quali ormai non riesce a far altro che chinare la testa.
Quel giorno sotto il palazzone della vergogna, in mezzo ai trecento che solidarizzavano con gli occupanti, c’eravamo anche noi, educatori e assistenti sociali, quelli su cui ricadrà il peso di dover provare a tirar fuori qualcosa dalle macerie generate da questo scempio della ragione. D’altra parte, ormai da tempo la Procura della Repubblica è diventata la nostra reale committenza, quella che determina gli indirizzi dei servizi sociali cittadini. Caterina, che all’interno dell’ex Telecom conduceva laboratori espressivi per aiutare tutti quei bambini a gestire la loro inevitabile impetuosità, gli occhi puntati verso gli occupanti sul tetto, mi ripeteva sconsolata che ci vorranno anni, e forse non basteranno, per compensare gli effetti devastanti che un atto così brutale e violento avrà sulla formazione della personalità di minori in una fase così delicata della loro crescita. Che favore immenso e inatteso per i predicatori della sovversione islamista, la nostra stupida cecità ingrossa continuamente il loro patrimonio di odio anti-occidentale.
A chi obietta che tra gli occupanti ci sia stato un uso strumentale dei bambini in chiave anti sgombero, che molti non avevano accettato in precedenza la collaborazione dei servizi per trovare soluzioni abitative alternative, è sin troppo semplice rispondere che il problema non può essere il nostro giudizio valoriale sui metri di misura per disperazioni così acute. Il problema non sono loro, siamo noi, cosa siamo noi, cosa siamo diventati. Una massa informe di cittadini spaventati che sperano passi la bufera: via, tratteniamo il respiro che poi tutto tornerà come prima. Ma nulla tornerà più come prima: le masse che si spostano non sono un’emergenza del nostro tempo, sono il nostro tempo.
Almeno se ne accorgesse la politica, ma pare proprio lei la prima vittima di tutta quest’esplosione di muscoli e brutalità, di prepotenza e ingiustizia sociale. Eppure basterebbe poco per trasformare questa indifferenza ostile in accoglienza, basterebbe non individuare in tutte le esperienze organizzative d’inclusione sociale che con enorme fatica sbocciano dal basso, dei nemici da abbattere come birilli ma aiutarle a diventare forza propulsiva, elemento di contagio per una città più equa e solidale. Basterebbe creare sul territorio luoghi di esistenza transitoria degna per tutte queste genti di passaggio, spazi dotati dei servizi fondamentali, piccole abitazioni prefabbricate mono famigliari (e superare finalmente l’orrore delle famiglie divise dopo lo sfratto: la madre con i minori in albergo, il padre il più delle volte in macchina, la condizione di fragile precarietà che da passeggera diventa permanente tra il menefreghismo degli ipocriti adulatori dei vari family day). Basterebbe rispondere all’unica domanda che di fronte a questi fatti ha senso farsi: esiste ancora il diritto all’esistenza? Esistenza reale, culturale, politica, come dimostra la scia di repressione che in pochissimi giorni da Atlantide, passando da Via Solferino, è arrivata fino in Via Fioravanti e poi chissà dove.
Alla recente assemblea a @Labas mi ha colpito in particolare l’intervento di un giovane attivista della caserma occupata di via Orfeo. Mi ha colpito la sua autenticità, quella di chi con sincera incredulità s’interroga sulle ragioni del possibile imminente sgombero di un luogo in cui, insieme ai suoi compagni, ha “creato un laboratorio di bio-pizza, uno spazio educativo per i bimbi del quartiere,il mercato di Campi Aperti a chilometro zero e soprattutto una pratica attiva di relazioni umane positive e socializzanti”. Mi ha fatto male ascoltare quel ragazzo. Mi ha ricordato che molti di noi , ormai sopra ai cinquanta, hanno assimilato la sconfitta come orizzonte probabile delle loro lotte: per noi lo sgombero di un luogo occupato alla fin fine è inevitabile perché è così che da sempre succede, ricominciare ogni volta è nell’ordine normale delle cose, “quando avevamo trovato tutte le risposte ci hanno cambiato tutte le domande” stava scritto sopra un muro di Quito negli anni settanta. Per quel ragazzo non è così, per lui uno sgombero si può, si deve evitare, una lotta giusta si può, si deve vincere. E’ la forza della sua spontaneità che ci manca, quello di cui abbiamo bisogno. Bravo ragazzo: questa volta ricominciamo da te.

Paolo Coceancig della nostra tramissione “Signore e signori il welfare è sparito”.

giovedì 29 ottobre 2015

RETE EDUCATRICI ED EDUCATORI BOLOGNA, SABATO 21 NOVEMBRE APERITIVO DI AUTOFINANZIAMENTO. EDUCATORI UNITI CONTRO I TAGLI, SABATO 28 NOVEMBRE "FESTA DELL'ORGOGLIO EDUCATIVO - NO CUT PARTY 7".

Sabato 21 novembre dalle ore 19 al Vag61 (Bologna), Aperitivo di Autofinanziamento della Rete Educatori ed Educatrici Bologna.
Sabato 28 novembre dalle ore 20 al TPO (Bologna), "Festa dell'Orgoglio Educativo - No Cut Party 7" degli Educatori Uniti Contro i Tagli.
Per sostenere i diritti degli operatori e delle operatrici del sociale, la dignità professionale e per un Welfare inclusivo e solidale! Vi aspettiamo....





