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sabato 3 marzo 2012

NOSTRA NOTA DI RINGRAZIAMENTI PER LA CALOROSA PARTECIPAZIONE ALLA FESTA DEGLI EDUCATORI UNITI CONTRO I TAGLI.



Ieri sera ha avuto luogo la festa degli educatori contro i tagli di Casalecchio di Reno per festeggiare un anno di iniziative e di lotte contro i tagli al welfare. Vogliamo ringraziare innanzitutto il TPO perché ormai è la 5 volta che ospita una nostra iniziativa, ringraziamo tutti Voi per esserci ogni volta, tutti coloro che sono stati al nostro fianco come le maestre degli asili nido, assistenti sociali, operatori sociali, artisti come i cantanti dei gruppi che partecipano alle nostre feste, tutti.



Non abbiamo voluto fare una festa fine a se stessa ma volevamo cogliere l’occasione  per  raccontare  da dove nasce tutto, chi siamo e cosa festeggiamo.



Da dove è nato il coordinamento degli educatori uniti contro i tagli è  presto detto: un giorno fra i tanti tra dicembre 2010 e gennaio 2011, circolavano voci fra gli educatori del distretto di Casalecchio, che i propri servizi sarebbero stati tagliati. Senza un confronto con i lavoratori, con le parti sociali, con le famiglie, e con le Cooperative che gestivano i Servizi sul territorio, veniva comunicato da un giorno all’altro con modalità assai discutibili,  che ASC, Azienda Consortile, ovvero uno spin-off dei Comuni del Distretto di Casalecchio di Reno, avrebbe tagliato di 1,5 milioni di euro le risorse destinate ai servizi sociali ed educativi.

Una perdita netta di 15-20 posti di lavoro tra il personale socio/educativo, rinforzando così l’incubo degli ammortizzatori sociali per centinaia di lavoratori e lavoratrici (operatrici e operatori) i cui stipendi già difficilmente superano i 1.000 euro al mese.



I Servizi da tagliare dovevano essere la scuola, ossia un taglio agli interventi di sostegno alla disabilità, ai centri socio/educativi,  l’educativa di strada e al lavoro.

Tutto ciò significava demolire un lavoro di anni sui minori a rischio di devianza, agli esclusi sociali, agli ultimi. E com’è finita?  

Abbiamo vinto, almeno la prima parte della lotta, abbiamo respinto il taglio.

Abbiamo dimostrato che i lavoratori, i genitori, la cittadinanza possono essere più forti se uniti.



Ci sono state le nostre lotte, manifestazioni insieme alle famiglie ed ai ragazzi con cui lavoriamo, articoli sui giornali, partecipazione ai tavoli sulla riprogettazione dei servizi, assemblee sindacali, promozione di una assemblea sul welfare da cui abbiamo potuto ricavare e pubblicare una brochure e ci siamo dati da fare per creare delle forme di comunicazione per raccontare tutto questo e produrre materiale:



-          un blog che in un anno ha raggiunto più di 33 mila visualizzazioni, sul quale mettiamo tutto il nostro materiale, articoli di giornale e comunicati sindacali che ci riguardano o riguardano argomenti che ci interessano.

-          una trasmissione radio  che va regolarmente in onda ogni martedì alle 18 su Radio Kairos dal titolo “Signore e signori il Welfare è sparito” e che ha ottimi gradienti di ascolto, dove cerchiamo di dare voce e spazio agli operatori sociali.

-          una pagina facebook  dove abbiamo raggiunto più di mille amicizie e attraverso cui pubblicizziamo ogni nostro evento come quello di questa sera,  e siamo aggiornati su quanto accade ad altre realtà.



E’ attraverso questi mezzi che ci stanno conoscendo in altre parti di Italia, così come noi cominciamo a conoscere realtà con situazioni simili alla nostra come gli OSS indignati di Venezia, o di Napoli…

Lo scopo è quello fare rete con altre realtà per connettere le lotte, per essere più forti, poter prendere parola attivamente e non subire le politiche che ovviamente consideriamo scellerate del governo precedente ma anche di questo. Lo vogliamo fare con forza e in tutti i modi possibili.



