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lunedì 3 ottobre 2011

POSTIAMO NOSTRA LETTERA A LEGACOOP CON RELATIVA RISPOSTA RICEVUTA NEI NOSTRI CONTATTI:

Siamo educatrici ed educatori di Bologna e provincia. Siamo soci-lavoratori di cooperative sociali associate alla Legacoop, ad AGCI e alle Confcooperative, ma siamo anche operatori che cercano di difendere il più possibile la dignità della propria categoria, ovvero quella dell'educatore/trice professionale. E ci sentiamo soli nella difesa della nostra professionalità, poiché vi sono sistemi di imprese cooperative in ambito socio-sanitario che tendono a distruggere i valori stessi della nostra professione.




Come voi, anche noi crediamo nei valori della cooperazione quando vengono promossi da azioni di vera solidarietà e reciprocità. Siamo inoltre convinti che la cooperazione possa contrastare modelli economici di tipo liberista, contribuendo in modo sostanziale a far fronte all'attuale crisi economica mondiale.

Purtroppo oggi invece ci troviamo di fronte ad una serie di avvenimenti scoraggianti e contrari ai principi originari delle imprese cooperative, quelli cioè di agire in modo democratico verso i propri soci-lavoratorie/rici.



Dopo le vicende dolorose delle socie e dei soci della Coop Geco, siamo a conoscenza dell'intenzione della Cooperativa Società Dolce di inquadrare i propri educatori professionali ad un livello contrattuale più basso (B1 – Assistente all'infanzia non formato), quando questi soci e socie sono educatori ed educatrici professionali e svolgono un'attività nel settore socio-educativo con inquadramento pari al livello D1 e D2.



Perché?



Perché la Legacoop non contrasta questi modelli economici che voltano le spalle ai più elementari principi che dovrebbero sorreggere la cooperazione sociale?



Come è possibile che all’interno della stessa organizzazione convivano imprese che scimmiottano modelli competitivi e imprese che adottano modelli fondati sui valori di solidarietà e di mutualità?



La Legacoop non dovrebbe vigilare nel rispetto di questi valori?



E se questi non vengono rispettati quali strumenti di pressione potrebbe adottare?

E infine, anche voi condividete la gestione attuale delle gare d'appalto (i cosiddetti "spezzatini") dove, per ridurre i costi, si attuano passaggi coatti di inquadramenti a svantaggio degli educatori? Se no, perché non intervenite a tutela della dignità dei vostri associati?


Ci piacerebbe ricevere risposta a queste domande, pensiamo che ciò, oltre ad essere opportuno, potrebbe aprire una fase nuova nelle relazioni tra Legacoop e i soci delle imprese associate.







Gent.me/mi Educatrici ed Educatori,

vi inviamo l’accordo siglato in data 21 settembre fra Cooperativa Dolce, Legacoop Bologna e le OO.SS. FP CGIL e FP CISL che chiarisce nel merito la questione dei lavoratori che saranno impegnati, con Coop Dolce, nei servizi integrativi scolastici per alunni disabili del Comune di Bologna.
L’accordo prevede che i lavoratori che abbiano interesse alla proposta della Cooperativa Dolce per tali servizi verranno, limitatamente alla durata degli stessi, inquadrati in categoria B1, categoria formalmente coerente alle mansioni che saranno chiamati a svolgere. La parte retributiva e anche l’anzianità di servizio verranno comunque riconosciute come categoria D1 o D2, a seconda dell’inquadramento precedente, sotto forma di indennità ad personam, con l’impegno alla fine del periodo di rivalutare con le OO.SS. la situazione del servizio e l’inquadramento dei lavoratori.
Riteniamo che, pur nella difficoltà complessiva che Coop Dolce si è trovata a gestire di riorganizzazione parziale dei servizi scolastici all’handicap (quelli appunto integrativi separati da quelli preminenti), si sia espresso un modello imprenditoriale solidaristico che ha cercato di garantire lavoro e di riconoscere i diritti acquisiti dei lavoratori, almeno su un piano non residuale che è quello economico.
La recente gara inerente al sostegno scolastico che fraziona i servizi preminenti da quelli integrativi, bandita nel periodo di gestione commissariale del Comune di Bologna, ha creato una situazione che non condividiamo, perché disperde professionalità e un’organizzazione acquisita con l’esperienza di anni di lavoro e da un punto di vista squisitamente “imprenditoriale” non consente quelle “economie di scala” che potevano essere attivate mettendo in sinergia il servizio preminente con quello integrativo: queste considerazioni e valutazioni le abbiamo espresse a tempo debito, ma sono risultate inascoltate. Questa è la posizione di Legacoop e delle cooperative sociali a noi aderenti su questi contratti “spezzatino” che sono lesivi per le imprese, oltre che in primo luogo per i lavoratori.
Legacoop è al fianco delle cooperative e dei loro soci per promuovere con gli strumenti economici dell’impresa cooperativa una modalità di relazione con il mercato in cui i principi del lavoro, della libertà, della democrazia, della sussidiarietà, della partecipazione e della coesione sociale siano rispettati.
Siamo pertanto disponibili a confrontarci con quanti condividano questi principi e si adoperano con senso di responsabilità al loro sviluppo, in un momento quanto mai difficile come quello attuale per il futuro del welfare e della tenuta sociale delle nostre comunità.

Cordiali saluti,
Doriana Ballotti
Responsabile Area Welfare Legacoop Bologna

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