CONTRIBUTO DELLA RETE NAZIONALE ALLE GIORNATE BASAGLIANE, CONVEGNO TENUTOSI IL 23/24 OTTOBRE A TORINO

DIMENTICARE BASAGLIA RICORDANDOLO
Franco Basaglia amava ripetere che "l’irrecuperabilità del malato è spesso implicita nella natura del luogo che lo ospita". Dove la parola luogo può essere intesa, nella sua estensione simbolica, fino ad abbracciare i contesti di vita presente e passata, le relazioni umane e tutte le esperienze del vivere che segnano le nostre personalità. La condizione di sofferenza dei pazienti della Salute Mentale nasce infatti il più delle volte dalla loro biografia relazionale e necessita dunque, per attenuarsi e approdare ad un punto d’equilibrio che renda degna un’esistenza, di un lavoro di cura che non sia esclusivamente sanitario, che non miri cioè, semplicemente alla guarigione del sintomo. Non siamo in chirurgia o in ortopedia, dove l’approccio curativo sanitario può anche bastare a se stesso (anche se un po’ d’umanità in più non farebbe male neppure da quelle parti). Altrimenti per onestà intellettuale sarebbe più corretto parlare di “controllo sociale” e non di riabilitazione, soprattutto in sede di definizione degli obiettivi. Dimenticare Basaglia ricordandolo, sembra essere il leit motiv di questi nostri tempi. Non si contano infatti gli incontri, le ricorrenze, i seminari in cui più o meno tutti incensano l’opera del coraggioso psichiatra veneziano fino addirittura a dichiararsi fedeli discepoli. Ma dietro i tagli ai nastri che celebrano le ormai innumerevoli associazioni di famigliari (molto meno di pazienti) e le slide colorate spesso c’è poco o nulla. Basaglia nelle residenze psichiatriche dei nostri giorni, sia in quelle tradizionalmente restrittive che in quelle a vocazione maggiormente riabilitativa, non sembra trovare posto. Nella pratica riabilitativa quotidiana, nell’elaborazione dei vissuti dei pazienti, nei lunghi processi di pensiero che dovrebbero sempre, in ogni momento, accompagnare l’operatività di chi fa il nostro mestiere, Franco Basaglia semplicemente non è contemplato. Sappiamo bene che i portatori di quell’immensa svolta umanistica sono stati, insieme ai medici più illuminati, gli infermieri che con essi lavoravano, ma il naturale approdo di quel percorso doveva portare fuori dalla psichiatria comunemente intesa e favorire dunque l’avvento di figure più slegate dal mondo sanitario tout court, portatrici di una visione della persona più umanistica, da reinserire nel mondo socialmente attivo prima ancora che da guarire. Al contrario, un po’ ovunque, assistiamo alla progressiva sostituzione di queste figure con quelle a taglio maggiormente assistenzial-sanitario (infermieri e Oss), con il conferimento a quest'ultime di mansioni che non competerebbero loro e per cui non sono state formate, con un'ovvia ricaduta in negativo sulla qualità del servizio reso al cittadino che lo richiede e che avrebbe il diritto di riceverlo con la maggior qualità possibile. Da anni i presidi delle facoltà di medicina stanno parlando di sostituire il corso di laurea triennale in Educazione Professionale con un master di un anno successivo al triennio in infermieristica. Non è questa la sede per disquisire su titoli e non titoli (tra l'altro noi della RENOS ci siamo fatti da tempo promotori di una battaglia per il riconoscimento di chi da anni lavora senza titolo specifico ma con pieno diritto nei servizi sociali), ma questa è la prova provata che, semmai andasse in porto una cosa del genere, non esisterebbe più un percorso formativo specifico per diventare educatori professionali che possano lavorare in ambito sanitario. Ovvero gli infermieri faranno gli educatori e basta. A questi colleghi tra l’altro, chiediamo di unire la loro lotta alla nostra: quello che stanno chiedendo loro infatti non è altro che svolgere due mansioni al prezzo di una. I soliti tagli camuffati dalla riorganizzazione permanente.
Per tutti questi motivi noi educatori e OSS della Rete Nazionale Operatori Sociali, oltre ad esprimervi il nostro rammarico per non poter essere presenti al vostro convegno, vogliamo inviarvi i nostro calorosi saluti, insieme al nostro sostegno e alla comunanza con le vostre battaglie che poi sono anche la nostre.
Buone giornate basagliane a tutti
RETE NAZIONALE OPERATORI SOCIALI

martedì 20 ottobre 2015

EDUCATORI: STOP ALLA GIUNGLA DEI TITOLI DI STUDIO Salvaguardando chi lavora senza titolo. Audizione in Parlamento sulla legge Iori per la rete ReNOS e Educatori Uniti.

Manca ancora mezz’ora all’inizio dell’audizione e i rappresentanti delle associazioni degli educatori e dei pedagogisti vengono fatti accomodare in una sala davanti all’aula delle commissioni.

L’audizione verte sulla proposta di legge Iori che vuole mettere ordine alla giungla dei titoli di studio nel campo educativo. Dopo un incontro a fine Luglio con l’on. Iori, gli Educatori Uniti contro i tagli e la Rete ReNOS hanno potuto portare i loro contributi alla legge.
“Una volta a Montecitorio sono arrivate dopo pochi minuti l’on. Milena Santerini (Per l’Italia) e l’on Vanna Iori (PD) a darci il benvenuto. Come noi invitati all’audizione c’erano Agostino Basile dell’associazione PEDIAS, Mariangela Grassi per l’ANPE,  Alessandro Prisciandaro per l’APEI e Domenico Simeoni docente di pedagogia all’Università Cattolica di Brescia” racconta Stefania Tenan (EducatoriSenza Diritti di Monza e ReNos) “Con quest’ultimo abbiamo sin da subito iniziato a parlare del mondo educativo trovandoci in sintonia su diverse questioni. Ci siamo lasciati auspicando ad un possibile convegno nell’università di Brescia “
Simeoni ha sintetizzato il suo intervento andando al cuore della difficile questione che riguarda gli educatori laureati in classe 18 ( Lauree in scienze dell’Educazione e della Formazione) e degli educatori laureati in classe 2 (Lauree nelle professioni sanitarie e della riabilitazione), chiedendo che per gli educatori laureati in classe 18 che operano nei  “servizi di integrazione socio sanitaria per i quali sono previste competenze sia riferite all’ambito sanitario sia educativo si possano aprire delle possibilità di partecipare ai concorsi(…)”.
Salvatore Della Capa (Educatori Uniti contro i talgi e ReNOS) racconta che “l’arrivo a Montecitorio è una importante tappa di un lungo percorso nato circa un anno fa a Bologna”, dove lui per primo ha voluto fortemente lavorare sul tema del riconoscimento dei titoli di studio degli educatori, ma con una sottolineatura in più: “Vogliamo che la legge Iori non dimentichi gli educatori senza titolo” ribadisce Della Capa durante l’intervento in aula. “Quello che si vuole evitare è che in un’identità professionale in costruzione si creino già due livelli distinti, un educatore di serie A e uno di serie B. Inoltre si vuole scongiurare un problema occupazionale di enorme portata”.
Sappiamo infatti che decine di migliaia di educatori lavorano da decenni senza laurea dato che, al tempo del loro inserimento lavorativo, non era presente nessuna condizione strettamente necessaria riguardo a titoli accademici e il bisogno di operatori sul territorio era alto. Oggi questi lavoratori, che hanno dato avvio a diversi servizi sui territori, acquisendo esperienza, competenza e avendo fatto del lavoro educativo la loro fonte di reddito, si trovano a rischio di non vedere riconosciuta formalmente la loro esperienza decennale e potenzialmente di poter essere lasciati senza lavoro.
“Vorremmo che nelle mansioni dell’educatore si rinforzi una mansione che già gli educatori svolgono ovvero quella del formatore”. Incalzato dalla presidente della commissione Della Capa conclude velocemente il suo intervento su un tema importante più volte affrontato durante gli incontri nazionali degli operatori sociali. Molto spesso agli operatori più anziani viene richiesta una sorta di tutoring nei confronti degli operatori più giovani. “Nella mia carriera lavorativa” esemplifica così Stefania Tenan “ho lavorato per circa dieci anni in un servizio in cui ho visto transitare molti colleghi alle prime armi. Con passione mi sono adoperata come potevo a trasmettere loro le mie competenze non senza fatica, però anzi vivendo momenti di difficoltà perché questo compito, richiestomi dalla mia coordinatrice, doveva essere svolto durante la normale giornata lavorativa. Mi riducevo a fare slalom tra le già molte cose da fare, senza nessun mandato formale e quindi con i conseguenti nervosismi delle altre colleghe che si trovavano a dover svolgere dei ‘pezzi’ di lavoro al posto mio mentre io ‘formavo’ le nuove colleghe.Ovviamente il tutto senza nessun tipo di riconoscimento economico.”
L’intervento di Mariangela Grassi (ANPE) propone essenzialmente di istituire l’ordine dei pedagogisti e l’ordine degli educatori, ritenendo la presente proposta di legge dannosa in quanto “creerebbe, se entrasse in vigore, più confusione di quella che c’è già”. Con gli albi le due figure sarebbero secondo l’Anpe “riconosciute, disciplinate e acquisterebbero delle garanzie in ambito professionale”.
Puntuali e meticolose le osservazioni riportate da Agostino Basile (Pedias) in riferimento a norme di legge e riferimenti erroneamente riportati nella proposta. Punta il dito anche sul poco spazio dato alla figura del pedagogista sin dalla prolusione. Viene chiesta da Pedias l’abolizione degli articoli 3,4,6 e 10 inerenti alle mansioni del pedagogista e dell’educatore dato che “vanno a delimitare gli ambiti applicativi del lavoro e renderebbero difficile il futuro professionale di ciascuno(…)qualora ci fosse la possibilità di lavorare in altri ambiti non descritti dalla legge”. Ultimo ad intervenire Prisciandaro (Apei) “una proposta di legge che aspettavamo da un ventennio”.
Un’audizione che a visto voci multiple confrontarsi sul tema della regolamentazione dell’educatore e del pedagogista e proporre soluzioni, aggiunte, variazioni alla proposta di legge 2656, da cui può dipendere molto del futuro di tali figure professionali.

