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venerdì 1 aprile 2011

PUBBLICHIAMO RISPOSTE AD INTERROGAZIONE N. 1099/2011 E A NOSTRA LETTERA DA M. SERRA:

Al Consigliere Regionale Roberto Sconciaforni
e p. c. Al Presidente dell’Assemblea Legislativa
LL. SS.
Oggetto: Risposta all’interrogazione n. 1099/2011
La Regione Emilia-Romagna nel 2010, pur in presenza di un pesante
ridimensionamento dei trasferimenti statali, ha approvato con la DGR 2288/2010 il
riparto del Fondo Sociale Regionale per una somma sostanzialmente invariata rispetto
al 2009. Questo grazie ad un importante impegno finanziario a carico del bilancio
regionale, che ha visto, fra l’altro, il rifinanziamento, per il secondo anno consecutivo,
del Fondo sociale straordinario per 22 milioni di euro, destinato in particolare al
sostegno delle responsabilità familiari e a favore dell’infanzia e adolescenza.
Complessivamente la regione ha ripartito agli enti locali oltre 82 milioni di euro e
ai comuni del distretto di Casalecchio per il finanziamento, attraverso i piani di zona, del
sistema dei servizi sociali e socio-educativi, sono stati assegnati 1.640.980 euro, contro
i 1.646.995 dell’anno precedente. Come si vede pertanto, seppure con destinazioni in
parte diverse, i trasferimenti regionali finalizzati al sostegno della rete dei servizi sociali
e socio-educativi sul territorio di Casalecchio sono rimasti sostanzialmente invariati.
Tali fondi, assegnati prevalentemente al comune di Casalecchio in qualità di ente
capofila dell’ambito distrettuale, devono essere programmati nell’ambito degli indirizzi
regionali e secondo le priorità stabilite a livello territoriale attraverso la sottoscrizione del
programma Attuativo del Piano di Zona 2011.
Il Piano sociale e sanitario riconosce infatti la centralità del ruolo e della
responsabilità dei comuni, associati a livello distrettuale, nella funzione di
programmazione e indirizzo del sistema dei servizi sociali e socio-sanitari.
TIPO ANNO NUMERO
REG. PG /2011 /80512
DEL 30 / 03 / 2011
Va sottolineato che la spesa che i comuni sostengono a favore dei servizi sociali
e socio educativi, come noto in Emilia-Romagna fra le più alte a livello nazionale, è
finanziata per una quota che mediamente di attesta intorno a 10% dalla regione, mentre
la restante quota è a carico dei bilanci comunali. Questo rende evidente come le scelte
relative alla gestione e sviluppo del sistema di servizi siano pienamente da ricondurre
all’autonomia decisionale degli enti locali che si trovano a dover conciliare una
crescente pressione sulla domanda di servizi, in parte indotta dal protrarsi della
situazione di crisi economica e occupazionale, con vincoli di bilancio particolarmente
stringenti, soprattutto a seguito delle recenti manovre finanziarie dello stato.
In merito alla specifica questione della contrazione del servizio di sostegno
educativo agli alunni disabili, l’Azienda Consortile Insieme segnala che la previsione di
bilancio 2011 riporta la dimensione del servizio a quella sostenuta nel 2008, ossia al
fabbisogno consolidato nel territorio di educativa scolastica prima che fosse richiesto ai
comuni, a partire dal 2009, di sopperire con propri educatori scolastici al taglio operato
dal Ministero dell’Istruzione sugli insegnanti di sostegno ai disabili e minori con disagio
nelle scuole dell’obbligo e superiori.
Si evidenzia infine che la giunta regionale, nell’iter di approvazione degli atti di
programmazione e riparto delle risorse dei Fondi a sostegno delle politiche sociali,
socio-sanitarie e socio-educative, garantisce il pieno coinvolgimento e confronto con le
parti sociali a livello regionale.
Cordiali saluti.
F.to Teresa Marzocchi


DI SEGUITO RISPOSTA A NOSTRA LETTERA DI MICHELE SERRA:

Cari educatori, che la politica abbia orecchie poco disponibili all'ascolto è un dato certo. La situazione è peggiorata negli ultimi anni, quando i partiti di massa hanno via via ridotto (anche per debolezza) i loro terminali nel territorio, e si sono rinchiusi nelle loro stanze. Non so come fare per aiutarvi ad ottenere ascolto, e un colloquio con Donini. Questo è un periodo di "fai da te" spinto al massimo. Di auto-organizzazione e di movimenti. Dico solo che è un peccato, grande, che la sinistra faccia così fatica a vivere con le porte aperte, e le orecchie attente alle parole delle persone.
Grazie della vostra lettera
Michele Serra

mercoledì 30 marzo 2011

NOSTRO COMUNICATO:


Casalecchio di Reno, 30/03/2011

Come educatori ed educatrici del Distretto di Casalecchio sosteniamo completamente la posizione ribadita da CGIL e USB dopo l'assemblea di venerdì scorso. Siamo convinti che dall'incontro tra le parti sociali convocato per il 7 aprile si possa uscire solo ritirando tutte le proposte di taglio, altrimenti sarà necessario andare a uno sciopero nella prima data utile dopo quel giorno.


Guardiamo con preoccupazione ai prossimi mesi. Rimandare la rimodulazione (leggi: taglio) non significa eliminarla.
I sindaci continuano ad affermare che gli attuali appalti permettono loro di togliere fino al 20% delle risorse dedicate a ogni singolo servizio in corso d'anno.
Possiamo solo immaginare cosa questo possa voler dire nel prossimo periodo.
Tra pochi mesi usciranno i bandi per le gare d'appalto su molti di questi servizi.
La cosa più probabile è che questi bandi siano costruiti su risorse ancora inferiori.
La nuova gara d'appalto metterà di nuovo in pericolo anche quei servizi che ora sembrano al sicuro fino a settembre, come il socioeducativo scolastico.

I Comuni devono impegnarsi a fondo non solo per posticipare la data di inizio della "rimodulazione" (leggi tagli), ma anche per rifinanziare i servizi senza copertura economica.

I soldi invece ci sono, basta andarli a cercare.

Si prendano ad esempio dai 40 milioni di euro di multe alle imprese che non assumono in legge 104 che giacciono inutilizzati, come è emerso dalla stampa negli ultimi giorni.

Si mettano insieme creando dei Fondi di inserimento per combattere l'emarginazione sociale.Si crei un fondo ad hoc alla cui formazione possano contribuire con donazioni i dirigenti di enti locali e aziende sanitarie, che hanno stipendi pari a 5-6 volte quelli degli educatori che debbono essere tagliati.
Le risorse ci sono, bisogna avere la volontà politica di trovarle.



Educatrici ed educatori contro i tagli