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mercoledì 22 giugno 2016

COMUNICATO STAMPA - SASSO MARCONI: CHIUSURA A SETTEMBRE 2016 DEL PICCOLO GRUPPO

COMUNICATO STAMPA

SASSO MARCONI: CHIUSURA A SETTEMBRE 2016 DEL PICCOLO GRUPPO
servizio educativo rivolto a preadolescenti

Venerdì 17 giugno il comune di Sasso Marconi ha preannunciato nel proprio territorio la chiusura dell’intervento educativo Piccolo Gruppo a partire da settembre 2016.

Si tratta di un servizio di prevenzione, in collaborazione con le altre agenzie educative del territorio, che ha radici storiche profonde ed è rivolto ad un gruppo ristretto composto da circa 7 minori seguiti dai Servizi Sociali e a rischio di esclusione sociale e di dispersione scolastica. I frequentanti del gruppo sono preadolescenti residenti nella municipalità, per i quali l’intervento educativo è stato calibrato in base alla specificità dei loro bisogni.

Noi Educatori Uniti contro i Tagli segnaliamo la gravità di tale scelta, che si pone in continuità con le tendenze politico-sociali di tagli degli ultimi anni: svilire e poi chiudere i servizi della prevenzione.



EDUCATORI UNITI CONTRO I TAGLI


sabato 11 giugno 2016

Campagna ReNOS: LA LEGGE 2656 IORI-BINETTI VA CAMBIATA ! SCARICA SUI LAVORATORI IL PREZZO DI UN DECENNALE VUOTO ISTITUZIONALE

La Rete Nazionale Operatori Operatrici Sociali (ReNOS) ha seguito con particolare interesse gli sviluppi di costruzione della legge 2656, dalla prima stesura del testo unico al susseguirsi dei vari emendamenti che, in corso d'opera, ne hanno caratterizzato e modificato la sostanza.
Vogliamo esprimere il nostro punto di vista, quello di centinaia di lavoratori e lavoratrici, aderenti alla Rete, in merito a questa proposta di legge, probabilmente prossima alla sua approvazione.
Riteniamo fondamentale che tutti gli educatori/educatrici vengano a conoscenza di questo progetto di legge e delle istanze di cambiamento dello stesso, che dalla base stanno emergendo.
Riteniamo doveroso che le future commissioni parlamentari che dovranno valutare la proposta di legge, prima della sua approvazione, tengano in seria considerazione queste stesse istanze.


NO ALLA SEPARAZIONE IN DUE PROFILI E RUOLI PROFESSIONALI DIFFERENTI:
Questa proposta di legge sancisce la divisione tra due tipi di educatori, due percorsi formativi, due diversi ambiti d'intervento: l'educatore socio-pedagogico e l'educatore socio-sanitario. Ma a chi giova questa divisione?
Due figure differenti che vanno contro alle tendenze europee di unificazione dei percorsi, due identità che sanciscono definitivamente i poteri individualistici delle accademie che, invece di integrarsi per generare un unico percorso formativo completo e definitivo, sottoscrivono i propri interessi personalistici e differenziano ulteriormente i curricula formativi e gli sbocchi occupazionali; due tipologie che generano un problema di discrepanza tra il numero di operatori necessari al funzionamento dei Servizi e il numero di laureati (eclatante il caso dei Servizi Socio-Sanitari che non potrebbero esistere con la sola presenza dei laureati di classe L SNT/2). Una divisione che non trova chiarezza rispetto agli sbocchi occupazionali nei Servizi misti socio-sanitari (per lo più Servizi per la disabilità media e grave). Una divisione che rischia di scindere ulteriormente l’identità professionale dell’educatore, creando un livello di serie A e uno di serie B.
Due definizioni che escludono, nel disegno di legge, migliaia di lavoratori e lavoratrici che da anni operano nei Servizi con stessi ruoli e mansioni degli educatori, ma che sono stati vittima della totale mancanza di regolamentazione e dal marasma per decenni ignorato dallo Stato e avvallato dalle singole Regioni. Figure fondamentali che negli anni e nelle differenze locali sono state chiamate AEC — Assistenti Educativi Culturali, alla Comunicazione — e che hanno svolto con entusiasmo e devozione mansioni educative del tutto identiche a quelle descritte nella legge 2656. Questi professionisti non possono ora, nel totale silenzio e sotto il velo di una crisi economico-culturale che prova a risparmiare fondi a discapito dei lavoratori, trovarsi nell’umiliazione di non venire riconosciuti nella proposta di legge Iori per ciò che hanno costruito finora e vivere l’umiliazione di restare senza lavoro. Questa non può essere una legge che ancora una volta disunisce, crea disuguaglianze e nasconde, dietro parole nobili come identità ed educazione, un concreto ennesimo rischio di carneficina di decine di migliaia di lavoratori professionisti.

NECESSITA' INDISCUTIBILE DI RIDEFINIRE E RIQUALIFICARE LA FIGURA DELL'EDUCATORE:
Certo riteniamo fosse necessaria una legge che riconoscesse e qualificasse la professionalità e l'operatività delle figure educative e pedagogiche. Riteniamo valido aver stabilito che d'ora in avanti la laurea sia un requisito fondamentale per l'esercizio della professione. Ma crediamo anche sia fondamentale salvaguardare tutta una realtà professionale e una realtà di Servizi preesistente, che si è costituita in anni di esperienza sul campo e di formazione continua; da qui l'importanza di norme transitorie il più possibile inclusive e tutelanti per la continuità lavorativa e la qualità dei Servizi. Norme che siano verosimili, che tengano in considerazione l’effettiva incidenza degli anni di esperienza sul campo e delle svariate ore di formazione continua annuale nel percorso di formazione della professionalità.
Una realtà fortemente frammentata, diversificata, esternalizzata e svenduta al miglior privato offerente che per decenni non è stata istituzionalmente regolamentata non può essere oggi risolta riversando i costi e le conseguenze di questa parziale regolamentazione sui lavoratori. Dunque la proposta contenuta nella legge Iori-Binetti di un corso universitario intensivo di almeno un anno, e non meglio specificato, per riqualificare quegli operatori definiti “senza titolo”, non può essere pagato dai singoli lavoratori e lavoratrici di una categoria che tutti sanno essere sottopagata.

