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venerdì 4 marzo 2011

MANIFESTAZIONE "NEANCHE MEZZ'ORA DI MENO" CONTRO I TAGLI NEL DISTRETTO DI CASALECCHIO:

FESTA DELL'ORGOGLIO EDUCATIVO "NO CUT PARTY":

ARTICOLO SULLA CONFERENZA STAMPA DALL'INFORMAZIONE DI OGGI:

Accorato appello al sindaco Gamberini: si riconoscano i diritti di questi bambini
Genitori sul piede di guerra
«Non si devono tagliare gli educatori dei nostri figli disabili»
La conferenza stampa tenuta ieri da genitori ed educatori
Massimo Corsini
Non sono disposti a concedere
«neanche mezz’ora di meno». E questa
volta ad urlarlo non sono gli educatori
che rischiano il lavoro a
causa dei tagli ai trasferimenti ai Comuni.
Ma sono soprattutto i genitori
stessi dei bambini che rischiano
di perdere le ore di assistenza educativa
che ieri mattina, insieme agli
operatori sociali del distretto di Casalecchio,
si sono dati appuntamento
alla “Casa della Pace” per dire no
ai tagli del sindaco Gamberini. E se
sono uomini e donne già provati
dalla loro difficile condizione famigliare,
non sono meno disposti a dare
battaglia per i loro figli. «Nell’am -
bito di una famiglia non c’è solo un
bambino disabile, ma anche due genitori
borderline che quando vanno
bene le cose sono riusciti a costruire
un punto di equilibrio comunque
instabile. È da irresponsabili
pensare che toccare questo punto
non possa avere conseguenze devastanti
», spiega Pierfrancesco, genitore
di un bimbo autistico di nove
anni. Questi genitori sentono che «i
loro diritti esistono solo sulla carta».
Una mamma parla in difesa degli educatori:
«Per i nostri figli non ci sono
letture mediche e la sola cura sono
loro, è con loro che passano la
maggior parte del tempo a scuola».
Gli stessi che magari seguono il
bambino sin dalla prima elementare.
Così per molti la paura è che ci
sia un disegno dietro ai tagli: ovvero
che la figura di questi educatori
«che sanno come fare e che sono gli
unici preparati» con i loro bambini
venga soppiantata da volontari o,
come dice un’altra mamma, Marialba,
che il possibile fallimento di CSAPSA,
Geco, Lbertas ed Epta, giovi
ad altre cooperative più grandi in
grado di offrire un’assistenza meno
qualificata. Poi, sempre la stessa,
spiega che il taglio delle ore in corso
d’anno, come dovrebbe avvenire
secondo l’amministrazione di Casalecchio,
non sarebbe nemmeno legale,
non si può fare. «Danilo Rasia,
presidente dell’Associazione Territoriale
per l’Integrazione Passo Passo,
ha detto che l’ASC si sarebbe
scusata per questa irregolarità, ma
al momento non abbiamo ancora
niente di nero su bianco». A stabilirlo,
comunque, dovrebbe essere
la legge 104 del 1992.
Gli educatori presenti hanno parlato
tutto sommato poco: giusto il
tempo di ribadire una situazione già
nota ai presenti. La soluzione per loro
è, come chiede Filippo, un educatore
fra i tanti, «che si facesse un
passo indietro e si dicesse: abbiamo
sbagliato». Fatto sta che dietro agli
sguardi provati e qualche lacrima,
c’è un forte sentimento di rabbia
mista ad una tenace intransigenza,
perché al contrario degli amministratori
che hanno a che fare con la
seppur severa materia economica,
questi genitori ogni giorno lottano
faticosamente per la vita dei loro figli
e, se è possibile passare sopra a
qualche licenziamento, come ha
detto qualcuno, nessuno è disposto
a rinunciare ad un diritto fondamentale:
quello dell’istruzione scolastica
e dell’uguaglianza agli altri
bambini. Sembra che qualcuno abbia
fatto i conti senza l’oste.

giovedì 3 marzo 2011

ARTICOLO RIPRESO DA REPUBBLICA.IT:

Casalecchio, la protesta degli educatori
"Tagliate 32mila ore di assistenza"
I Comuni del distretto tolgono risorse per oltre un milione di euro; tre di loro faranno partire la riduzione delle risorse già da fine mese. "In ginocchio i servizi per minori e handicap"
Il loro lavoro verrà ridotto, drasticamente, con nette conseguenze sulla sua efficacia. E a farne le spese, saranno le persone che beneficiano del loro impegno: soprattitto minori e handicappati. Gli educatori del distretto di Casalecchio, riunitisi in un Coordinamento ("Siamo diverse decine", spiegano) sono sul piede di guerra e sabato, dalle 14.30, manifesteranno per le strade di Casalecchio (appuntamento alla Casa della conoscenza).

