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venerdì 7 ottobre 2011

PER NON DIMENTICARE LE VICENDE DEI LAVORATORI DI GECO E DOLCE:

Video realizzato in occasione dell'ultimo presidio dei lavoratori e lavoratrici della coop. GECO, con la solidarietà dei colleghi della coop. DOLCE il 7 settembre 2011. La lotta continua.....

giovedì 6 ottobre 2011

RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO:

Assemblea 10 ottobre 2011 presso H.U.B.

pubblicata da Coordinamento Operatori Sociali Bologna il giorno mercoledì 5 ottobre 2011 alle ore 22.27
Il Comune di Bologna sperimenta il modello (anti)welfare
CHI SONO LE CAVIE?
Da mesi proseguono le mobilitazioni delle educatrici e degli educatori delle cooperative sociali. La nuova gestione dei servizi educativi scolastici ha visto profondamente colpiti utenti e lavoratori obbligati a stipendi da fame e a condizioni professionali fuori dal buonsenso e ai limiti della legalità. Il demansionamento degli operatori impegnati nei servizi integrativi, reso possibile grazie al placito vergognoso dei sindacati complici è uno dei colpi più recenti dell’amministrazione di Bologna al welfare cittadino, ma non sembra essere l’ultimo.
Come ha espresso personalmente il sindaco Merola, la giunta, utilizzando l’alibi intollerabile della crisi, si appresta ad affondare il welfare, a esternalizzare quel che resta dei servizi in seno al comune, a mettere nelle mani di organizzazioni di volontariato numerosi servizi educativi e di assistenza alla persona.
Ne viene un quadro allarmante perché la conseguenza diretta di questa azione è da un lato l’abbattimento della qualità dei servizi, dall’altro la cancellazione di migliaia di posti di lavoro. Parliamo di posti di lavoro qualificato da titoli o da lunghe esperienze, e retribuito già oggi con la miseria di cinque o sei euro netti per ogni ora di lavoro.
La giunta comunale di vampiri cinici e spietati vuole di più, o più correttamente, vuole di meno. Tanto per capirci, ci sono servizi che verranno riproposti in termini di volontariato, e che verranno retribuiti con due euro l’ora.
Due euro l’ora, due euro l’ora, due euro l’ora... Di cosa stiamo parlando?
Nel quartiere Navile alcuni servizi saranno appaltati ad associazioni di volontariato e retribuiti con tali cifre. Seguono la chiusura dei dormitori, i tagli all’assistenza domiciliare, oltre a quanto si è visto rispetto alla copertura dell’handicap scolastico. Siamo di fronte a una chiara scelta politica che si allarga ai comuni limitrofi, una pratica vergognosa che lede duramente la dignità e i diritti degli individui, che ci porrà presto di fronte a problemi di ordine pubblico.
Ai signori che si pregiano di autorevoli cariche istituzionali, e che si riempiono ingiustamente le tasche con lauti stipendi, si potrebbe suggerire nel rispetto della politica che stanno mettendo in campo, di farsi da parte e lasciare l’adempimento dei propri incarichi a volontari che per due euro l’ora farebbero meglio di quanto stanno facendo loro!
Di fronte a quanto sta accadendo ci prepariamo agli appuntamenti di venerdì 7 ottobre per la nottata dell’indignazione, concentramento in Piazza Liber Paradisus alle ore 19.30.
Inoltre invitiamo tutti a partecipare all’assemblea con le operatrici e gli operatori dei servizi sociali lunedì 10 ottobre alle ore 19.30 presso l’Hub, in via Luigi Serra 2h Bologna.

COORDINAMENTO OPERATORI SOCIALI BOLOGNA

lunedì 3 ottobre 2011

Il 15 ottobre andremo a Roma per prenderci cura dei nostri territori

Il coordinamento degli educatori contro i tagli, il 15 ottobre sarà a Roma insieme a tante altre realtà politiche e sociali, insieme a tanti uomini  donne, per manifestare contro le politiche economiche europee di austerity che scaricano la crisi sulle fasce più deboli della popolazione, sugli ultimi e sui penultimi.