Chi siamo: siamo educatori professionali e  non, siamo assistenti sociali, siamo operatori di base,   che lavorano da anni sul territorio Casalecchiese e Bolognese, siamo dipendenti quasi tutti di Cooperative da molto tempo ma siamo anche cittadini che vogliono un welfare vero e più giusto. Siamo iscritti a sindacati diversi, a volta anche non iscritti a nessun sindacato, iscritti a partiti, non iscritti a partiti, siamo anche volontari e siamo anche soci di cooperative, qualcuno di noi crede anche nei valori della cooperazione, qualcuno crede di più nei valori della condivisione cittadina, qualcuno di noi è anche attivista di centri sociali, qualcuno di noi è ancora studente..…La cosa positiva è che la trasversalità che ci caratterizza come Coordinamento, senza dubbio ci arricchisce e fino ad ora ci ha resi liberi di esprimere le nostre posizioni su grandi ed importanti obiettivi riconosciuti da tutti.

Il nostro Coordinamento è sempre stato aperto e lo è anche ora, aperto a tutti quelli che vogliono con noi avere un punto di riferimento fuori dai cappelli, prendersi la parola come operatori e che vogliono farsi ascoltare. Laddove si lotta per un welfare più giusto noi ci saremo, laddove si lotta per migliori condizioni di lavoro noi ci saremo, laddove occorrerà difendere i posti di lavoro e lo stipendio, noi ci saremo!

Concerto del Parto delle nuvole pesanti alla nostra festa.

La nostra mostra: "Neanche mezz'ora di meno!" Un anno di mobilitazione.





Coordinamento educatori ed educatrici  contro i tagli




mercoledì 29 febbraio 2012

NOSTRO COMUNICATO: DISTRETTO DI CASALECCHIO DI RENO, DOVE VANNO I SERVIZI EDUCATIVI?

«Ho inventato l’acqua in polvere, ma non so in cosa scioglierla». (Lenny Bruce)



Distretto di Casalecchio di Reno: dove vanno i servizi educativi?



Video meliora proboque, deteriora sequor.

(Vedo le cose migliori e le lodo, seguo le peggiori).



Tutti ricordiamo ancora, erano i primi mesi del 2011, l’avvio della lotta che gli educatori e le educatrici del Distretto di Casalecchio di Reno hanno promosso per bloccare i tagli annunciati dall'Azienda Consortile AscInsieme (ASC).
Una vertenza complessa, conclusasi con una sostanziale vittoria e il ritiro di gran parte di quei provvedimenti.
Una mobilitazione sostenuta e accompagnata  dai genitori dell'utenza, dai sindacati e da ampia parte della cittadinanza del Distretto. Anche alcune forze politiche del territorio sentirono la necessità di solidarizzare con le ragioni della protesta. 
In vista della scadenza dell'appalto, prevista inizialmente per dicembre, prorogata poi a giugno 2012, il Distretto e ASC hanno attivato un percorso, Come costruiamo il futuro del welfare nel Distretto di Casalecchio di Reno, volto a creare una  modalità concertata di riprogettazione dei servizi, coinvolgendo cittadinanza, scuole, utenza, terzo settore e sindacati.
L'assioma su cui si basano questi “Future Lab's” è la necessità di coinvolgere le soggettività legate ai servizi nella rimodulazione/ridefinizione degli interventi sui disabili, anziani, famiglie, adulti in difficoltà e disagio minorile.
A prescindere dal risultato, questa modalità “includente” presenta il vantaggio di “ascoltare” tutte le parti e determinare una modalità decisionale apparentemente non autoritaria e direttiva.
Il timore, alquanto fondato viste anche le recenti querelle sorte intorno alla questione recupero ore perse causa neve, è però quello che la vera discussione sulla riprogettazione non venga fatta in quella sede ma piuttosto in quella di approvazione dei bilanci delle Amministrazioni Locali. 

