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martedì 21 febbraio 2017

DA COSA PASSA IL RICONOSCIMENTO DELLA PROFESSIONALITÀ DELL’OPERATORE SOCIALE?

La legge Iori-Binetti 2656 è giunta all'ultimo passaggio della sua approvazione definitiva in parlamento.
Cosa succederà da qui in avanti? Che finalmente la categoria dei lavoratori del sociale assumerà un nuovo riconoscimento all'interno del mercato del lavoro e dei Servizi? Che verrà definito chi sono, cosa fanno, quanto necessari sono? Che ci saranno nuovi investimenti, pubblici e privati, sui Servizi territoriali? Che il nostro contratto nazionale, scaduto ormai dal 2012, verrà preso finalmente in considerazione e si stabilirà un salario dignitoso per una categoria sfruttata e sottopagata? Che finalmente, con la definizione di un curriculum formativo universitario la nostra professione e la nostra categoria di lavoratori possano acquisire la meritata dignità sociale?
Queste sembrano le volontà sottese, eppure siamo molto preoccupati da quello che ci attende, a fronte delle insoddisfacenti risposte sulla reale attuazione e il reale impatto che la legge Iori-Binetti porterà nel lavoro quotidiano.
Più ci guardiamo attorno e più questa proposta di legge ci appare in contraddizione con la realtà dei Servizi alla persona e con le condizioni professionali di chi ci lavora in esso.
Una realtà che vede educatori scolastici che lavorano senza un’equipe e con ore di programmazione tendenti a zero, educatori abbandonati sul territorio a gestire gruppi in solitudine, senza una sede, un luogo fisso in cui poter svolgere le attività, colleghi che per mesi non vengono pagati, che fanno turni di notte “passivi”, non retribuiti, educatori che utilizzano le loro molteplici competenze per poter offrire un lavoro di qualità. Tutto questo in una realtà che continua a seguire la logica delle esternalizzazioni al ribasso e si concretizza in situazioni di grave precarietà lavorativa, rispetto ad un sempre maggior bisogno di risposte sociali ed educative. Non possiamo fare altro che chiederci se non siano proprio queste condizioni, così profonde e incancrenite da non essere più notate come invalidanti, a togliere la dignità non solo alla professione di operatore sociale, ma anche a chi stesso la svolge.
Nella complessità del “Welfare-Wild-West”, fa nascere dubbi e domande l'avvento di una legge che risulta slegata dal contesto in cui lavoriamo e dalla concretezza delle condizioni. Una legge che parla di università, di crediti e di mansioni ulteriori da acquisire, mai di tutele e riconoscimenti per i lavoratori, rischiando altresì di aggiungere ulteriori oneri economici ad una delle categorie in assoluto meno pagate in Italia.
Non riteniamo sia sbagliato puntare sulla formazione e sulla professionalizzazione degli educatori, tutt’altro, ma perché non investire sul diritto di formazione, sugli obblighi formativi annuali e non valorizzare in maniera ufficiale i percorsi di formazione continua? Perché rinforzare e riconoscere solo e soltanto i percorsi universitari come professionalmente formativi, consolidando sempre più gli interessi politici ed economici dell’accademia, anche in relazione alla fallita unificazione dei percorsi formativi in ambito sociale e sanitario, ignorando quindi le direttive europee?
Quest’ultimo punto ci sembra infatti l’elemento più contraddittorio e difficile da accettare della proposta di legge, insieme all’irrispettosa scelta, a cui finora nel concreto ufficialmente mai è stata proposta un’alternativa, di scaricare sulle spalle del singolo lavoratore l’onere economico del corso universitario obbligatorio da 60 crediti, previsto per chi, da norme transitorie, vorrà prendere l’equipollenza.
Il primo riconoscimento che serve alla categoria degli educatori è certo il riconoscimento della professionalità, ma non limitato al percorso accademico precedente allo svolgimento della professione, bensì di pari passo esteso obbligatoriamente ad un adeguato riconoscimento economico, bilanciato anche alla richiesta vincolante di un titolo di laurea e in linea con gli altri paesi europee paragonabili per livello economico e costo della vita al nostro, ed al miglioramento delle condizioni di lavoro e della qualità dei servizi.
Ricentriamo il dibattito su quello che veramente manca, da decenni, nel settore del lavoro sociale: un investimento in termini economici e di pensiero, che possa garantire veramente condizioni di lavoro dignitoso e un servizio di qualità per l’intero tessuto sociale.
L’affermazione forte del nostro bisogno di senso, rispetto, valore e qualità, come educatori, lavoratori e persone, passa già attraverso un dialogo aperto, confronti e dibattiti sui territori, attraverso insomma una linea di discussione che attraversa l’intero paese e costruisce un’unità e una mobilitazione nazionale che si sta preparando ad emergere in maniera prorompente.
Rete Nazionale Operatori Operatrici Sociali.