giovedì 15 ottobre 2015

Aggiornamento: audizione Educatori Uniti Contro i Tagli e Rete Nazionale Operatori Sociali per il riconoscimento degli "educatori senza titolo".

Montecitorio: Oggi in commissione 7, Salvatore Della Capa ( insieme a Stefania Tenan come auditrice) ha presentato i gruppi degli educatori e delle educatrici che rappresenta in questa sede (Eucit e REnos) ed ha spiegato quali modifiche o aggiunte suggerite ed evidenziato nodi critici riuscendo magnificamente a giostrarsi coi tempi concessi. Sono poi intervenuti altri rappresentanti di educatori e pedagogisti fra cui APEI .
Infine L'On. Santerini ha ringraziato ..."per le puntuali osservazioni e per aver dato testimonianza di un mondo sommerso che non è conosciuto dal grande pubblico, un mondo che non filtra sulla stampa e a cui si vorrebbe dare voce". Anche l'On. Iori ha ringraziato..." per l'apporto produttivo e prezioso di cui terranno conto nelle modifiche soprattutto per quanto riguarda le norme transitorie che effettivamente consentiranno di percorrere il passaggio dalla stagione dei cosiddetti senza titolo alla nuova stagione in cui sarà requisito fondamentale il titolo"......nella prossima trasmissione "Signore e Signori il Welfare è sparito" ascolteremo un lungo stralcio dell'intervento di Salvo.
Non abbiamo ancora in mano nulla ma la cosa rilevante oggi è che la realtà professionale dell'Educatore/educatrice con o senza titolo comincia a rendersi sempre più visibile. Grazie anche a noi!

Link video audizione: https://www.youtube.com/watch?v=WnJHW3wFCuU&feature=share




giovedì 8 ottobre 2015

COMUNICATO: “EDUCATORI SENZA TITOLO”, INCONTRO A ROMA IL 15/10.

Giovedì 15 ottobre alle 13,30 Gli Educatori Uniti contro i tagli e la Rete Nazionale ReNOS saranno accolti in audizione dalla Commissione Parlamentare 7 (cultura, scienza e istruzione), riguardo alle legge 2656 Iori sulla professione dell'educatore e del pedagogista. L'audizione si svolgerà nell'aula 
delle Commissioni, a Palazzo Montecitorio a Roma.

La nostra posizione è ormai nota: apprezziamo la proposta di legge e la volontà di regolamentazione, anche relativa al percorso universitario, ma vogliamo portare il nostro contributo affinché tale legge non dimentichi gli educatori "senza titolo", che da anni lavorano sul territorio, con competenze riconosciute e risultati effettivamente ottenuti. Questo per evitare che in un'identità professionale in costruzione si creino già due livelli distinti, un educatore di serie A e uno di serie B, per applicare finalmente un criterio meritocratico alla costruzione di tale identità e per scongiurare un problema occupazionale che potrebbe profilarsi enorme. Andiamo dunque, su invito della stessa On. Iori, a dire la nostra in sede istituzionale, proponendo concretamente alcuni punti da aggiungere al testo di legge.

Educatori uniti contro i tagli


RENOS (Rete Nazionale Operatori Sociali)

venerdì 25 settembre 2015

RITORNA “SIGNORI E SIGNORE IL WELFARE E’ SPARITO!” TUTTI I MARTEDI’ IN DIRETTA ALLE ORE 18.

Martedì 29 settembre ritorna "Signore e signori il welfare è sparito!" trasmissione ufficiale della Rete Nazionale Operatori Sociali, in diretta alle 18 dalle frequenze di Radio Kairos 105,85 fm (Bologna) e in streaming dal sito www.radiokairos.it L’unica trasmissione realizzata e condotta da educatori che da voce agli operatori del mondo del sociale, agli utenti, alle famiglie e alla società civile. Per continuare a parlare di Welfare e del mondo dei lavoratori e lavoratrici del sociale, con interviste e approfondimenti. Questa stagione, il programma si avvarrà della collaborazione delle realtà che sostengono la Rete Nazionale. Per una libera contro informazione sul mondo del sociale e dintorni. Tieniti aggiornato, stay tuned!!

mercoledì 23 settembre 2015

SOLIDARIETA' AL TPO (BOLOGNA): "TEMPI MODERNI"

TEMPI MODERNI

Assistiamo increduli all’ondata di misure restrittive della libertà personale che stanno colpendo in queste ore alcuni amici e compagni del TPO, del Labas e di altri spazi di attività politico-sociale in città. Accanto alla nostra più estesa e calorosa solidarietà, umana e politica, vorremmo unire anche la nostra voce, quella di chi si batte contro la chiusura e lo svilimento dei servizi alla persona in atto un po’ ovunque, a quella di chi, nel pensiero e nella pratica quotidiana, non si arrende all’idea del modello unico dominante e al suo bel modello di società escludente.
Ci pare inoltre necessario esprimere la nostra preoccupazione per il pericolo evidente, basta leggersi gli articoli di stamane sul principale quotidiano locale, che si voglia azzerare la convenzione comunale ad uno dei pochi spazio liberi di confronto politico e culturale rimasti in città, luogo di incontro e d’accoglienza per le istanze del territorio, non ultime le nostre. Lo sappiamo, nel mirino c’è un modello politico di pratica del dissenso e di alternatività. Dunque anche noi.
Non vorremmo che avanti di questo passo si arrivasse alla criminalizzazione, non solo della pratica delle idee, ma del semplice fatto di avercela, qualche idea.  