LA LETTERA "Adesso basta"

"Da ormai più di un mese - scrivono - ci stiamo battendo contro i tagli al welfare e il percorso che abbiamo fatto fino ad ora (come educatrici, ducatori, sindacati, famiglie) è stato sorprendente per i risultati ottenuti: abbiamo messo sotto
pressione enti locali che pensavano di portare avanti dei tagli nel silenzio più assoluto. Non è stato così. C'è stata una mobilitazione dal basso e c'è stata una presa di posizione importante dei sindacati che, con lo stato d'agitazione e la minaccia dello sciopero, hanno ottenuto concessioni dai sindaci".

Alcuni Comuni del distretto, la maggioranza, faranno partire il taglio sul servizio socioeducativo scolastico sa settembre; tre, compreso Casalecchio, già da fine marzo. "Secondo i nostri calcoli il taglio di ore complessivo su tutti i servizi ammonterebbe a oltre 32.000 ore, comprendendo anche i tagli previsti sui servizi di prevenzione, trasporti e gite/campi solari. Le proposte del sindaco Gamberini e dei 6 Comuni che faranno partire il taglio da settembre in realtà posticipano il problema e comunque ne lasciano in piedi la parte più significativa. Come ha detto qualche genitore, non vogliamo che sia tagliata neppure mezz'ora di servizio". Alla manifestazione sono attesi anche i genitori dei ragazzi seguiti.

Pubblichiamo articolo di oggi sull'informazione di Bologna dopo nostro appello al Sindaco Gamberini:

Ma il sindaco Gamberini non retrocede: non si parli di smantellamento del wel fa r e
Gli educatori scrivono al Pd
Appello al segretario Donini per chiedere il diritto al lavoro
Massimo Corsini
Gli operatori sociali del distretto
di Casalecchio hanno
preso in mano carta e
penna per scrivere al segretario
della federazione bolognese
del Pd Raffaele Donini
e chiedere un segnale per
una condizione lavorativa
fortemente compromessa.
Ad oggi non ne sono ancora
arrivati, però.
Magari qualcuno batterà
un colpo dopo la conferenza
stampa di questa mattina.
La ragione per cui hanno
cercato proprio il segretario
del Pd come interlocutore,
dopo lo scontro con il sindaco
di Casalecchio Gamberini,
è implicita nel senso
stesso della loro protesta.
Scrivono infatti: «Siamo uomini
e donne di sinistra che
hanno votato il suo e altri
partiti del centro-sinistra e
sostenuto le sue coalizioni
perché le ritenevamo garanzia
di un’attenta tutela dei
diritti dei più deboli: patrimonio
storico dell’attenzione
al territorio delle forze
politiche nelle quali ci siamo
sempre riconosciuti».
Sostanzialmente hanno ribadito
ciò che stanno gridando
già da un po’ di tempo, e
cioè che si sta smantellando
un sistema di servizi sociali
e demolendo delle competenze.
E a gridarlo non sono
solo gli educatori che rischiano
di rimanere senza
lavoro, ma le famiglie stesse
che si avvalgono del loro intervento.
Nella lettera si definiscono
progressisti, ma ritengono
«che la parola progresso
assuma un senso solo
se la si declina e accompagna
con la parola diritto».
Chiaramente, in questo caso,
il progresso è simboleggiato
dal welfare e dal diritto
al lavoro.
Il sindaco Gamberini, nel
frattempo, non cede di un
millimetro rispetto alla posizione
assunta, e in una lettera
ad un cittadino che aveva
manifestato le sue
preoccupazioni in proposito
ribadisce le ragioni delle
sue scelte. Per Gamberini,
non si può assolutamente
parlare di smantellamento
del sistema di welfare del
territorio anche a fronte ad
una riduzione delle risorse
che in tutto il suo distretto è
pari circa 16 milioni di euro
.

mercoledì 2 marzo 2011

LETTERA APERTA DA EDUCATORI CONTRO I TAGLI:

ADESSO BASTA!