martedì 14 febbraio 2017

SPORTELLO D'ASCOLTO PSICOLOGICO PROMOSSO DAGLI EDUCATORI UNITI CONTRO I TAGLI

E' attualmente operativo lo "Sportello di ascolto psicologico per
lavoratori del sociale", costruito dagli Educatori Uniti Contro i Tagli
insieme alla Dottoressa Serena Saggiomo e Sara Loffredo.
Un piccolo primo passo per diffondere la cultura del benessere e della
tutela psicologica di professioni emotivamente faticose, troppo spesso
abbandonate a se' stesse.
Si accede ai colloqui prenotandosi al numero 3205739784 oppure
3391800060
Scrivendo all'email sportellodascoltoeucit@gmail.com
Lo sportello è gratuito ed è aperto da Gennaio 2017
tutti i Martedì presso gli spazi del TPO ( via Casarini 17/5) dalle
18:00 alle 21.30.
Cosa non è:
- Non è uno spazio di psicoterapia personale né uno spazio per
"curare" dei disturbi.
- Non è un momento che sostituisce le supervisioni singole o di Equipe
che dovrebbe offrirti la cooperativa.
Cosa può essere:
- uno spazio neutro e imparziale di riflessione sui vissuti personali
legati al proprio lavoro di educatore, ai rapporti con l'utenza e con la
"cornice" lavorativa.
- un aiuto per superare un momento di impasse emotivo legato al proprio
lavoro.
- un momento in cui, con l'aiuto di un esperto, si può valutare il
proprio livello di burnout e stress lavorativo ed essere informati sui
possibili percorsi da intraprendere.
- uno spazio libero di ascolto e di catarsi.

mercoledì 1 febbraio 2017

NUOVO BLOG

Vi informiamo che da oggi sarà operativo il nostro nuovo blog https://educatoriuniticontroitagli.noblogs.org/ questo blog rimarrà aggiornato ancora per qualche giorno per rimane come archivio delle nostre lotte, campagne, feste, eventi ed informazione fatta dal 2011 ad oggi. Continueremo ad informarvi dal nostro nuovo Blog e come sempre dalla nostra pagina facebook e dalla nostra trasmissione "Signore e signori il welfare è sparito!". Stay tuned...

giovedì 26 gennaio 2017

Nostro pensiero per Nadia Pulvirenti

Nadia


Sei morta nel giorno in cui correva l’anniversario della morte di Giulio e a guardarli sui social network, oggi i vostri sorrisi si assomigliano tantissimo. La nostra meglio gioventù: le vostre immagini di ragazzi pieni di vita sono tutto ciò che c’è rimasto per sperare ancora in questo paese così ingrigito e stanco. Siete molto più vivi voi di tutti questi celebranti di messe riparatrici che sghignazzano perché potranno finalmente riempire le poltrone dei loro macabri talk show con il vostro sangue. Che mestiere farabutto il nostro, Nadia: ci si può anche morire, in un turno qualsiasi, tra le sedie di un refettorio all’ora di pranzo, a un quarto di secolo di vita appena scoccato. E tutti giù a scrivere che è morta una santa, una martire che dedicava il suo tempo ai più sfortunati, agli ultimi. Io no, io dico che non è morta una santa, ma una lavoratrice, una mia collega, un’operaia della cura, una funzionaria delle relazioni umane. Un mestiere impenetrabile il nostro, Nadia: la stragrande maggioranza di persone non lo concepisce neppure: quando ci va bene, questi pensano che siamo dei bravi ragazzi che fanno del bene al prossimo, una colonia di boy scout altruisti che formano la propria personalità in eterno donandosi agli altri. Nessuno che dice che per questo ci meriteremmo uno stipendio più decoroso, delle condizioni contrattuali più degne, una legislazione adeguata e non affidata alla contrattazione parlamentare tra i vari tutori dei diversi baronati universitari. Adesso tutti giù a scrivere che ci vogliono le telecamere nei luoghi dove lavoriamo, come se ci fosse differenza a essere filmati o no quando si muore, tutti a mettere in evidenza che quello era un marocchino, e tutti giù con i “sbattiamoli fuori questi bastardi”. Quanta banalità scorre nelle vene di chi guarda la vita passargli accanto senza viverla e commentandola soltanto. Mi piacerebbe che potessi rispondere tu a questi idioti dell’attimo dopo, a questi sciacalli delle disperazioni altrui, mi piacerebbe che fossi tu a mandarli tutti quanti affanculo. Ma tu ora stai in silenzio e io non so dove sei. Tocca a noi difendere il senso di ciò che facevi, di ciò che facciamo ogni giorno. Tocca a noi mantenere in vita il tuo sorriso Nadia, il tuo sorriso così simile a quello di Giulio.
Paolo Coceancig
Educatori Uniti Contro i Tagli - ReNOS


Link articolo: http://www.lastampa.it/2017/01/24/italia/cronache/omicidio-a-iseo-uccide-a-coltellate-una-volontaria-allinterno-di-una-struttura-protetta-4fGTqC9AnnRu0AaaqkBnHM/pagina.html

venerdì 20 gennaio 2017

Aperte prenotazioni "Sportello di ascolto psicologico per lavoratori del sociale".