Andremo a Roma per manifestare contro questo governo sintesi di corruzione etica, autoritarismo e politiche economiche utili alla salvaguardia dei poteri forti.

Andremo a Roma per poter parlare in prima persona e direttamente di noi, i penultimi lavoratori e lavoratrici del mondo del welfare, educatori, assistenti sociali, tirocinanti non pagati, co.co.pro della cooperazione sociale. Noi che vediamo degradato e annullato il nostro lavoro proprio in un momento storico di crisi e forti tensioni sociali in cui il lavoro di cura dovrebbe essere maggiormente implementato.

Sappiamo che questo è frutto delle politiche economiche europee di austerity che pongono forte attenzione alla compatibilità dei bilanci piuttosto che alla dignità delle vite, per questo, noi, insieme a tanti e a tante pretendiamo il diritto all'insolvenza, prima di pagare i debiti alla banche pensiamo a trovare i soldi per il welfare.

Ma come si traduce questo sui territori locali? Per noi vuol dire ridefinire le priorità. Ovvero chiediamo alle amministrazioni locali di trovare prima  i soldi per tutti gli interventi sociali ed educativi già tagliati o in corso di “rimodulazione” e poi quelli per grandi opere spesso inutili come il people mover. Chiediamo agli amministratori locali coraggio. Nella crisi bisogna osare e metter tutto in discussione. Bisogna uscire dalla regola aurea dell'imposizione dei patti di stabilità interna, sottrarvisi, disertarli, disobbedire se i patti di stabilità dicono che i soldi ci sono, ma non possono essere spesi per i servizi sociali.

Se un singolo amministratore si sottrae è un autogol, se lo fanno in tanti è una nuova forma di governare che pone al centro non le regole auree del mercato, ma il bene comune della cittadinanza.

Insomma noi andremo a Roma perchè sappiamo che finchè questo governo sarà in carica il nostro futuro sarà bloccato, ma sappiamo anche che non basta lottare per la caduta di Berlusconi, è già un dead man walking, il nostro presidente del consiglio, sono altri i poteri forti che dettano l'agenda politica e le priorità economiche e sociali.

Dobbiamo quindi, anche noi,  pensare da subito, andare oltre noi stessi, contribuire a costruire con tanti, partendo da chi è a noi più prossimo, un'alleanza sociale che sia anche un modello alternativo di società. Un’ agenda politica e sociale che rimetta al centro la dignità degli ultimi e dei penultimi.

Non pagheremo noi i vostri debiti!


Educatori contro i tagli


info per pulman: 349 1005762

mail: educatoriuniti2011@gmail.com

POSTIAMO NOSTRA LETTERA A LEGACOOP CON RELATIVA RISPOSTA RICEVUTA NEI NOSTRI CONTATTI:

Siamo educatrici ed educatori di Bologna e provincia. Siamo soci-lavoratori di cooperative sociali associate alla Legacoop, ad AGCI e alle Confcooperative, ma siamo anche operatori che cercano di difendere il più possibile la dignità della propria categoria, ovvero quella dell'educatore/trice professionale. E ci sentiamo soli nella difesa della nostra professionalità, poiché vi sono sistemi di imprese cooperative in ambito socio-sanitario che tendono a distruggere i valori stessi della nostra professione.




Come voi, anche noi crediamo nei valori della cooperazione quando vengono promossi da azioni di vera solidarietà e reciprocità. Siamo inoltre convinti che la cooperazione possa contrastare modelli economici di tipo liberista, contribuendo in modo sostanziale a far fronte all'attuale crisi economica mondiale.

Purtroppo oggi invece ci troviamo di fronte ad una serie di avvenimenti scoraggianti e contrari ai principi originari delle imprese cooperative, quelli cioè di agire in modo democratico verso i propri soci-lavoratorie/rici.



