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venerdì 29 luglio 2011

RIPRENDIAMO DA "ILFATTOQUOTIDIANO.IT":

Bologna, consorzio Epta: in 150 occupano la presidenza per essere pagati

Tre mesi di stipendio non pagato e un futuro lavorativo incerto hanno portato gli educatori della cooperativa Geco ad occupare la stanza dove questa mattina si è svolto il cda dell'azienda. Con l'aiuto dei sindacati di base siglano un patto per discutere con il presidente della Geco. A metà della prossima settimana si saprà se potranno ottenere i soldi dovuti e scongiurare il pericolo disoccupazione.

Occupano l’ufficio della presidenza per difendere il diritto al lavoro e ad essere retribuiti. E’ quanto successo questa mattina alla sede del consorzio Epta, in via Nanni Costa, a Bologna quando, durante l’assemblea dei soci, un gruppo di educatori della cooperativa Geco di Bologna, sostenuti dal sindacato Usb, ha interrotto l’approvazione del bilancio societario per rivendicare i propri diritti di lavoratori.

Perché sulle spalle di Rosario, Daniele, Alessandro, Enzo, Mariarosa e altri 150 educatori, pesano due mensilità di stipendio non retribuite, a cui con ogni probabilità se ne aggiungerà una terza, quella di luglio. Un vortice di rabbia, indignazione e proteste innescato dal consorzio Epta di Bologna che, sull’orlo del fallimento, sta trascinando con sé la cooperativa con conseguenze disastrose. Epta infatti ha accumulato un debito pari a 1 milione 700 euro nei confronti della cooperativa, non possedendo quest’ultima la titolarità dei servizi. Così gli ‘indignados’ di Geco hanno interrotto ogni lavoro d’assemblea e hanno preteso delle risposte insieme a delle garanzie.

Presenti all’assemblea, il presidente di Epta Paolo Seu, il vice presidente di Geco, Pietro Morotti, la responsabile di Legacoop Doriana Ballotti che, tra lo sbigottito e l’impacciato hanno cercato di fornire spiegazioni attendibili alla situazione. Grazie al sindacato Usb è stato sottoscritto un patto, firmato dai vari delegati di Epta, per il quale si richiede al Cda di Epta di dare garanzie circa il pagamento degli stipendi, la nomina di un liquidatore esterno al consorzio e garanzie sul futuro dei lavoratori. Insomma: patti chiari e amicizia lunga, anche se le risposte effettive restano poche.

Tra queste, l‘incontro previsto per il 4 agosto tra sindacati, Legacoop e una delegazione di lavoratori di Geco per cercare di tracciare le condizioni che garantiranno un futuro agli educatori. La tensione sui volti e nelle parole dei lavoratori è stato il filo conduttore dell’intera occupazione soprattutto quando Geco è stata definita una “cooperativa falsa per nascita e idea” ma “gli educatori al suo interno sono bravi e competenti”. Dichiarazioni forti per gli educatori soprattutto per chi come Rosario chiede i soldi “perché a fine mese mi devo pagare il mutuo”. E poi un lungo striscione: “Vogliamo i nostri soldi e il lavoro garantito”.

Dietro alla liquidazione ormai imminente di Epta si cela infatti una cattiva gestione del consorzio, prima con l’ex presidente Antonio Bria, che ha dato le dimissioni vista la situazione disastrosa, poi con il nuovo presidente Paolo Seu, trovatosi in una posizione difficile. Tant’è che il neo presidente a fine maggio avrebbe siglato una trattativa con la Cgil di liquidazione degli ex dirigenti, i quali avrebbero ottenuto quattro mensilità retribuite su sette richieste. Un accordo definito dallo stesso Seu “necessario, poco conveniente da un punto di vista economico per il consorzio ma è risultato fondamentale per le conseguenze che si sarebbero potute innescare senza la trattativa”.

Marina, del sindacato di base, continua ad essere convinta che l’accordo si sia dimostrato un grave errore: “La trattativa firmata da Paolo Seu non doveva essere siglata, si doveva dichiarare un piano di crisi senza liquidare i dirigenti. Abbiamo protestato contro questa iniziativa anche con Cgil. Non esistono lavoratori di serie A o di serie B, noi siamo per l’equiparazione. Per fare fronte alla gravità della situazione abbiamo dichiarato lo stato di agitazione e ci batteremo anche con lo sciopero affinché a tutti gli educatori vengano ridati gli stipendi che gli spettano di diritto”.