Non vorremmo dunque che il percorso Come costruiamo il futuro del welfare nel Distretto di Casalecchio di Reno, diventasse semplicemente un luogo di discussione utile a esibire un’immagine di condivisione e orizzontalità, mentre le reali risorse a disposizione dei Future Lab’s per determinare le facoltà di indirizzo sono veramente limitatissime (e forse già individuate).
Se è vero (come è vero) che sono cambiati i bisogni della comunità, allora si deve anche ammettere che questo modello di welfare fatica a soddisfare i bisogni dei cittadini, semplicemente perché è aumentato il numero di cittadini/famiglie poveri/e. Senza maggiori investimenti di know-how, di tempo educativo dedicato alla relazione con le persone svantaggiate o in stato di indigenza, non possiamo certo pensare di poter migliorare il benessere complessivo di una comunità.
Al contrario, rischiamo di creare un welfare basato sul pressapochismo della buona volontà dei singoli con un carico di lavoro insostenibile per le assistenti sociali e le figure educative collocate nei punti di giuntura tra i vari soggetti del territorio.
Suvvia, oggi nessuno può sostenere con una qualche argomentazione seria che il benessere di una comunità si migliora attraverso la riduzione dei servizi alla persona.

Pensiamo al disagio minorile.

Da più parti avanza l’ipotesi salvifica di fare ampio ricorso all’associazionismo e al volontariato, soprattutto attraverso la proliferazione di spazi di doposcuola (Bologna insegna) con un appeal notevole sulla cittadinanza, ma incapaci per loro natura di sostituirsi ai progetti educativi che ambiscono a lavorare sul minore nella sua complessità, per garantirgli gli strumenti necessari per sottrarsi ad una vita di privazioni sociali e culturali. Per tenerlo aggrappato al suo territorio, per evitargli un percorso di istituto, comunità o carcere minorile che sia, costoso per i Servizi e penalizzante per lui. Per scongiurare il proliferarsi di potenziali attori di un conflitto sociale che potrebbe un giorno rivelarsi ingovernabile.
Noi educatori delle cooperative sociali siamo consapevoli di avere un costo superiore ai lavoratori dell’associazionismo e del volontariato, ma sappiamo anche che solo il nostro lavoro può arginare l’invasione di fenomeni di devianza e di conflittualità sociale legati al disagio attuale che soffre il mondo giovanile.
Se si parla di un utilizzo sempre maggiore del volontariato nei servizi, parallelamente non si può non parlare di restrizione dei servizi di competenza degli educatori e delle assistenti domiciliari.
Non è certo qui in discussione la nobiltà o l’utilità del volontariato nel mondo contemporaneo. Molti di noi, in forma privata e non esibita, fanno attività di volontariato altrove.
Ma il volontariato non può che essere la prestazione volontaria (non retribuita) di un cittadino.
Non può trasformarsi in una presenza strutturata e permanente all'interno dei servizi.
Altrimenti, possiamo dire fin da ora addio ad un servizio di qualità, quello che si pone come obiettivo la progettualità permanente per modificarsi in base alle trasformazioni dei bisogni sociali e culturali del nostro tempo, quello che si offre come riferimento a chi ha bisogno di riferimenti, come cura, aiuto, sostegno, nell’accezione più nobile che siamo usi dare a queste parole.



“L’educazione non esiste, ma esistono gli educatori. In carne ed ossa: ed è il loro lavoro che può costruire, allora, un ambito di ricerca scientifica e cioè ciò che fanno, dicono, promettono, disciplinano. I gesti, le parole, gli esempi, le regole, creano ciò che chiamiamo educazione: e da questi fatti occorrerebbe partire per parlare di scienza”.

(Duccio Demetrio, pedagogista)