Educatori Uniti Contro i Tagli



martedì 22 settembre 2015

POSTIAMO APPELLO DELLA FAMIGLIA DI GIACOMO A CUI VA LA NOSTRA' SOLIDARIETA' E SOSTEGNO, GIUSTIZIA PER GIACOMO!!!

Siamo una famiglia della provincia di Ancona che desidera porre all'attenzione dell'opinione pubblica la Nostra triste storia. Al centro della vicenda c'è il nostro bambino Giacomo che, a soli quaranta giorni di vita, é stato vittima del crollo di un controsoffitto, causato dall'imperizia di chi ha svolto in maniera superficiale i lavori. Tredici anni di calvario per il piccolo, anche a causa di nove delicatissimi interventi chirurugici alla testa che ha dovuto subire. Altro calvario, purtroppo, quello causato dalla macchina della giustizia. A tutt'oggi, dopo tredici anni, Giacomo non ha ricevuto la giustizia che merita. Nonostante i colpevoli siano stati condannati penalmente in primo grado, (procedimento caduto in prescrizione ma reati confermati in appello) la condanna a quattordici mesi di reclusione viene sospesa in quanto l'imputato é incensurato; nel procedimento civile vengono condannati ad un risarcimento per Giacomo e la sua famiglia e al pagamento delle spese.
I condannati, che nel frattempo si sono liberati in toto dei loro beni, si sono dichiarati nullatenenti. Pertanto, ora, la famiglia di Giacomo, dopo aver subito un gravissimo danno deve sostenere anche le spese. Abbiamo iniziato una campagna di sensibilizzazione che ci vede impegnati su svariati fronti. Vogliamo risposte dalle ISTITUZIONI, soprattutto da quelle che si occupano dei diritti dei minori. Un bambino non può essere abbandonato in questo modo in uno stato di diritto! Abbiamo deciso di aprire una pagina Fb dove raccontiamo la nostra storia e postiamo tutta la documentazione relativa alla deplorevole vicenda giudiziaria. Vi invitiamo a visionare la pagina, intitolata "la veritá vuole giustizia", e, se volete, a sostenerla, magari con le vostre opinioni o eventuali suggerimenti e pareri, per noi utilissimi al fine di proseguire la nostra battaglia anche con la Vostra solidarietá.



Facebook: https://www.facebook.com/La-verit%C3%A0-vuole-giustizia-569874099810260/timeline/

martedì 28 luglio 2015

Report dell’incontro con l’On. Vanna Iori del 27 luglio.

Lunedì 27 luglio abbiamo avuto l'incontro con l'On. Vanna Iori, che è andato molto bene. Abbiamo avuto di fronte una persona preparata, conoscitrice della situazione, disponibile al dialogo e aperta al confronto.
Abbiamo dialogato sulla possibilità di integrazioni alla proposta di legge che porta il suo nome e che è ora in discussione in Commissione, per far sì che gli educatori già operanti nei servizi non paghino le conseguenze della, seppur giusta, regolamentazione della situazione nazionale lavorativa degli educatori e che non si creino, nella categoria professionale che si va definendo, educatori di serie A ed educatori di serie B. Dopo averci informato di aver inserito all'interno del testo della proposta una clausola riguardante la salvaguardia del posto di lavoro di chi già è attivo sui servizi, abbiamo discusso delle seguenti integrazioni:

1) Equipollenza degli educatori senza titolo specifico agli educatori col titolo in Educatore Sociale, Scienze dell'Educazione: tale percorso può avvenire attraverso un riconoscimento basato sull'esperienza di servizio e su criteri curricolari. Rispetto a questo abbiamo anche pensato a situazioni di demansionamento, avvenute negli ultimi tempi, di cui sono stati vittime educatori in varie parti d'Italia (vedi Liguria). Abbiamo quindi discusso sulla possibilità di includere anche tali figure nell'equipollenza, non vincolando il criterio dell'esperienza pregressa sul campo all'effettivo e attuale svolgimento delle mansioni educative sindacalmente e contrattualmente riconosciute.
2) Favorire gli educatori senza titolo presenti in zone grige, sui servizi da tempo minore rispetto ai criteri stabiliti nel punto 1, riconoscendo loro l'esperienza sul campo come tirocinio nel caso in cui si iscrivessero al corso di laurea di Scienze dell'Educazione.
3) Definire più a fondo e rinforzare alcune mansioni dell'educatore presenti nel testo di legge, come quello dell'educatore esperto come formatore degli educatori agli inizi professionali, in modo che possa essere riconosciuta come mansione lavorativa vera e propria a se stante.

La Iori ci ha anche spiegato le prospettive future a cui vorrebbe mirare dopo l'approvazione di questa legge, che a suo avviso non dovrebbe incontrare ostacoli significativi, dichiarando la possibilità di creare altre proposte che possano regolamentare anche altre figure non riconosciute pienamente e per nulla definite, come quelle del mediatore culturale e altre affini.

Saremo quindi invitati a settembre a partecipare ufficialmente alle consultazioni tecniche che sta svolgendo la Commissione. Si andrà quindi a Roma, nelle sedi parlamentari. In quella sede la Iori ci ha invitato a presentarci con le integrazioni scritte così come dovrebbero essere inserite nell'esatto punto del testo della proposta di legge. 

La legge creerebbe un punto zero nella definizione della categoria professionale dell'educatore dal momento della sua entrata in vigore.

Ci teniamo a sottolineare che oggi ci siamo presentati, e così ci presenteremo ufficialmente a Roma, non soltanto come Educatori Uniti contro i Tagli, ma anche come Coordinamento Nazionale ReNOS.

