Gentile presidente, ci scusiamo per il ritardo con cui rispondiamo alla sua risposta alla lettera aperta che abbiamo indirizzato agli amministratori dei comuni e di ASC. Tra l’altro ci sentiamo particolarmente gratificati dalla sua attenzione in quanto, come abbiamo più volte sottolineato, in questo periodo ci sentiamo molto vicini all’associazionismo che rappresenta i cittadini/utenti del distretto.
Tuttavia in questa sede siamo sostanzialmente a ribadire quanto già scritto. Riteniamo infatti che nella lettera si possano leggere i numeri e intuire i nomi. Abbiamo omesso volutamente di citare persone in quanto non vogliamo venire meno a quei principi di eleganza dello stile con cui ci siamo prefissi di esprimere le nostre rivendicazioni. Tra l’altro, pensiamo che gli sprechi siano maggiormente imputabili a scelte politiche e a indirizzi organizzativi sbagliati che alla qualità delle persone implicate.
Proviamo comunque a fare uno sforzo ulteriore di chiarimento.
Visto che da noi è stato già ampiamente denunciato in svariate occasioni pubbliche, tralasciamo tutto il discorso riguardante il “pressapochismo” con cui è stato gestito il passaggio dei Servizi da AUSL ad ASC, per soffermarci unicamente sugli ultimi passaggi della vicenda, in quanto li riteniamo particolarmente esemplificativi dell’insieme della questione. Parliamo dell’area “Minori e Famiglie”. Dal 1 marzo ASC Insieme ha tagliato due figure di Coordinamento degli interventi di prevenzione della devianza e dell’emarginazione sociale di cui una con funzioni di Figura di Sistema. Queste figure hanno contribuito non solo a gestire gli interventi ma a creare una organizzazione, una metodologia e una cultura che altri territori ci invidiano.
Questa rimozione è avvenuta da un giorno all’altro senza consentire la ricerca di una possibile soluzione e senza prevedere un adeguato passaggio di consegne e la dovuta comunicazione ai referenti istituzionali (Regione, Provincia, Comuni, Scuole, Forze dell’Ordine, Servizi Sanitari, Volontariato e Privato Sociale) di cui erano riferimento. Di conseguenza sono state sospese le equipe multiprofessionali, la Commissioni Disagio e i Tavoli di Comunità, cioè tutti gli strumenti che garantivano coerenza, efficienza ed efficacia ai servizi di prevenzione. (Sembra che di recente si vogliano ripristinare, ma come e con chi non è ancora dato a sapere).
E’ stato affidato un incarico di otto ore settimanali (da Marzo a Giugno?!) ad una figura esterna al Distretto che non conosce la complessità e le risorse presenti sul territorio, che ignora le tipologie di intervento presenti e che per ovvi motivi non potrà in alcun modo assolvere al ruolo di coordinamento tecnico e di raccordo tra servizi sociali – educativi - sanitari e i soggetti istituzionali e non. E’ un incarico che ad ASC costa € 4.200, pochi ma sprecati, svolto tra l’altro da una dipendente del Comune di Bologna. Alcuni rischiano di perdere il lavoro, altri lo raddoppiano. Inoltre il turn over di personale, soprattutto quando è competente, è fonte di “spreco” di denaro pubblico.
Oltre alle considerazioni di opportunità economica ed etica di questa operazione ci chiediamo quale sia il modello di servizi che si intende perseguire rinunciando alle figure che progettano e gestiscono gli interventi di prevenzione nel territorio reale, conosciuto con un lavoro di più di 10 anni, in favore di figure sempre più staccate dal territorio e che gestiscono i servizi con un “approccio da slide” . Quale è quindi il ruolo dell’Ufficio di Piano, il cui Responsabile, assente anche fisicamente in momenti strategici fondamentali (quando si decidevano i tagli), dovrebbe essere elemento di raccordo fondamentale con i referenti politici e tecnici dei Comuni, dell’ASC e dell’Ausl?
Ci siamo poi chiesti quale sia stato e sia in questo nuovo panorama il ruolo del Direttore del Distretto e quello della Responsabile dell’Area di Integrazione Sociosanitaria dell’Ausl, che tra l’altro gestivano questi servizi fino ad un anno fa. Entrambe sono state confermate, così come i loro stipendi mentre il Distretto si è svuotato con il trasferimento delle funzioni all’esterno. Tutte le Aree, prima in capo al Distretto, sono passate all’ASC: Area Anziani, Minori e Famiglie e Disabilità. Per non farsi mancare nulla, ASC ne ha poi aggiunta una: le “ Vecchie e Nuove Povertà”.
