c.a. Gianpiero Calzolari - Presidente
Ethel Frasinetti - Direttrice
Ethel Frasinetti - Direttore Legacoop Matteo Lepore - Responsabile Area Sviluppo Territoriale
Doriana Ballotti - Responsabile Area Welfare
Siamo educatrici ed educatori di Bologna e provincia. Siamo soci-lavoratori di cooperative sociali associate alla Legacoop, ad AGCI e alle Confcooperative, ma siamo anche operatori che cercano di difendere il più possibile la dignità della propria categoria, ovvero quella dell'educatore/trice professionale. E ci sentiamo soli nella difesa della nostra professionalità, poiché vi sono sistemi di imprese cooperative in ambito socio-sanitario che tendono a distruggere i valori stessi della nostra professione.
Come voi, anche noi crediamo nei valori della cooperazione quando vengono promossi da azioni di vera solidarietà e reciprocità. Siamo inoltre convinti che la cooperazione possa contrastare modelli economici di tipo liberista, contribuendo in modo sostanziale a far fronte all'attuale crisi economica mondiale.
Purtroppo oggi invece ci troviamo di fronte ad una serie di avvenimenti scoraggianti e contrari ai principi originari delle imprese cooperative, quelli cioè di agire in modo democratico verso i propri soci-lavoratorie/rici.
Dopo le vicende dolorose delle socie e dei soci della Coop Geco, siamo a conoscenza dell'intenzione della Cooperativa Società Dolce di inquadrare i propri educatori professionali ad un livello contrattuale più basso (B1 – Assistente all'infanzia non formato), quando questi soci e socie sono educatori ed educatrici professionali e svolgono un'attività nel settore socio-educativo con inquadramento pari al livello D1 e D2.
Perché?
Perché la Legacoop non contrasta questi modelli economici che voltano le spalle ai più elementari principi che dovrebbero sorreggere la cooperazione sociale?
Come è possibile che all’interno della stessa organizzazione convivano imprese che scimmiottano modelli competitivi e imprese che adottano modelli fondati sui valori di solidarietà e di mutualità?
La Legacoop non dovrebbe vigilare nel rispetto di questi valori?
E se questi non vengono rispettati quali strumenti di pressione potrebbe adottare?
E infine, anche voi condividete la gestione attuale delle gare d'appalto (i cosiddetti "spezzatini") dove, per ridurre i costi, si attuano passaggi coatti di inquadramenti a svantaggio degli educatori? Se no, perché non intervenite a tutela della dignità dei vostri associati?
Ci piacerebbe ricevere risposta a queste domande, pensiamo che ciò, oltre ad essere opportuno, potrebbe aprire una fase nuova nelle relazioni tra Legacoop e i soci delle imprese associate.
Educatrici ed educatori contro i tagli
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