Educatori Uniti contro i Tagli


Rete Nazionale Operatori Sociali

lunedì 20 luglio 2015

AGGIORNAMETO SULLA CAMPAGNA PER IL RICONOSCIMENTO DEI TITOLI E PER LA TUTELA DELL’OCCUPAZIONE

Vi scriviamo per aggiornarvi, informarvi e condividere con voi qualcosa di importante.
Come tutti sapete gli Educatori Uniti contro i tagli di Bologna, con il sostegno della Rete Nazionale O. S., stanno portando avanti da quasi un anno una battaglia per il riconoscimento della professionalità dell'educatore.
In questi ultimissimi mesi ci sono state delle svolte abbastanza significative. Dal presidio sotto la Regione Emilia Romagna di fine maggio, abbiamo incontrato i tecnici della Regione, un paio di volte i responsabili provinciali e regionali di Legacoop, alcuni rappresentanti delle cooperative aprendo un dialogo su alcune recenti proposte di legge, miranti a regolamentare il marasma del mondo del lavoro educativo. Nell'ambito della figura dell'educatore sociale (e non sanitario), dopo alcuni nostri interventi sulla pagina facebook che hanno suscitato reazioni anche forti, siamo venuti in contatto con l'On Vanna Iori, parlamentare del PD. Vanna Iori ha creato una proposta di legge omonima (la torovate in allegato), in attesa di essere discussa in commissione, che ha il proposito, positivo a nostro avviso, di regolamentare, in particolare sotto l'aspetto formativo-curricolare, il marasma infinito del mondo del lavoro dell'educatore e del pedagogista. In tutto questo il rischio incombente da evitare è quello di far pagare però il prezzo di tale regolamentazione a chi è sui servizi da decenni e che ha sviluppato una alta professionalità, ma non possiede il titolo di educatore sociale. Detto ciò abbiamo mantenuto il contatto con la deputata, l'abbiamo intervistata in radio e lunedì 27 luglio la incontriamo alle 10 a Reggio Emilia, per aprire una discussione su quelle che possono essere eventuali integrazioni alla legge, al fine di non solo salvaguardare il posto di lavoro di chi lo possiede già, ma anche trovare un percorso per fare in modo che chi possiede un curriculum corrispondente a determinati criteri esperienziali e formativi possa ricevere un'equipollenza alla laurea di educatore sociale, o tramite una sanatoria o tramite un mini corso.
Se dovessimo riuscire a fare andare in porto la faccenda, significherebbe raggiungere un risultato di grande importanza a nostro avviso. Noi il 27 ci presenteremo dalla Iori non soltanto come Educatori Uniti contro i tagli di Bologna, ma anche come Rete Nazionale Renos, in modo da allargare il respiro di una rivendicazione, che ad ogni modo è su scala nazionale.
Vi ringraziamo tutti dell'attenzione e vi terremo aggiornati sugli sviluppi delle nostra campagna.

Educatori Uniti contro i tagli – Bologna
Rete Nazionale Operatori Sociali (Renos)

Link audio per approfondimento: https://soundcloud.com/radiokairos/signore-e-signori-il-welfare-e-sparito-20150630


martedì 30 giugno 2015

MONDIALI ANTIRAZZISTI 2015, GIRONE E ORARI PARTITE.

Colleghi e colleghe, amici e simpatizzanti, i mondiali antirazzisti 2015 si avvicinano e noi ci prepariamo per giocare e condividere lo spirito dei mondiali antirazzisti.
Sono usciti gli orari e gironi partite, gli educatori contro i tagli sono nel girone 21 e giocheranno nel campo 11. Eccovi gli orari delle nostre partite: giovedì alle 16:00 Educatori contro i tagli - Sc Trippa, venerdì 12:00 Educatori contro i tagli - Atletico Degrado; 14:00 Educatori contro i tagli - Sparuta Minoranza; 16:00 Educatori contro i tagli - Team Ciac e sabato alle 11:00 Educatori contro i tagli - Voci Dall'Africa. Vi aspettiamo per fare il tifo, giocare con noi o partecipare ai mondiali. Inoltre potete anche comprare le nostre magliette (10 euro) per sostenere le nostre battaglie a difesa dei diritti e della dignità degli operatori sociali. Stay tuned




domenica 21 giugno 2015

Precisazione in merito ai commenti sul nostro post riguardo alle rivendicazioni degli educatori senza titolo.

