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giovedì 4 febbraio 2016

NOSTRA RISPOSTA BOZZA COMMA ON. VANNA IORI.

Legge 2656 (Iori) Desidero informarvi che, a fronte di alcune preoccupazioni che mi sono pervenute, sono state apportate modifiche al testo base per rispondere alle diverse sollecitazioni. Il testo è ancora in discussione in commissione. In particolare ci tengo a segnalare che, questa è la bozza di comma che ho proposto ad integrazione delle norme transitorie: "Le disposizioni della presente legge non sono titolo per risolvere o modificare unilateralmente in senso sfavorevole per il prestatore rapporti di lavoro in corso alla data di entrata di vigore della presente legge."

Abbiamo accolto con interesse la nota suddetta dell’On. Iori, che informa della bozza di comma da aggiungere al testo base della proposta di legge 2656. Crediamo che sia un primo passo importante e doveroso sulla strada del riconoscimento dei diritti e della professionalità degli educatori, nella totalità della loro categoria. Tuttavia non è abbastanza. La paura forte non è, dopo anni di servizio sul territorio e di competenze spese nella costruzione e nella gestione dei servizi, che i datori di lavoro, e parliamo principalmente del settore del privato sociale, lascino improvvisamente senza lavoro un numero per nulla irrilevante di educatori ed operatori del settore educativo. Bensì il rischio fondato sta più in alto, laddove l’ente pubblico appaltante, nella sua arbitrarietà decisionale, presenti nei bandi di gara la richiesta di operatori che abbiano come criterio imprescindibile quello del possesso del titolo specifico, come già sempre più avviene. Il timore è che questo possa avvenire in maniera totalizzante dopo l’eventuale approvazione della legge, lasciando improvvisamente un cifra assolutamente importante di educatori, esperti e competenti, nel rischio concreto di perdere il proprio lavoro. Inoltre, pur nella volontà di difendere la continuità sul servizio, la stessa problematica si presenterebbe nel caso frequente e inevitabile del termine di un servizio in atto, nel momento in cui l’operatore debba essere ricollocato.
Serve qualcosa che tuteli e valorizzi i lavoratori del sociale e insieme a loro la qualità alta dei servizi che hanno contribuito a creare e mantenere. Serve un elemento che, in una un legge che inquadra l’educatore all’interno di un percorso formativo definito e unico, permetta il riconoscimento della professionalità di chi per anni sul campo ha speso il proprio valore per il benessere sociale alla pari di tale percorso.

Gli Educatori Uniti contro i tagli ribadiscono ancora una volta la loro disponibilità al dialogo e alla collaborazione, coscienti di rappresentare la voce che sale dal basso.