Scriviamo questa lettera in qualità di cittadini ed educatori, indignati per le modalità con cui ultimamente vengono gestite le politiche economiche rivolte alla persona.
Cosa sta succedendo?
Tagli alla cultura, tagli alla scuola, tagli alla ricerca, tagli ai servizi sociali! Quale società stiamo costruendo per il nostro futuro? O meglio: esisterà una società futura? O ci rassegneremo a vivere in solitudine, ognuno immerso nel suo tiepido isolamento, dentro una società sterile e impoverita, priva di contenuti solidali, una società egoista e prepotente. Quella società di certo non contempla noi operatori sociali, noi educatori.
Gli operatori sociali, mediatori tra cultura e scuola, tra risorse del territorio e abitanti più svantaggiati, lavorano in favore delle persone che vivono situazioni di disagio sociale o con problematiche relative alla condizione di handicap. Questo significa che ogni giorno noi educatori siamo sul campo ad affrontare contesti di devianza, disagio, emarginazione, a supportare i ragazzi con handicap nelle scuole, nei centri giovanili e sul territorio.
Conosciamo bene, e le abbiamo sottolineate svariate volte, le responsabilità delle politiche del governo Berlusconi. Però non possiamo qui esimerci dal denunciare le modalità verticistiche con cui i Comuni del Distretto di Casalecchio di Reno e “ASC Insieme” hanno deciso di attuare tagli significativi (una somma ampiamente superiore al milione di euro) in aree così sensibili della popolazione come i minori e l’handicap, riducendo le occasioni di socializzazione positiva per gli abitanti più giovani, con il conseguente aumento del rischio di episodi di microcriminalità a svantaggio dell’intera cittadinanza.
Crediamo inoltre fermamente che tali tagli siano una misura antieconomica: molti dei servizi che si vogliono tagliare sono di prevenzione e dai costi abbastanza contenuti, in grado però di evitare molti invii in comunità terapeutiche, tanto più costosi e ugualmente a carico delle amministrazioni.

SABATO 5 MARZO ALLE 14,30 saremo per le vie di Casalecchio a difendere la nostra dignità, il nostro diritto al lavoro, ma soprattutto i diritti di chi non ha voce: bambini, ragazzi, adulti in situazione di difficoltà sociale che hanno il diritto di poter credere in un futuro in cui possano sentirsi parte integrante della società. La manifestazione sarà aperta a tutti coloro che vogliano sostenerci in questo momento difficile, esprimendo in maniera libera il proprio pensiero come cittadini, aldilà di qualsiasi appartenenza politica. Infatti l’organizzazione della manifestazione è ad opera di cittadini e lavoratori, persone che come noi stanno lottando contro tagli che minano l'equilibrio dell'intero sistema sociale. Sarà un'occasione per sentirci uniti a genitori, insegnanti, universitari, ricercatori, artisti, musicisti, nel difendere le radici profonde di una società, che rappresentano ciò che siamo, saremo e che vogliamo essere.

I tagli alla scuola e l'università, ostacolano la crescita della società perché in questo modo si privano le persone di quegli strumenti indispensabili per rendersi autonome e consapevoli, in grado di trovarsi responsabilmente il proprio posto nella società.
PER QUESTE RAGIONI SIAMO CONTRARI AD OGNI TAGLIO CHE LIMITI IN QUALSIASI MODO L'APPRENDIMENTO E LA POSSIBILITA' DI ATTINGERE ALLE FONTI DEL SAPERE.

I tagli alla cultura, impediscono un sano sviluppo dei giovani (i nostri figli) e la loro possibilità di coltivare una coscienza critica, senza riuscire a distinguere i valori importanti nell'essere comunità attiva.
PER QUESTE RAGIONI SIAMO CONTRARI AD OGNI TAGLIO ALLA CULTURA CHE LIMITI LO SVILUPPO DELLA COSCIENZA CRITICA E DELLA CONOSCENZA.

Noi crediamo che tutti i tagli nei settori di crescita culturale, formativa, educativa di una popolazione siano un grosso errore, perché contribuiranno a promuovere il modello di uomo individualista, incapace di servire gli altri e di conseguenza anche se stesso.
Combattiamo la disperazione per costruire la speranza.