Ma per comprendere appieno la situazione è necessario fare un piccolo salto nel passato. Come spiega Mariarosa, una delle socie lavoratrici più anziane: “Per capire realmente come stanno le cose bisogna tornare a un anno fa circa, quando la situazione di Epta si è aggravata molto con il passaggio della tecnostruttura dalla cooperativa Nuova Sanità ad Epta, e il passaggio degli educatori da Nuova Sanità a Geco. All’epoca ci era stato garantito che questa procedura avrebbe risanato una situazione che già risultava gravosa. E invece ci siamo ritrovati imbrigliati in una posizione ancora più difficile da affrontare”.

Una vicenda per certi versi contraddittoria, contando che la cooperativa Geco si trova costretta a liquidare quando i servizi ce li ha. E allora i lavoratori, aldilà di promesse fittizie, pretendono ciò che ritengono dovuto. Enzo, educatore afferma: “Arrivati a questo punto pare abbastanza chiaro che Epta voglia liquidare. Quello che ci aspettiamo però è che venga fatta chiarezza su tutta questa vicenda perché non va dimenticato che se come cooperativa Geco avessimo la titolarità dei servizi ora avremmo un utile di 80 mila euro”.

Daniele, padre di famiglia, vuole fare tutto il possibile purché i soldi che gli spettano come lavoratore gli vengano ridati: “Sia io che mia moglie lavoriamo per Geco, abbiamo un figlio e ci troviamo in una situazione surreale. Lavoriamo tutti i giorni senza essere pagati con persone che presentano delle situazioni di disagio. E anche noi ci troviamo in una condizione difficile, senza sapere quando e se ci pagheranno. Come possiamo aiutare le persone disagiate quando sulla nostra pelle viviamo una situazione di reale precarietà? Chi si prende cura delle nostre esigenze? Noi faremo di tutto perché nessuno si senta assolto da questa situazione finché non ci verranno dati i nostri soldi. E vogliamo sapere quale futuro ci aspetta, ne abbiamo il diritto”.

Carmen Pedullà

giovedì 28 luglio 2011

ULTIM'ORA: PRESIDIO DAVANTI AL CONSORZIO EPTA DEI LAVORATORI DELLA COOP: GECO.





                                                   COMUNICATO STAMPA



                     I Lavoratori in lotta della Coop GECO occupano il consorzio EPTA,

                     dichiarano lo stato di agitazione e proclamano lo sciopero



Le lavoratrici e i lavoratori della Coop GECO, rappresentati dal Sindacato USB/Privato, stamattina hanno occupato la sede del Consorzio Epta, dove si svolgeva l’Assemblea dei soci che avrebbe deliberato l’ultimo Bilancio  consortile, prima di avviare tutte le procedure riferite alla liquidazione  di EPTA.

Alla seduta era presente anche Legacoop.. 

Il Sindacato ha fortemente richiesto all’assemblea dei soci del Consorzio EPTA di:  

-          informare la scrivente O S sull’identità del liquidatore per attivare da subito un tavolo di garanzia  e ottenere l’erogazione degli stipendi dei lavoratori di GECO 

-          l’apertura di tavoli congiunti in Legacoop con tutti i soggetti coinvolti per gestire, a miglior favore, il trasferimento dei Servizi svolti da GECO per conto di EPTA, .verso altre Cooperative  

-          coinvolgere il CdA di EPTA affinchè si impegni a stabilire che la priorità del Consorzio, prima di chiudere i battenti, è quella di garantire gli stipendi passati e di operare in piena trasparenza, 

-          riconoscere ai lavoratori gli stessi diritti e la stessa dignità riconosciuta alla vecchia Dirigenza di EPTA, responsabile dell’enorme buco economico prodotto negli anni, che è stata felicemente liquidata con il riconoscimento di quattro mensilità e l’erogazione del TFR, a seguito di una trattativa svolta dalla CGIL, aggiungendo criticità finanziaria al Consorzio, che poi non paga i lavoratori di GECO  che in questi anni con il loro lavoro hanno prodotto ricchezza e dato risposte a centinaia di cittadini che vivono condizioni di forte disagio sociale, assistenziale e psichico


Le lavoratrici e i lavoratori della Coop GECO che lavorano senza avere corrisposto il loro misero ma dovuto salario, non hanno nessuna intenzione di permettere che anni di mala gestione della vecchia Dirigenza di EPTA che ha prodotto un buco di 800.000 euro e un debito con i fornitori superiore a 2.000.000 di euro, ricada sulle loro spalle e quelle delle loro famiglie. 

La Coop GECO ha un utile consistente, ma non ne può usufruire, in quanto la titolarità dei propri servizi è in capo ad EPTA, e i ricavi, frutto delle prestazioni lavorative quotidianamente svolte dai lavoratori, vengono divorate dal debito prodotto dal Consorzio. 