Dopo le vicende dolorose delle socie e dei soci della Coop Geco, siamo a conoscenza dell'intenzione della Cooperativa Società Dolce di inquadrare i propri educatori professionali ad un livello contrattuale più basso (B1 – Assistente all'infanzia non formato), quando questi soci e socie sono educatori ed educatrici professionali e svolgono un'attività nel settore socio-educativo con inquadramento pari al livello D1 e D2.



Perché?



Perché la Legacoop non contrasta questi modelli economici che voltano le spalle ai più elementari principi che dovrebbero sorreggere la cooperazione sociale?



Come è possibile che all’interno della stessa organizzazione convivano imprese che scimmiottano modelli competitivi e imprese che adottano modelli fondati sui valori di solidarietà e di mutualità?



La Legacoop non dovrebbe vigilare nel rispetto di questi valori?



E se questi non vengono rispettati quali strumenti di pressione potrebbe adottare?

E infine, anche voi condividete la gestione attuale delle gare d'appalto (i cosiddetti "spezzatini") dove, per ridurre i costi, si attuano passaggi coatti di inquadramenti a svantaggio degli educatori? Se no, perché non intervenite a tutela della dignità dei vostri associati?


Ci piacerebbe ricevere risposta a queste domande, pensiamo che ciò, oltre ad essere opportuno, potrebbe aprire una fase nuova nelle relazioni tra Legacoop e i soci delle imprese associate.







Gent.me/mi Educatrici ed Educatori,

vi inviamo l’accordo siglato in data 21 settembre fra Cooperativa Dolce, Legacoop Bologna e le OO.SS. FP CGIL e FP CISL che chiarisce nel merito la questione dei lavoratori che saranno impegnati, con Coop Dolce, nei servizi integrativi scolastici per alunni disabili del Comune di Bologna.
L’accordo prevede che i lavoratori che abbiano interesse alla proposta della Cooperativa Dolce per tali servizi verranno, limitatamente alla durata degli stessi, inquadrati in categoria B1, categoria formalmente coerente alle mansioni che saranno chiamati a svolgere. La parte retributiva e anche l’anzianità di servizio verranno comunque riconosciute come categoria D1 o D2, a seconda dell’inquadramento precedente, sotto forma di indennità ad personam, con l’impegno alla fine del periodo di rivalutare con le OO.SS. la situazione del servizio e l’inquadramento dei lavoratori.
Riteniamo che, pur nella difficoltà complessiva che Coop Dolce si è trovata a gestire di riorganizzazione parziale dei servizi scolastici all’handicap (quelli appunto integrativi separati da quelli preminenti), si sia espresso un modello imprenditoriale solidaristico che ha cercato di garantire lavoro e di riconoscere i diritti acquisiti dei lavoratori, almeno su un piano non residuale che è quello economico.
La recente gara inerente al sostegno scolastico che fraziona i servizi preminenti da quelli integrativi, bandita nel periodo di gestione commissariale del Comune di Bologna, ha creato una situazione che non condividiamo, perché disperde professionalità e un’organizzazione acquisita con l’esperienza di anni di lavoro e da un punto di vista squisitamente “imprenditoriale” non consente quelle “economie di scala” che potevano essere attivate mettendo in sinergia il servizio preminente con quello integrativo: queste considerazioni e valutazioni le abbiamo espresse a tempo debito, ma sono risultate inascoltate. Questa è la posizione di Legacoop e delle cooperative sociali a noi aderenti su questi contratti “spezzatino” che sono lesivi per le imprese, oltre che in primo luogo per i lavoratori.
Legacoop è al fianco delle cooperative e dei loro soci per promuovere con gli strumenti economici dell’impresa cooperativa una modalità di relazione con il mercato in cui i principi del lavoro, della libertà, della democrazia, della sussidiarietà, della partecipazione e della coesione sociale siano rispettati.
Siamo pertanto disponibili a confrontarci con quanti condividano questi principi e si adoperano con senso di responsabilità al loro sviluppo, in un momento quanto mai difficile come quello attuale per il futuro del welfare e della tenuta sociale delle nostre comunità.

Cordiali saluti,
Doriana Ballotti
Responsabile Area Welfare Legacoop Bologna