“Da due pericoli bisogna guardarsi: dalla disperazione senza scampo e dalla speranza senza fondamento”. (Sant’Agostino)

educatoriuniti2011@gmail.com http://educatoricontroitagli.blogspot.com/

martedì 1 marzo 2011

DOPO LE NOSTRE PROTESTE IL DIBATTITO CONTINUA, DALL'INFORMAZIONE DI OGGI:

IL CASO La ricetta di Sorbi (Udc) contro i tagli al welfare
«Ridurre spese e sprechi
per non penalizzare i servizi»
(M. G.) «Razionalizzare le
spese, ridurre il personale e rinunciare
a incarichi esterni per
limitare i tagli sui servizi del distretto
sanitario di Casalecchio
che si riverserà anche sugli altri
comuni». Questo il tema affrontato
dal consigliere provinciale
dell’Udc Mauro Sorbi, nell’ulti -
ma interrogazione presentata
in Provincia. «Un anno fa nasceva
la Asc, cioè un’azienda speciale
di tipo consortile – ha sottolineato
Sorbi - che gestisce i
servizi sociali per Casalecchio
e altri otto comuni del distretto
sanitario. Per quanto riguarda il
personale, 115 sono dipendenti
dell’azienda e, di questi, circa
30 provengono dal comune di
Casalecchio; a questi si sono affiancati,
fino ad oggi, gli operatori
di cooperative che si sono
aggiudicate il servizio in appalto.
Ma oggi non è più così, visto
che c’è stato un taglio delle collaborazioni
con le cooperative
sociali che va a discapito di persone
disagiate: si parla di un taglio
sui servizi del distretto sanitario
di Casalecchio del 5% e
di un taglio che ammonta a un
milione e mezzo di euro delle
risorse destinate ai servizi sociali
ed educativi del territorio.
Si chiariscano al più presto le
conseguenze che questo taglio
avrà sui comuni – ha concluso
Sorbi - e si rivedano le decisioni
che riguardano i tagli alle collaborazione
con le cooperative
sociali che ricordiamolo svolgono
un ruolo molto delicato
proprio nei confronti di soggetti disagiati.

domenica 27 febbraio 2011

Riprendiamo dal blog di Jacopo Fo dal sito "fattoquotidiano.it":

Comuni che tagliano le spese triplicandole
Alle porte di Bologna la Rossa, 9 comuni rossi hanno deciso che possono fare a meno dell’assistenza ai disabili e ai minori a rischio.

Quel che avviene oggi a Casalecchio e dintorni è la fotocopia di operazioni simili in molti comuni (di sinistra e di destra)… si privatizza per risparmiare e si chiudono i servizi. Trovo che questa sia una scelta sbagliata, che aumenterà i costi invece di diminuirli, e cerco ora di dimostrarlo facendo qualche conto.

Il problema di questi sindaci è tagliare 1 milione e settecentomila euro all’anno. Cosa fanno?

Innanzi tutto spendono più soldi. Un anno fa creano l’Azienda Speciale Consortile, Asc, quindi dal 2010 pagano nuovo dirigente e un nuovo Consiglio di Amministrazione, si affitta una sede, nuovi mobili, ci si carica di altre spese di gestione. Secondo alcuni lavoratori che ho interpellato si avvia una macchina che costa almeno 140 mila euro l’anno (difficile verificare i bilanci che, come al solito, sono nebulosi). Nel frattempo i vecchi dirigenti della Asl che si occupavano di questo settore non si sono vaporizzati ma sono ancora tutti alle dipendenze Asl…

Finisce il 2010 e si inizia a parlare di 15/20 operatori da licenziare (gente che prende 1.000 euro al mese). E così si arriva a chiudere un servizio che presta aiuto, tra l’altro, a circa 200 minori all’anno, oltre a un notevole numero di adulti in difficoltà e disabili.

Ora, bastano i conti della serva per capire che si tratta di darsi la zappa sui piedi.

Ma prima di fare questo semplice calcolo aritmetico vorrei dire che non stiamo parlando di un servizio sociale a caso. Stiamo discutendo di una delle migliori strutture d’Italia. Un gruppo di lavoro che funziona veramente. E’ una struttura che conosco da 20 anni. Una squadra che è riuscita a organizzare progetti straordinari, trovando autonomamente finanziamenti dell’Unione Europea e portando veramente i ragazzi che vivevano situazioni domestiche allucinanti, tra povertà e follia, a rifarsi una vita. Si sono occupati di curarli, di proteggerli, di formarli, di fargli fare esperienze eccellenti, dagli scambi culturali in tutta Europa ai seminari di arte e ecologia ad Alcatraz.