A quel post ci sono stati tanti commenti, segno che l’argomento scalda gli animi. Li abbiamo letti tutti: ce ne sono stati di gentili e di scortesi, alcuni coerenti e altri meno, alcuni di lecito dissenso e altri al limite dell’insulto. Ci teniamo quindi a fare chiarezza sui punti più importanti che sono emersi.
Prima di tutto però ci preme segnalare tutta la nostra amarezza, per non dire il disgusto, nei confronti di inviti pubblici apparsi in rete, a segnalare presunti abusi professionali laddove educatori privi del titolo starebbero svolgendo funzioni lavorative non di loro competenza. Tralasciamo pure discorsi riguardanti la responsabilità delle assunzioni, che è delle cooperative o degli enti pubblici e non del lavoratore e il fatto che l’educatore senza titolo è una posizione lavorativa prevista nel contratto nazionale di categoria, ci preme però sottolineare che inneggiare alla caccia alle streghe resti una delle azioni più riprovevoli della storia se non altro perché ci riporta ad un medioevo che speravamo superato. Auspichiamo dunque un passo indietro da parte di chi ha postato simile castronerie.
Gli Educatori Uniti contro i tagli raggruppano educatori con e senza titolo e sono nati per difendere dalle continue “sforbiciate” delle varie amministrazioni quel welfare senza il quale ci troveremmo tutti disoccupati, con o senza titolo. Noi crediamo fortemente in questo mestiere – perché é di un mestiere che stiamo parlando, non siamo così ingenui da pensarci dentro chissà quali dimensioni vocazionali di mission umana – e crediamo che sia giunto finalmente il momento che ci sia il riconoscimento dovuto ad una professione che nella storia recente del nostro paese ha avuto una grande rilevanza. Pensiamo anche noi che questo “marasma” normativo vada una volta per tutte risolto, che sia giunto finalmente il momento che il lavoro educativo trovi la sua collocazione definitiva (con confini maggiormente delineati) nel panorama italiano delle professioni e magari che ciò possa aumentare il nostro senso di appartenenza ad una categoria professionale che si identifichi con l’importanza sociale che porta dentro di sé. Prospettiamo un punto zero insomma, che veda riconosciute formalmente le posizioni legittime precedenti e dal quale ripartire sensatamente e con criterio. Anche noi siamo contro il pressapochismo e il dilettantismo.
Detto questo, crediamo anche che l’approdo ad una definizione normativa risolutiva del mestiere dell’educatore buttando a mare il pregresso, ovvero senza un precedente riconoscimento del lavoro svolto fino ad oggi da ognuno attraverso un’attenta valutazione di quanto costruito e delle competenze acquisite, sarebbe un grande errore. Un titolo di laurea certifica su carta un percorso formativo svolto nelle aule per la maggior parte del tempo, la progettazione, l’apertura e la gestione di servizi educativi efficaci e funzionanti sul territorio derivano invece da capacità, competenze e passioni che non possono essere improvvisamente ignorate e messe da parte. Quando qualcuno ci chiede se accetteremmo di farci operare da un dottore senza laurea, rispondiamo che il dottore impara concretamente a operare durante i 4 o 5 anni di specializzazione nelle corsie e nelle sale operatorio di un ospedale, non nei 6 anni in aula, dove certo, nessuno lo nega, apprende il bagaglio teorico alla base di tutto ciò che farà. Costruiamo dunque la nostra definitiva identità professionale, definiamola, ma senza dimenticare coloro che, anche senza titolo, questo lavoro da venti anni e più lo hanno costruito nelle sue prassi quotidiane, evitando di pensare che qualcuno possa arrogarsi il diritto di enunciare livelli di legittimazione per qualcuno o di delegittimazione per altri. Aggiungiamo che, in particolare in un territorio come la provincia di Bologna, l’impossibilità a proseguire il proprio lavoro per chi non è in possesso di un titolo (come certo bandi già stanno prevedendo), creerebbe un problema deontologico e occupazionale enorme. Non vogliamo una sanatoria tout court, tutt’altro, chiediamo di essere riconosciuti anche attraverso percorsi formativi, come furono a suo tempo quelli regionali organizzati dalle varie USL, con il riconoscimento di ciò che abbiamo fatto in tanti anni sul campo, compresi tutti i corsi di aggiornamento e formazione cui abbiamo partecipato. Non temiamo la valutazione sul campo delle nostre capacità, ci battiamo perché esse non vengano screditate e cancellate, ma anzi, riconosciute nella loro ricchezza.
Detto ciò, crediamo anche che nella guerra tra poveri a morire siano alla fine solo i poveri. Se i poveri invece si confrontano e cercano una strada comune, la storia cambia. Gli Educatori Uniti contro i tagli sono dunque disponibili ad ogni tipo di dialogo, lo cercano, sono pronti a spiegare approfonditamente le loro posizione, credono sia importante e necessario farlo. Chiunque voglia parlare con noi sarà ben accetto e si troverà di fronte ascolto e fame di confronto e condivisione.
In conclusione, ringraziamo la deputata Vanna Iori per essere intervenuta nella discussione. Vorremmo mantenere aperto il dialogo con lei e chiederle, se è possibile, in che modo la proposta di legge si propone di salvare le posizioni pregresse: è vero che nessuna legge è retroattiva, ma visti certi bandi in giro sarebbe importante che nel testo tale elemento fosse esplicitato chiaramente.


Educatori Uniti contro i tagli 

mercoledì 17 giugno 2015

IL 18 GIUGNO 2015 ALLE ORE 15, IN VIA FILIPPO RE A SCIENZA DELLA FORMAZIONE, DICIAMO AL SOTTOSEGRETARIO FARAONE CHE LA LEGGE IORI NON S'HA DA FARE!

IL 18 GIUGNO 2015 ALLE ORE 15, IN VIA FILIPPO RE A SCIENZA DELLA FORMAZIONE
DICIAMO AL SOTTOSEGRETARIO FARAONE
CHE
LA LEGGE IORI NON S'HA DA FARE!




LA PROPOSTA DI LEGGE IORI.

OVVERO, COME PD ED APEI UCCIDERANNO IL WELFARE ITALIANO.




Un fantasma aleggia in questo momento nelle aule parlamentari italiane in attesa della presentazione in commissione, è la proposta di legge Iori. 

Con questo provvedimento PD, APEI ed Università si preparano a cancellare dalla storia del welfare italiano le migliaia di educatori senza titolo che hanno contribuito a creare, valorizzare e difendere disperatamente quello che fu uno dei migliori e più innovativi sistemi di welfare del mondo.

Se questo provvedimento fosse approvato non sarebbe più possibile impiegare educatori non laureati in Scienza della Formazione all'interno di servizi sociali, concludendo così la manovra a tenaglia che già ha portato alla progressiva esclusione di migliaia di educatori "senza titolo" (ma con molta formazione) dal mondo socio-sanitario.

Migliaia di ore, e di euro, spese in formazione, anni di esperienza maturata sul campo, una profonda conoscenza del lavoro, dei territori e dei servizi, andrà completamente dilapidata sull'altare di interessi di bottega ben poco nobili.

Ci rivolgiamo ai tantissimi educatori che fino ad ora hanno dedicato la loro vita professionale ed il proprio entusiasmo al sostegno delle persone più deboli, portando in dote il proprio bagaglio di conoscenze esperienziali e professionali e maturando una qualità professionale inestimabile, non permettiamo venga cancellata, non facciamolo senza lottare.



La legge IORI va bloccata, l'esperienza sul campo va valorizzata e riconosciuta, questi Educatori hanno impostato la loro vita su questa professione ed aiutato migliaia di persone e le loro famiglie a guadagnare una dignitosa qualità di vita, altrettante hanno bisogno del loro aiuto, soprattutto oggi.
La nostra battaglia è anche la loro!



Proposta Iori/Faraone/APEI







lunedì 15 giugno 2015

"MENSILIZZAZIONE" STIPENDIO EDUCATORI DI COOPERATIVE

Ormai da molto tempo si denuncia il problema della mensilizzazione, poche volte rispettata, dello stipendio degli educatori.

Dopo che troppe volte in via informale, da tante parti, sono stati presi impegni per superare il problema, senza che poi questo si sia tradotto in qualche cosa di concreto, in vista di un incontro che a breve riunirà le maggiori cooperative del bolognese, crediamo sia giunto il momento di rompere gli indugi e prendere parte.
Per questo chiediamo a tutte le cooperative del territorio di pronunciarsi ufficialmente e dichiarare la loro posizione rispetto alla mensilizzazione dello stipendio dei propri soci e dipendenti.

Questa volta chiediamo una risposta netta.

Educatori Uniti contro i Tagli



martedì 9 giugno 2015

SABATO 13/06 APERITIVO/DJ SET CON LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO "LA RIVOLTA DEL RISO" AL TPO BOLOGNA.

Gli educatori uniti contro i tagli impegnati nella campagna per il riconoscimento dei titoli, per la continuità di reddito anche nel periodo estivo, a difesa del welfare, inclusivo, solidale e che riconosce la dignità professionale e i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici del sociale. Vi invitano all'aperitivo/dj set con la presentazione del libro "La rivolta del riso" che si terrà al TPO, sabato 13 giugno dalle 19:30.

Dalle 19:30: Aperitivo/Dj set con stuzzichini.

