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sabato 19 ottobre 2013

POSTIAMO NOSTRO ARTICOLO RIFERITO ALLA SITUAZIONE DI ASC INSIEME "SERVIZI SOCIALMENTE INUTILI".


SERVIZI SOCIALMENTE INUTILI ?

 

La recente intervista che la Dott.ssa Scoccati, Direttrice Responsabile di ASCInsieme, ha concesso al programma radio “Signori e signore il welfare è sparito!”, contiene almeno un paio di spunti rilevanti che meritano qualche ulteriore considerazione. Il primo è la dichiarazione che, a fronte di un taglio lineare che fonti sindacali e interne alle cooperative quantificano intorno al 13%, la reale riduzione, trasversale ai tre lotti della gara d’appalto (rispetto all’ultima gara, non al momento in cui ASC ha rilevato i servizi dalla gestione precedente, è bene qui ricordarlo) sarebbe del 3,7%. La Responsabile di ASC ha pure aggiunto che trattasi di riduzione del fatturato, il numero delle ore educative (e dunque dei posti di lavoro) che verranno a mancare potrà essere dedotto solo dalle cooperative coinvolte. Ci pare evidente che qualcosa non torni. Le cooperative che operano sul territorio del distretto lamentano pubblicamente la persistente diminuzione dell’impegno orario dei propri dipendenti praticamente su tutti i servizi: la fatica che si vive all’interno delle organizzazioni cooperative per un sempre più impraticabile ricollocamento del personale appare in palese dissintonia con un dato come quello del 3,7%.

Ora, pur sapendo bene che come diceva un noto economista i numeri sotto tortura alla fine finiscono sempre per confessare, a noi che non siamo sociologi e tanto meno esperti in statistica, a noi che i tagli li sentiamo belli e profondi sulla nostra pelle e non in percentuali scritte su documenti che il più delle volte finiscono nei cestini ancora prima di essere smentiti, ebbene, ci si perdoni ma a noi non sembra che un educatore al posto di due (centro socio-educativo di Savigno) non sia un taglio, che la chiusura di un centro socio-educativo (Casalecchio) non sia un taglio, che la sostanziale scomparsa delle ore di programmazione nello scolastico (sono stati “salvati” 17 minuti alla settimana!) non sia un taglio. E poi non ci sono solo le ore perse per i lavoratori, la conseguenza di queste politiche è l’inevitabile, ancorché disconosciuto dalla responsabile ASC, svilimento qualitativo dei servizi in favore della cittadinanza che più ne ha bisogno. Parliamo da tecnici ora: esiste una soglia di intensità oraria e di personale sotto la quale un servizio non ha più senso di esistere se non come grottesca ostentazione di “un fare” che non comporta l’approdo a nessun processo evolutivo possibile, che non ha cioè nulla di sensatamente educativo. In sostanza, una figurina da esibire in qualche convegno o in qualche tavolo di trattativa.

La seconda cosa di rilievo emersa dall’intervista è il tentativo di legittimare la riduzione degli interventi richiamando il tema consueto di una generica “riorganizzazione dei servizi”, in particolare quelli in favore dei minori in condizione di svantaggio socio-culturale. La responsabile di ASC fa riferimento in particolare all’esperienza di Savigno, ma il giochetto di sostituire la locuzione “prevenzione del disagio” con quella apparentemente più spavalda di “promozione dell’agio” l’abbiamo, ahinoi, ampiamente visto e sperimentato a Bologna. Chiedete ad uno qualsiasi degli operatori degli Anni Verdi bolognesi com’è andata a finire. Siamo tutti per l’integrazione tra agio e disagio, ci mancherebbe, ma il lavoro dell’educatore ha a che fare con i processi di integrazione, non appartiene alla sfera del magico e dell’improvvisato, ma a quella delle scienze umane. I ragazzi che hanno problemi di relazione e di socializzazione si inseriscono all’interno dei normali centri di aggregazione giovanile solo dotandoli degli strumenti necessari per farlo, altrimenti rimangono esclusi dentro il gruppo, sai che successo pedagogico! Ingigantire il loro senso di inadeguatezza e poi chiamare questa roba integrazione. Ecco cosa fanno gli educatori, esattamente il contrario: danno a questi ragazzi quegli strumenti e li insegnano ad usare, combattono discriminazioni e sofferenze relazionali, li aiutano a diventare adulti responsabili provando a toglierli dai parcheggi esistenziali in cui vengono regolarmente ricacciati. Per farli giocare a pallone basta e avanza il pur meritorio lavoro di un oratorio sufficientemente sensibile alle diseguaglianze sociali. 

E comunque a noi resta il sospetto, la Dott.ssa Scoccati non ce l’ha levato, che le politiche sociali ormai siano in mano agli “sforbiciatori” delle ragionerie pubbliche e non alle visioni progettuali che la politica, per potersi almeno definire tale, dovrebbe sempre avere. A maggior ragione in tempi di crisi economica.

Questi sono i motivi che ci inducono a guardare con grande attenzione al tavolo di trattativa che si riunirà il 21 Ottobre e che vedrà coinvolti, insieme alle rappresentanze sindacali, i politici dei comuni del territorio, l’amministrazione di ASC e i referenti delle cooperative interessate. In particolare, chiediamo ai rappresentanti dei sindacati di respingere al mittente le eventuali, usuali e lacrimose spiegazioni sull’inevitabilità del ridimensionamento dei budget a disposizione dei servizi e nel caso, di promuovere forme di lotta appropriate.

Comunque vada a finire, per il dopo noi ci siamo.

 

Educatori contro i tagli



Per approfondimenti:
 

Link audio: intervista Dott.ssa E. Scoccati (Direttore generale ASC Insieme) dalla trasmissione “Signore e signori il welfare è sparito!” https://soundcloud.com/radiokairos/intervista-dott-ssa-e

 

Link audio: intervista Giorgia G. (Educatrice distretto ASC Insieme) dalla trasmissione “Signore e signori il welfare è sparito!” https://soundcloud.com/radiokairos/intervista-lavoratrice-asc

 

Link audio: intervista Salvatore D.C. (Educatore distretto ASC Insieme) dalla trasmissione “Signore e signori il welfare è sparito!” https://soundcloud.com/radiokairos/intervista-a-salvatore