Abbiamo chiesto e ottenuto un incontro per il 04/08/11 con Legacoop per affrontare, a un tavolo congiunto con EPTA,  tutte le possibili soluzioni positive in riferimento al mancato pagamento delle mensilità arretrate, e al futuro lavorativo e professionale dei lavoratori e delle lavoratrici di GECO.



USB/Privato Coop Sociali e Terzo Settore

mercoledì 27 luglio 2011

CONTINUIAMO A SEGUIRE LE VICENDE DI "GECO COOP: SOCIALE", POSTIAMO COMUNICATO STAMPA DI USB:

 

LAVORATORI DELLA COOP G.E.C.O. SENZA STIPENDIO DA DUE MESI: PROCLAMATO LO STATO DI AGITAZIONE.





Sono 154 i lavoratori e le lavoratrici della Cooperativa sociale G.E.C.O. che da due mesi non vedono il becco di un quattrino in busta paga. Una situazione figlia della disastrosa gestione del Consorzio EPTA.Lavorosociale, del quale la Coop G.E.C.O. è una delle consorziate.

In buona sostanza il Consorzio EPTA, titolare degli appalti gestiti da G.E.C.O. (sostegno handicap scolastico, minori, interventi socio-educativi), scommettendo in questi anni nella capacità del Terzo Settore di generare ricavi e commesse, ha imposto ai soci lavoratori delle cooperative del consorzio un giochino di scatole cinesi che ha lasciato per strada soldi, risorse e capacità gestionali, fino ad arrivare, nel bilancio 2010, ad un disavanzo di più di 800.000 €, e ad un mancato versamento delle spettanze, per i servizi gestiti da G.E.C.O., di 1.738.000 €.

Soldi dei lavoratori e delle lavoratrici che, a fronte dei servizi di qualità erogati si ritrovano senza stipendio da due mesi!

In questa vicenda spicca l’assenza della Lega delle Cooperative, della quale il consorzio EPTA è associata, che, in un silenzio assordante, concede il minimo sindacale al consorzio con la prospettiva di intermediare presso il Ministero per un fallimento ed una liquidazione indolore. Ma indolore per chi? Chi restiuirà i soldi ai lavoratori? Chi garantirà i livelli occupazionali e la qualità dei servizi?

Ad oggi i lavoratori della Coop G.E.C.O continuano ad andare a lavorare, senza stipendio, e senza neanche la prospettiva delle ferie, poiché senza stipendio da due mesi il vero problema diventa la sopravvivenza.



A fronte della mancanza di risposte a queste domande USB proclama lo stato di agitazione del personale della Cooperativa G.E.C.O. senza escludere il ricorso allo sciopero e riservandosi di mettere in campo tutte le iniziative che possano tutelare efficacemente il recupero degli stipendi e la miglior gestione della delicata vicenda che porterà, probabilmente ed in tempi poco certi, al passaggio dei servizi gestiti da G.E.C.O. ad altre cooperative. 





p. USB Lavoro Privato Bologna



Fabio Perretta

domenica 24 luglio 2011

RICEVIAMO NEI NOSTRI CONTATTI E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO:

SOGNO O SON PESTO?  LO STIPENDIO NON C’E’ PIU?

Breve storia di merda di una piccola grande cooperativa e dei suoi lavoratori.



Siamo tutti un po’ pestati dagli eventi di questi due ultimi annetti di fuoco, sopratutto per quanto riguarda gli ex dipendenti di Apad e gli ex dipendenti di Nuova Sanità che stanno loro malgrado percorrendo un tortuoso cammino che non ha mai una meta, se per meta  si intende lavorare in cambio dello stipendio in una cooperativa seria che non ci prenda per il culo o non sia messa in difficoltà da elementi esterni.

Eggià, nel caso della Cooperativa Geco, c’è da riflettere e anche parecchio. Se si pensa che sia stata una cooperativa  voluta con forza da ex dirigenti del consorzio Epta ( a cui Geco, suo malgrado, appartiene) e attuali dirigenti di Nuova Sanità , non certo da chi poi l’ha portata avanti davvero e come ha potuto, fino ad oggi. Un CdA e una Presidente, quelli di Geco, che hanno lavorato gratis fra mille difficoltà come il fatto di dover affrontare per la prima volta la gestione di una organizzazione lavorativa “aziendale”, non per immolarsi alla causa ma perché, educatori a basso stipendio tanto quanto tutti gli altri, sono stati mossi dallo spirito di sopravvivenza all’inizio e poi dalla speranza che un altro mondo e modo di portare avanti i valori cooperativi, ma davvero, era possibile.