20:30 presentazione del libro “la rivolta del riso” con la partecipazione di alcuni operatori sociali che hanno partecipato al cantiere di socio analisi narrativa.

A seguire Dj set con Dj Fabri no-cut e Dj Prince Angelo


Sostieni le nostre battaglie e gli Educatori Uniti Contro i Tagli, vi aspettiamo numerosi!


domenica 7 giugno 2015

Report incontro del 5 giugno con Regione Emilia Romagna

L'incontro in Regione del 5 giugno ottenuto dagli Educatori Uniti contro i Tagli, con il sostegno attivo della Rete Nazionale Operatori Sociali, grazie a mesi di impegno e mobilitazione, per discutere delle possibili soluzioni, attivabili a livello regionale, volte a risolvere il problema degli Educatori Senza Titolo, è stato corretto, pacato, rispettoso ed onesto.
Ringraziamo fin da ora la Regione per aver partecipato all'incontro con molti tecnici degli assessorati per il coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro, delle politiche per la salute e Assessore alle politiche di welfare e politiche abitative questo a sottolineare la volontà da parte delle istituzioni di trattare con la massima serietà il tema in oggetto.
L'incontro si è protratto per quasi due ore, molto dense di contenuti e con un'attenta disamina di problemi estremamente complessi dal punto di vista normativo e dell'organizzazione dei servizi.
Si è partiti da un'analisi dei problemi attualmente più urgenti, come la questione della modifica della delibera 564/2000, riguardante servizi residenziali e semi-residenziali socio-sanitari e socio-assistenziali con sedi accreditate e l'equipollenza degli operatori che hanno ottenuto una qualifica regionale prima del '99.
Sono stati poi ribaditi alcuni punti: 
- Non esiste nessun percorso attivabile a livello regionale che possa avviare un percorso di riqualifica per gli educatori senza titolo e consenta loro di conseguire un'equipollenza con lauree di qualunque tipologia.
- La Regione ha già tentato in passato di attivare con l'Università percorsi di questo tipo, ma la risposta è sempre stata decisamente negativa. L'unico impegno che la Regione può tentare di portare avanti è riconoscere l'anzianità di servizio come tirocinio formativo all'interno del percorso di laurea di Educatore Professionale.
- Per gli educatori senza titolo, secondo i tecnici della regione, non esiste probabilmente nessuna alternativa al conseguimento di una laurea triennale abilitante. 
Si è lungamente discusso di quale sia la situazione attuale sui servizi e di come l'applicazione di normative nazionali così costruite porterebbe allo smantellamento sostanziale dei servizi ed alla perdita di capitale umano e professionale. A questo scopo, si è chiesto di verificare attentamente cosa sia successo in quei servizi dove una ordinaria applicazione della norma sia stata seguita (ad esempio bando 2013 NPI dell'ASL di Bologna).
Questa situazione, a nostro avviso, rischia di aggravarsi a causa della discussione, in corso di questi tempi, riguardante la proposta di legge Iori, che potrebbe allargare a tutti gli ambiti del sociale l'obbligo di laurea in Educatore Professionale per poter svolgere tale professione.
Si è discusso dell'eventualità di individuare altri possibili percorsi che potrebbero aiutare a risolvere il problema degli educatori senza titolo, anche sulla base di direttive europee che indicano la necessità di dare valore anche alla formazione non formale e alla formazione continua. Gli scenari che si sono profilati tuttavia restano embrionali, complessi e molto articolati.
Vi invitiamo tutti a partecipare all'incontro allargato che si svolgerà martedì 9 giugno presso il Tpo alle 19,30, per discutere in maniera più approfondita sui contenuti dell'incontro svoltosi venerdì 5 giugno e cercare di capire insieme in quali nuove direzioni rivolgere la nostra mobilitazione.
Educatori Uniti contro i Tagli

PS: venerdì allo stesso tavolo con i tecnici della Regione ci sarebbero dovuti essere anche i sindacati confederali (FP CGIL e FP CISL) con cui, insieme ad altre sigle sindacali, avevamo concordato l’azione del presidio sotto la Regione. E’ stato perlomeno singolare apprendere direttamente dai tecnici regionali che i confederali avevano chiesto di incontrarli senza la presenza di altri soggetti (ovvero i lavoratori che dovrebbero rappresentare) e di farlo prima che avvenisse l’incontro con noi.



giovedì 4 giugno 2015

COMUNICATO DI SOLIDARIETA' ALLA NOSTRA COLLEGA LICENZIATA.

Si tratta ancora di parlare del tempo che viviamo. Lo stesso in cui accade che in politica si prendano posizioni ufficiali sui social network, confondendo così comunicazioni istituzionali e informali, piano privati e pubblici. Così come accade che un’operatrice, in una situazione lavorativa prolungata e complessa, si lasci andare ad uno sfogo, certo un po’ avventato e veemente, sul suo profilo privato di Facebook e riceva una sospensione e dopo ciò la lettera di licenziamento. Come se, da oggi in avanti, dovessimo fare attenzione a quello che ci lasciamo uscire, al bar con gli amici, contro la frustrazione del lavoro quotidiano e delle situazioni in cui questo ci pone, con la paura che qualcuno possa sentirci e possiamo presto ricevere una infausta raccomandata.
Gli Educatori Uniti contro i tagli vogliono comunicare la loro solidarietà all’educatrice in questione e esprimere il loro disappunto per una decisione tanto dura. Vediamo questo licenziamento come una scelta radicale e rigida, in una situazione in cui capiamo il bisogno di chiarire nettamente la faccenda, ma ci interdice la drasticità della strada intrapresa. Noi crediamo che ogni lavoratore debba sapersi assumere la propria responsabilità professionale, ma in riferimento a ciò che viene agito e svolto sul luogo di lavoro nella propria mansione, a quello che nella propria professione viene costruito e portato avanti.


Educatori Uniti contro i tagli

 

martedì 2 giugno 2015

COMUNICATO A SOSTEGNO DELLO SCIOPERO DEI LAVORATORI E LAVORATRICI DEL SOCIALE DEL 4 GIUGNO.