Parliamo del primo gruppo di operatori sociali che sia riuscito in Italia a creare una vera sinergia tra scuola, amministrazione pubblica e forze dell’ordine, arrivando a sviluppare un prevenzione del crimine e un controllo sociale del territorio grandiosi (incredibile ma vero, troppo spesso le istituzioni non dialogano, non condividono le informazioni e non agiscono in modo sinergico).

La domanda aritmetica è: quanto vale questo lavoro?

Difficile valutare quanto risparmio produca per la collettività uno scippo evitato o un ragazzo che non va a sbattere in moto. Quindi lasciamo perdere le implicazioni più generali del lavoro di assistenza sociale, che comunque ci sono e sono sostanziose… Conteggiamo solo le spese dirette del Comune.

Ad esempio, nel distretto di Casalecchio di Reno c’è il Comune di Meraviglia, di medie dimensioni: qui sono stati spesi circa 60.000 euro l’anno per interventi educativi di prevenzione sul territorio. In 10 anni 600.000 euro. Sono stati seguiti 15 minori l’anno. Negli ultimi 10 anni, 150 minori (4.000 €/anno). Negli ultimi 10 anni sono stati evitati almeno 12 allontanamenti di minori. La durata media di un collocamento in struttura è di tre anni, con un costo di 45.000 € /anno. Il Comune di Meraviglia non ha speso 1.620.000 euro.

Totale speso € 600.000
Rischio di spenderne € 1.620.000
Risparmio € 1.020.000

Lo stesso identico discorso lo potremmo fare per casi di aduti emarginati o per il settore disabilità: prevenire è più economico che curare. Un disabile lasciato a sé stesso e ai mezzi della sua famiglia, a volte già in difficoltà, avrà molte più probabilità di perdere autosufficienza o di essere abbandonato, e quindi finire a pesare totalmente sull’assistenza pubblica. Anche qui conviene prevenire l’acuirsi del disagio…

Questi discorsi sono comprovati da svariate ricerche. Ad esempio ho collaborato con una cooperativa sociale dell’area di Treviso che, confrontando i costi dei Comuni che investivano in assistenza ai disabili dando vita ad attività ricreative, culturali e di inserimento nel lavoro, spendevano realmente meno dei Comuni che si limitavano a fornire ricoveri nei casi che si aggravavano.

E solo pochi giorni fa, proprio sulla home del Fatto online, campeggiava un articolo di Luigi D’Elia e Nicola Piccinini che, sulla base di dati statistici inglesi, sosteneva il valore economico della prevenzione e dell’assistenza, anche per situazioni come la depressione e il disagio mentale: “in Gran Bretagna sono stati gli economisti a occuparsi di depressione: per una persona depressa, un anno senza sintomi costa – stimano gli economisti inglesi – 1000 euro di psicoterapia, ma fa guadagnare 8000 euro alla collettività per resa lavorativa. Psicoterapia, non farmaci. Psicoterapeuti, non antidepressivi…”.

Che dire: sono sufficienti le prove?

E adesso chi si occupa di fermare i tagli alla prevenzione nel distretto di Casalecchio di Reno? Perché Bersani lo deve spiegare come si fa a parlare di un progetto per riformare il Sistema Italia, razionalizzare la spesa pubblica e rilanciare l’economia, e al contempo agire raddoppiando i costi reali del disagio buttando a mare quello che nelle amministrazioni rosse funziona meglio.

Vizi privati e pubbliche virtù? Certo, il bunga bunga di Gheddafi è peggio, ma anche questo sbaracca sbaracca di sinistra mi fa girare i Santissimi…

Ps: Prima di tagliare i soldi per i disabili e i ragazzi a rischio, avete tagliato le spese per l’illuminazione pubblica e le caldaie? A Padova, con il professor Fauri dell’Università di Trento abbiamo tagliato un milione e mezzo di euro intervenendo solo su illuminazione pubblica e riscaldamento… Il Comune ha realizzato l’intervento senza sborsare un euro grazie al sistema delle società energetiche Esco (finanziamento risparmio per conto terzi).