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venerdì 21 novembre 2014

COMUNICATO "QUESTIONE TITOLI EQUIPOLLENTI".

In questi anni varie regioni, tra cui Veneto, Liguria, Lombardia e la stessa Emilia-Romagna, hanno emanato delibere per il riconoscimento di titoli in ambito sanitario.

Chi ha lavorato per anni ma senza avere un titolo come educatore sanitario, logopedista, fisioterapista, terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, tecnico della riabilitazione psichiatrica e altro, ha potuto finalmente regolarizzare la propria posizione lavorativa.

Ora viene da chiedersi: e gli educatori? quanto devono aspettare per essere regolarizzati?

Quando la nostra regione avrà finalmente l'obiettivo etico e politico di regolarizzare anche il lavoro di quanti, per anni, con impegno e passione, acquisendo professionalità e competenze sul campo e nelle ore di formazione spesso cercate e frequentate autonomamente, hanno avviato, investito e lavorato nei servizi rivolti a minori e adulti?

Il rischio grave è che gli educatori senza titolo, la loro professionalità, e i risultati raggiunti negli anni di lavoro siano considerati residuali o non considerati per nulla e quindi finiscano nella più piena svalutazione. Tutto questo nel silenzio della politica e dei sindacati.
C'è da chiedersi: su cosa costruiremo il futuro dei servizi se non diamo valore o, al contrario, buttiamo via il patrimonio esperienziale di chi da anni questi servizi ha contribuito a costruirli e farli crescere?

Crediamo che una sanatoria non solo sia possibile, ma sia l’unica opzione valida, la strada da intraprendere.
Una sanatoria, l'ultima, che regolarizzi situazioni instabili, che valorizzi il lavoro svolto, che tuteli la storia di molti servizi attivi sul territorio, che permetta alle nuove generazioni col titolo, formate in un momento storico che vede mutate le condizioni lavorative e occupazionali, di poter avere una base su cui poggiarsi e da cui attingere nel loro percorso di crescita umana e professionale.
Dobbiamo crederci tutti insieme.


Educatori uniti contro i tagli