In continuità con le recenti mobilitazioni che hanno visto nascere in città e provincia reti di operatori del sociale (educatori, assistenti sociali, personale amministrativo) auto organizzati per ostacolare la pericolosa deriva al ribasso dei servizi in atto da tempo sul nostro territorio,  come Educatori uniti contro i Tagli, da sempre in prima fila nella difesa di un welfare che sia in grado di abbinare qualità del servizio al cittadino con condizioni salariali e normative dignitose per i lavoratori del settore, aderiamo alla giornata di sciopero e lotta del 4 Giugno e invitiamo tutti gli operatori delle cooperative e del comune di Bologna a parteciparvi.  
Come trasversale movimento di lavoratori riteniamo infatti doveroso cogliere ogni occasione per unire la nostra voce a chi si oppone alle politiche di taglio e privatizzazione dei servizi degli enti locali, allo svilimento dei valori che li avevano originati, agli appalti al ribasso, al peggioramento complessivo delle condizioni dei lavoratori del sociale nel pubblico e nel privato e si batte per un numero maggiore di risorse da destinare al welfare, per la regolarizzazione dei colleghi che, pur non in possesso di titolo,  da anni con la loro professionalità hanno gestito i servizi sul territorio, per chi infine ambisce ad un civiltà che rimetta al suo centro l’uomo e i suoi bisogni e non la speculazione e la compravendita dei diritti delle persone.

Educatori Uniti Contro i Tagli


giovedì 28 maggio 2015

APERITIVO DI AUTOFINANZIAMENTO CON PRESENTAZIONE LIBRO "LA RIVOLTA DEL RISO", SABATO 13 GIUGNO DALLE 19:30 AL TPO.

Gli educatori uniti contro i tagli impegnati nella campagna per il riconoscimento dei titoli, per la continuità di reddito anche nel periodo estivo, a difesa del welfare, inclusivo, solidale e che riconosce la dignità professionale e i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici del sociale. Vi invitano all'aperitivo/dj set con la presentazione del libro "La rivolta del riso" che si terrà al TPO, sabato 13 giugno dalle 19:30. Sostieni le nostre battaglie, vi aspettiamo numerosi!


martedì 26 maggio 2015

Comunicato: "L'urlo del Welfare. Ringraziamenti per la partecipazione al presidio."



Il presidio davanti alla sede della regione Emilia Romagna, organizzato dagli Educatori Uniti contro i tagli, ha avuto luogo martedì 26 maggio dalle 9 alle 12. Gli operatori e i cittadini che si sono raccolti davanti agli uffici di via Aldo Moro 50 sono stati numerosi, pronti a rivendicare a voce alta i loro diritti di lavoratori e di partecipanti alla vita sociale. Dopo circa un’ora una prima delegazione di manifestanti è stata accolta dalla Vicepresidente della Regione, Elisabetta Gualmini, a cui si è esposta la situazione e che ha preso con i lavoratori l’impegno di approfondire il tema e di trovare delle risposte. Successivamente il presidio è rimasto al suo posto e ha tentato, come atto dimostrativo, di entrare pacificamente nel palazzo per consegnare le circa 1400 firme raccolte dalla petizione, attivata ancora a fine 2014. I manifestanti sono stati bloccati e, dopo qualche minuto un po’ movimentato, una delegazione è stata nuovamente accolta, questa volta dal Vicepresidente dell’Assemblea Legislativa, Fabio Rainieri, dall’Assessore alle Politiche per la Salute, Sergio Venturi, e dai consiglieri regionali Antonio Mumolo e Silvia Piccinini, con cui c’è stata la possibilità di un confronto aperto, onesto ed equo. Lo stesso assessore ha invitato una delegazione di 3 rappresentanti del movimento degli operatori sociali ad un incontro in Regione nel giorno venerdì 5 giugno alle 12. Quella sarà la sede in cui cominciare operativamente a capire insieme come intraprendere il percorso di riconoscimento della professionalità del lavoro sul territorio degli educatori senza titolo. L’Impegno di tutti dovrà essere rivolto a difendere la dignità del ruolo educativo e la qualità professionale e umana che ha generato e genera nei Servizi alla persona. Resta degno di grande nota la presenza attiva, in una sede istituzionale di concertazione, di una delegazione di rappresentanza dei lavoratori.

Ringraziamo per l’impegno e la partecipazione:
Tutti i lavoratori, gli educatori, le educatrici, le assistenti sociali e i cittadini che hanno partecipato;
La Rete Nazionale Re.N.O.S. per il sostegno;
Cgil, Adl Cobas, Cub Cobas e Usb per averci aiutato con la partecipazione e l’assemblea sindacale;

I consiglieri regionali che hanno sostenuto la nostra mobilitazione: Antonio Mumolo (Pd), Silvia Piccinini (M5S), Igor Taruffi (Sel).



 

mercoledì 20 maggio 2015

Comunicato presidio 26 maggio per chiedere la creazione di un percorso per la regolarizzazione degli "Educatori Senza Titolo".



“Si insegna quello che si è, non quello che si sa”. (Albert Einstein)

In un tempo in cui le dinamiche economiche contano più delle relazioni umane e la distanza tra le richieste d’aiuto degli ultimi e l’orecchio di chi dovrebbe ascoltarli aumenta ogni giorno di più, mentre il Welfare viene svenduto al miglior offerente e la professionalità diventa solo il pretesto per sbandierare qualità fittizie, mentre centinaia di lavoratori continuano a perdere tutele ogni giorno  noi Educatori Uniti contro i tagli vogliamo affermare per l’ennesima volta che la civiltà di una società si misura sulla sua capacità di rispondere e accogliere i bisogni della parte di popolazione più esposta, ovvero nella difesa di un Welfare  equo e universale.

Ecco perché martedì 26 maggio, a partire dalle ore 9 terremo un presidio davanti al Palazzo della Regione Emilia Romagna, a Bologna, viale Aldo Moro 50, durante l’assemblea del Consiglio Regionale,

per

Chiedere la dovuta attenzione al tema del riconoscimento della professionalità degli educatori senza titolo;
Rivendicare l’importanza del lavoro pluridecennale di tali figure sul territorio, lavoro ed esperienza che ha contribuito a costruire la rete dei servizi;

Difendere il diritto, presente e futuro, alla loro professione, svolta con orgoglio da anni. Diritto messo seriamente in discussione dalla deriva da tempo presa dai bandi, dalle gare d’appalto e dalle scelte istituzionali.

Avviare un percorso di regolarizzazione che permetta a questi educatori di continuare a svolgere il loro lavoro all’interno dei servizi a bando pubblico.

Sia chiaro, non è solo una questione occupazionale. La nostra mobilitazione, rivendicando il riconoscimento della qualità e della professionalità con cui faticosamente nel tempo abbiamo contribuito a costruire i servizi di questo territorio, si rivolge necessariamente alla difesa del sistema intero del Welfare affinché ad ogni cittadino in difficoltà venga riconosciuto il diritto ad usufruire del miglior servizio possibile.

Scendiamo in presidio in difesa di un modello di società inclusiva, che metta sempre e comunque al suo centro, il valore della Persona.

link per firmare petizione: https://secure.avaaz.org/it/petition/Consiglieri_Regionali_Emilia_Romagna_Universita_Lega_delle_Cooperative_Regolarizzare_gli_Educatori_Senza_Titolo_con_una_/?nFsmdfb