L’Azienda Usl che non gestisce più i Servizi Socio-Sanitari, ha ancora un responsabile dell’Area di Integrazione Sociale e Sanitaria che, abbiamo potuto constatare, non si è posta a garanzia nemmeno della continuità dei livelli di integrazione esistenti tra servizi sociali e sanitari. Basti vedere la vicenda della proposta di tagli alle ore di educatore per l’integrazione degli alunni disabili a Scuola. L’Asc propone il taglio e l’Ausl non si esprime! Per fortuna si sono mossi i genitori ma allora sorge spontanea la domanda: cosa fa la Responsabile dell’Area di Integrazione, cosa il Direttore del Distretto? Se non ci fosse stata la mobilitazione dei genitori accanto ai casi di Foggia e di La Spezia (la Gelmini denunciata per inosservanza della L.104), oggi ci sarebbe anche il caso di Casalecchio.
Quale ruolo hanno oggi e soprattutto hanno avuto ieri i Dirigenti dell’Ausl nella progettazione dell’ASC, nella valutazione delle scelte metodologiche e organizzative di questa nuova Azienda, nelle azioni di programmazione e verifica, nella valutazione dell’impatto che la nuova gestione ha sulla qualità dei servizi integrati sociali e sanitari rivolti ai cittadini del territorio?
Non possiamo evitare di constatare che ad un numero decisamente elevato di Dirigenti che ricevono compensi altrettanto elevati non abbia corrisposto la stessa elevata capacità di programmazione e che il risultato, sotto gli occhi di tutti dopo solo un anno di gestione ASC, sia la minaccia di chiusura di alcuni servizi in rete e la forte riduzione quali-quantitativa di servizi di sostegno dovuti ai cittadini e la rinuncia ad un patrimonio di buone prassi, per altro costato impegno ed investimento di tante risorse (anche economiche).
Non crediamo che la situazione attuale derivi unicamente dalla carenza di risorse economiche trasferite ad ASC e indichiamo, come possibile fonte di risparmio e ambito di rimodulazione dei servizi diretti al cittadino anche una valutazione sui costi sostenuti per:
Direttore del Distretto Ausl
Direttore dell’ASC
Presidente dell’ASC
Responsabile dell’Area di Integrazione Sociale e Sanitaria dell’Ausl
Responsabile dell’Ufficio di Piano
Consiglio di Amministrazione dell’ASC
Amministrativi dell’Ausl
Amministrativi dell’ASC
Amministrativi dell’Ufficio di Piano
Sia chiaro, noi non chiediamo la rimozione di nessuno (non ne abbiamo né il potere, né l’intenzione), ribadiamo soltanto il fatto che quando si chiedono sacrifici questi devono essere condivisi tra tutti e non ricadere solamente sui cittadini più esposti e sugli educatori che operano nei servizi di prossimità. Pensate alla disparità di condizione che c’è tra un dirigente che, caschi il mondo, non viene mai messo in discussione e un disabile che perde l’aiuto di un educatore (anche, si certo, noi pensiamo che sia un diritto fondamentale della persona anche quello) nel tempo libero? O ad un educatore che non vede riconosciute le sue ore se, pur presentandosi a scuola, il ragazzo quel giorno è assente?
Per noi non è certo un piacere persistere nella mobilitazione, bensì un obbligo. Siamo tecnici, non politici. Ma lo dobbiamo a noi stessi, lo dobbiamo a tutte le persone cui abbiamo rivolto i nostri interventi in tutti questi anni.
Distinti saluti
Gli educatori che operano sul Distretto di Casalecchio negli interventi a favore dell’handicap e del disagio minorile.
P.S. Siccome anche alcuni di noi sono presenti ai tavoli del Welfare, quella è certo la sede adeguata per lavorare insieme per trovare possibili soluzioni alle questioni che stiamo ponendo.
Come presidente del Comitato Consultivo Misto del Distretto di Casalecchio e come componente del Tavolo del Welfare, sono rimasto molto colpito dal contenuto della vostra lettera. Viene messo in evidenza: sperpero di risorse economiche e umane, consiglio di amministrazione pesante, gestione organizzativa miope, reinserimento imposto di personale, turnover eccessivo, scempio di risorse pubbliche, consulenze esterne non necessarie, personale AUSL in eccesso, rapporti falsati con le coop sociali, . . . .
Il Comitato ha incontrato due volte ASC. Ho partecipato al Tavolo del Welfare del 4 marzo, in cui gli interventi di Gamberini e Fabbri sono stati particolarmente significativi. Quanto da voi denunciato lascia perplessi.
Dato per scontato che la situazione attuale comporta necessariamente la rimodulazione di alcuni servizi, qualora le vostre affermazioni fossero corredate da numeri e nomi, potremmo accordarci per un vostro intervento in una seduta del Comitato, per valutare quale sia l'effettivo impatto delle scelte (mal)fatte sulla qualità di vità della popolazione. Naturalmente non si apre un tavolo di trattativa (non è la funzione del Comitato) ma potrebbe essere l'occasione per meglio conoscere le problematiche nei servizi ai cittadini a fronte delle loro aspettative.
Distinti saluti
Idelfonso Camozzi
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