Ma, guarda un po’, poteva anche succedere perche’ una cooperativa nata a maggio dello scorso anno, già a settembre 2010, da una prima visione dei conti, mostra di avere un utile che ad oggi, dopo un anno sarebbe di ottantamila euro circa , se non fosse che sono utili virtuali poiché destinati a coprire un buco senza fine che ha accumulato il Consorzio Epta e della cui responsabilità i lavoratori non c’entrano nulla di nulla ma pagano ancora una volta. Una cooperativa fatta solo e soltanto di educatori qualificati, molti dei quali anche laureati, con lunghissima esperienza, conosciuti ormai nei territori di lavoro come bravi professionisti innalzando la qualita’ delle prestazioni lavorative,  una cooperativa che ha dimostrato di farcela senza una tecnostruttura sprecona, come invece accade in alcune cooperative sfarzose con mega struttura gerarchica dove ci sono i Responsabili dei Responsabili dei Responsabili ( a ‘mo di scatola cinese) e dove il Contratto Nazionale non viene neppure considerato. Sono sempre i lavoratori che la pagano coi loro stipendiucoli. Beh! Ma una cooperativa come Geco è la prova vivente di come l’attuale sistema cooperativo sia una farsa e che di cooperativo non ha nulla, fatto di “caste” mantenute dalla base che produce, come ha sempre prodotto, senza però vedere mai un soldo. E’ EVIDENTE CHE UNA REALTA’ DI QUESTO TIPO DA’ FASTIDIO PERCHE’ METTE IN LUCE UNA SCOMODA CONTRADDIZIONE E QUINDI DEVE ESSERE ELIMINATA. Esattamente come  pensavano i dirigenti “furbacchioni” già due anni fa di eliminare 150 educatori esperti mettendoli in questa specie di “nave dei folli” che è stata Geco, lasciandoli andare alla deriva e cercare di salvare invece la “casta” con un po’ di sudditi intorno ( invece colleghi nostri stimabilissimi).

 Allora mi viene da pensare ( e non solo a me)  che la “casta” Lega Coop., per dirne una delle tre…sia la maggiore responsabile che non ha mosso un dito di fronte a questo scempio che ben conosceva e ben vedeva…lasciando che Epta si autodistruggesse  trascinando con sè , guarda caso, l’unica cooperativa che non aveva titolarità sui propri Servizi socioeducativi, come la precedente Apad di cui conosciamo le tristi sorti e l’attuale Geco, futuro cadavere che gia’ puzza da ‘mo. La “casta” Lega Coop. che insieme ai sindacati confederali,ai Comuni,ai partiti di governo, a quanto pare come si vocifera da tempo, vuole favorire il duopolio (o monopolio in futuro?) con la scusa di “garantire” ai lavoratori più stabilita’ presso cooperative “maggiormente solide” ed avere a che fare con un solo, massimo due interlocutori che stiano alle regole imposte (cfr.accreditamento ad esempio) senza romper tanto i coglioni. Non c’è dubbio che il “berlusconismo” ha intaccato tranquillamente e subdolamente anche il nostro ambiente che ormai vede solo grandi Aziende mascherate da Cooperative dove i soci sono importanti ma solo per ricapitalizzare e fottersi i LORO soldi.

Inoltre che il duopolio sia rappresentato da Cooperative legate a partiti governativi a cui fanno riferimento anche i sindacati confederali e i Comuni, beh, ce la dice lunga su quanto sia quindi NULLO l’interesse  per le 150 persone senza stipendio di Geco oggi, di Apad ieri, di qualche altra piccola cooperativa di nicchia domani.



 Siccome piove sempre sul bagnato, aggiungiamo che  tutto ciò accade dopo che  ex dirigenti di Epta sono stati dimessi soltanto il mese scorso, garantendo loro gli ultimi stipendi e liquidazioni mentre oggi, noi, lavoratori della base ( i “cattivoni” che hanno mandato via i “poverini” dirigenti furbacchioni)  non abbiamo più la speranza neanche di un acconto sullo stipendio estivo.

ADDIO FERIE!



In conclusione ci chiediamo perché non si sta muovendo nessuno? Abbiamo dunque ragione di pensare quanto su sostenuto? Valiamo meno dei cassaintegrati di Nuova Sanità e degli ex dirigenti di Epta? Per chi dobbiamo ancora pagare? Per le scelte di chi? Per stare ad esempi del nostro mondo, ma probabilmente siamo vissuti come dei “morti di fame” ( come una sedicente professionista USL  si è permessa di dire ad alcuni utenti in riferimento ai propri educatori e  che prende 3000 euro al mese - se non di più -  senza muoversi dall’ufficetto e con tutti i privilegi del caso) ,  sognamo o siam desti? Siam pesti…ma di rabbia e non molleremo la presa finchè non avremo i nostri soldi e finche’ chi ha sbagliato non riconosca pubblicamente i propri errori.

  ORA BASTA!



Una lavoratrice indignata e arrabbiata