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giovedì 29 ottobre 2015

CONTRIBUTO DELLA RETE NAZIONALE ALLE GIORNATE BASAGLIANE, CONVEGNO TENUTOSI IL 23/24 OTTOBRE A TORINO

DIMENTICARE BASAGLIA RICORDANDOLO
Franco Basaglia amava ripetere che "l’irrecuperabilità del malato è spesso implicita nella natura del luogo che lo ospita". Dove la parola luogo può essere intesa, nella sua estensione simbolica, fino ad abbracciare i contesti di vita presente e passata, le relazioni umane e tutte le esperienze del vivere che segnano le nostre personalità. La condizione di sofferenza dei pazienti della Salute Mentale nasce infatti il più delle volte dalla loro biografia relazionale e necessita dunque, per attenuarsi e approdare ad un punto d’equilibrio che renda degna un’esistenza, di un lavoro di cura che non sia esclusivamente sanitario, che non miri cioè, semplicemente alla guarigione del sintomo. Non siamo in chirurgia o in ortopedia, dove l’approccio curativo sanitario può anche bastare a se stesso (anche se un po’ d’umanità in più non farebbe male neppure da quelle parti). Altrimenti per onestà intellettuale sarebbe più corretto parlare di “controllo sociale” e non di riabilitazione, soprattutto in sede di definizione degli obiettivi. Dimenticare Basaglia ricordandolo, sembra essere il leit motiv di questi nostri tempi. Non si contano infatti gli incontri, le ricorrenze, i seminari in cui più o meno tutti incensano l’opera del coraggioso psichiatra veneziano fino addirittura a dichiararsi fedeli discepoli. Ma dietro i tagli ai nastri che celebrano le ormai innumerevoli associazioni di famigliari (molto meno di pazienti) e le slide colorate spesso c’è poco o nulla. Basaglia nelle residenze psichiatriche dei nostri giorni, sia in quelle tradizionalmente restrittive che in quelle a vocazione maggiormente riabilitativa, non sembra trovare posto. Nella pratica riabilitativa quotidiana, nell’elaborazione dei vissuti dei pazienti, nei lunghi processi di pensiero che dovrebbero sempre, in ogni momento, accompagnare l’operatività di chi fa il nostro mestiere, Franco Basaglia semplicemente non è contemplato. Sappiamo bene che i portatori di quell’immensa svolta umanistica sono stati, insieme ai medici più illuminati, gli infermieri che con essi lavoravano, ma il naturale approdo di quel percorso doveva portare fuori dalla psichiatria comunemente intesa e favorire dunque l’avvento di figure più slegate dal mondo sanitario tout court, portatrici di una visione della persona più umanistica, da reinserire nel mondo socialmente attivo prima ancora che da guarire. Al contrario, un po’ ovunque, assistiamo alla progressiva sostituzione di queste figure con quelle a taglio maggiormente assistenzial-sanitario (infermieri e Oss), con il conferimento a quest'ultime di mansioni che non competerebbero loro e per cui non sono state formate, con un'ovvia ricaduta in negativo sulla qualità del servizio reso al cittadino che lo richiede e che avrebbe il diritto di riceverlo con la maggior qualità possibile. Da anni i presidi delle facoltà di medicina stanno parlando di sostituire il corso di laurea triennale in Educazione Professionale con un master di un anno successivo al triennio in infermieristica. Non è questa la sede per disquisire su titoli e non titoli (tra l'altro noi della RENOS ci siamo fatti da tempo promotori di una battaglia per il riconoscimento di chi da anni lavora senza titolo specifico ma con pieno diritto nei servizi sociali), ma questa è la prova provata che, semmai andasse in porto una cosa del genere, non esisterebbe più un percorso formativo specifico per diventare educatori professionali che possano lavorare in ambito sanitario. Ovvero gli infermieri faranno gli educatori e basta. A questi colleghi tra l’altro, chiediamo di unire la loro lotta alla nostra: quello che stanno chiedendo loro infatti non è altro che svolgere due mansioni al prezzo di una. I soliti tagli camuffati dalla riorganizzazione permanente.
Per tutti questi motivi noi educatori e OSS della Rete Nazionale Operatori Sociali, oltre ad esprimervi il nostro rammarico per non poter essere presenti al vostro convegno, vogliamo inviarvi i nostro calorosi saluti, insieme al nostro sostegno e alla comunanza con le vostre battaglie che poi sono anche la nostre.
Buone giornate basagliane a tutti
RETE NAZIONALE OPERATORI SOCIALI

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