E' attualmente operativo lo "Sportello di ascolto psicologico per lavoratori del sociale", costruito dagli Educatori Uniti Contro i Tagli insieme alla Dottoressa Serena Saggiomo.
Un piccolo primo passo per diffondere la cultura del benessere e della tutela psicologica di professioni emotivamente faticose, troppo spesso abbandonate a se' stesse.
Si accede ai colloqui prenotandosi al numero 3205739784.
Scrivendo all'email sportellodascoltoeucit@gmail.com
Lo sportello è gratuito ed è aperto da Gennaio 2017
tutti i Martedì presso gli spazi del TPO ( via Casarini 17/5) dalle 17.30 alle 21.30.



Cosa non è:
- Non è uno spazio di psicoterapia personale né uno spazio per "curare" dei disturbi.
- Non è un momento che sostituisce le supervisioni singole o di Equipe che dovrebbe offrirti la cooperativa.
Cosa può essere:

- uno spazio neutro e imparziale di riflessione sui vissuti personali legati al proprio lavoro di educatore, ai rapporti con l'utenza e con la "cornice" lavorativa.
- un aiuto per superare un momento di impasse emotivo legato al proprio lavoro.
- un momento in cui, con l'aiuto di un esperto, si può valutare il proprio livello di burnout e stress lavorativo ed essere informati sui possibili percorsi da intraprendere.
- uno spazio libero di ascolto e di catarsi.

Link audio per approfondimento: https://soundcloud.com/radiokairos/signore-e-signori-il-welfare-e-sparito-martedi-10-gennaio-2017

martedì 3 gennaio 2017

“SPORTELLO DI SOSTEGNO PER EDUCATORI”

Gentilissime/i tutte/i

alcuni mesi fa siamo stati contattati da Serena che, dopo averci conosciuto attraverso il web, ha voluto farci una proposta che nella sua semplicità abbiamo trovato molto stuzzicante. Pur essendo psicologa di formazione, Serena opera da anni  come educatrice in una cooperativa. Avendo visto nella sua realtà lavorativa molti colleghi andare in difficoltà sul piano psicologico per tutta una serie di questioni ben note a chi fa i nostri mestieri, e rilevata la necessità di aprire spazi di elaborazione per i  vissuti più faticosi, ha provato a proporre in giro l'attivazione di uno sportello d'ascolto senza mai averne a rimando una risposta positiva.    
Noi invece condividiamo questa necessità, per cui ben volentieri abbiamo accolto tale proposta. Il senso stesso della nostra esistenza come "Educatori uniti contro i tagli", tra l'altro è anche quello di proporsi come gruppo d'appoggio per i colleghi che vogliono attivare iniziative che in qualche modo sperimentino forme operative di cambiamento per chi pratica mestieri di cura dell'altro e dunque è soggetto a particolari forme di patalogie. 
Il burnout, per esempio, ormai da tempo è riconosciuto come sindrome da affaticamento lavorativo e malattia professionale peculiare del nostro settore, non di meno risulta ancora complesso individuarlo e riconoscerlo per prevenirlo. Non di rado la cosa ha delle ricadute a livello di sofferenza psicologica anche sulla propria vita personale.  Aggiungiamo inoltre che il taglio delle risorse non permette più alle cooperative di appartenenza di investire cifre importanti sulla prevenzione di tali disturbi in supervisioni, formazioni o altre opportunità del genere.  
Ecco dunque che, con la proposta di Serena, nel nostro piccolo proveremo a dare un punto di riferimento ai colleghi che riterranno di averne bisogno e, perché no, anche a cercare di fungere da stimolo per la diffusione di pratiche socializzanti tra chi opera nei nostri ambiti e rischia costantemente di scivolare nella faticosa condizione di "solitudine professionale". Cominceremo con un breve periodo sperimentale dove allo sportello ci sarà principalmente Serena, viste anche le sue competenze e la sua formazione professionale (http://www.psichebologna.it/), nel caso sarà necessario,  provvederemo in un secondo momento ad affiancarla con altre figure accredidate.  


Lo sportello è gratuito ed è aperto da Gennaio 2017
tutti i Martedì presso gli spazi del TPO ( via Casarini 17/5) dalle 17.30 alle 21.30.
Lo sportello, gestito da psicologi psicoterapeuti,
offre un percorso di massimo 5 colloqui di sostegno sul tema dello stress lavorativo correlato al ruolo di lavoratore del sociale.
Si accede ai colloqui prenotandosi al numero 3205739784– Dott.ssa Serena Saggiomo

SPORTELLO DI ASCOLTO PSICOLOGICO PER EDUCATORI

Cosa non è:

- Non è uno spazio di psicoterapia personale né uno spazio per "curare" dei disturbi.
- Non è un momento che sostituisce le supervisioni singole o di Equipe che dovrebbe offrirti la cooperativa.

Cosa può essere:

- uno spazio neutro e imparziale di riflessione sui vissuti personali legati al proprio lavoro di educatore, ai rapporti con l'utenza e con la "cornice" lavorativa.
- un aiuto per superare un momento di impasse emotivo legato al proprio lavoro.
- un momento in cui, con l'aiuto di un esperto, si può valutare il proprio livello di burnout e stress lavorativo ed essere informati sui possibili percorsi da intraprendere.
- uno spazio libero di ascolto e di catarsi.