Chiediamo con forze che ci sia una risposta chiara ad ALTRE DOMANDE FONDAMENTALI E AD ALCUNE IPOTESI DI MODIFICA che la legge non affronta, ma che sono determinanti per la vita professionale di migliaia di lavoratori e lavoratrici del settore:

-        Sono previsti stanziamenti di fondi straordinari per sostenere economicamente lo svolgimento dei corsi intensivi previsti dalle norme transitorie?

-        Come può essere sostenibile, a livello di tempo e di impegno richiesti, un corso intensivo per lavoratori e lavoratrici, con età superiore ai 35 anni, quindi con figli e famiglia, che già lavorano a tempo pieno?

-        Quale criterio, se non quello dell'esclusione di molti, è realmente sotteso alla scelta politica di stabilire per l'acquisizione diretta della qualifica i criteri di 50 anni d'età, 20 anni di anzianità di servizio e un contratto di lavoro a tempo indeterminato?

-        Nei futuri ed eventuali concorsi pubblici indetti dall'azienda ASL sarà consentita la partecipazione dei laureati in Scienze dell'Educazione (oggi esclusi) e di coloro che usufruiranno delle norme transitorie per la regolarizzazione del titolo?

-        Perché non prevedere un dispositivo di riqualifica professionale che prenda in seria considerazione gli anni di esperienza sul campo, la formazione acquisita e attestata nel corso degli anni di lavoro e un investimento sulla formazione continua che gli operatori hanno il diritto e il dovere di svolgere annualmente?
            (Ad es. corsi annuali con ottenimento di crediti ECM, contemplati all’interno del            percorso lavorativo come nel modello adottato per gli operatori del pubblico    impiego?)

-        art.3 comma 1: “L'educatore professionale socio-pedagogico e il pedagogista operano nei servizi e nei presidi socio-educativi e socio-assistenziali, nonché nei servizi e presidi socio-sanitari con riguardo agli aspetti socio-educativi”
     Quali sono gli aspetti socio-educativi e quali quelli socio-sanitari, all'interno dell'ambito educativo di cui unicamente si sta parlando?

-        A quale tendenza di welfare questa riorganizzazione dei titoli di accesso alle professioni sia funzionale? Essa si muove nell'ottica di un arricchimento economico, di risorse, di valorizzazione di culture e saperi maturati in anni di cooperativismo sul campo nell'ambito degli interventi sociali, o se forse, come più probabile, non è invece funzionale alle logiche di smantellamento e privatizzazione del welfare pubblico e affiliazione alle esigenze imprenditoriali del Terzo Settore e del Mercato privatistico del sociale?
  Non è forse una coincidenza che il Civil Act (riforma del Terzo Settore del governo Renzi) preveda l'ingresso del volontariato (ben 100.000 risorse umane a basso            costo) per compensare la perdita (o meglio smaltimento forzato) di decine e       decine di migliaia (60.000 circa) di lavoratori su cui incombe la pesante " riorganizzazione" degli ultimi emendamenti della Legge Iori?

Noi crediamo nella costruzione di una società fondata sull'inclusione, l'uguaglianza, la solidarietà e la giustizia sociale. Vogliamo che si ponga fine alla guerra tra poveri, alla logica del dividi et impera, dello scaricare sulle spalle dei cittadini, dei lavoratori, delle fasce più deboli il prezzo di decenni di cattiva gestione istituzionale e interessi lobbistici.


#cambiamolaleggeiori

Link audio per approfondimento: https://soundcloud.com/radiokairos/signore-e-signori-il-welfare-e-sparito-martedi-21-giugno-2016mp3



Rete Nazionale ReNOS

venerdì 27 maggio 2016

Sabato 11 giugno dalle 19:00 al TPO Bologna, Aperitivo/Grigliata di Autofinanziamento.

SABATO 11 GIUGNO APERITIVO/GRIGLIATA CON LIVE E DJ SET PER FINANZIARE E SOSTENERE LE INIZIATIVE POLITICHE, SOCIALI E CULTURALI DEGLI EDUCATORI UNITI CONTRO I TAGLI. TI ASPETTIAMO!


lunedì 9 maggio 2016

RESOCONTO 7° Incontro Nazionale RENOS (Roma 30 aprile 2016)

RESOCONTO 7° Incontro Nazionale RENOS (Roma 30 aprile 2016):


→Durante l'incontro del 30 aprile si è discusso della proposta di legge Iori, n.2656, da intendersi come testo unificato alla proposta di legge Binetti, n. 3247. Tale proposta legislativa sollecita alcune riflessioni:
Le Norme Transitorie contenute nella proposta di legge, riconoscendo il lavoro svolto come credito formativo, prevedono l'attivazione di un corso della durata di almeno un anno. Potranno usufruirne gli educatori senza titolo che abbiano almeno tre anni di attività lavorativa, anche non continuativa. Invece, coloro i quali, assunti con contratto a tempo indeterminato, abbiano più di 50 anni di età o 25 anni o più di anzianità di servizio, acquisiranno direttamente la qualifica di educatore professionale socio-pedagogico. Qual è il criterio sotteso a questi parametri? Perchè 25 anni?
Inoltre, su chi far ricadere i costi del corso? Se fosse il lavoratore ad assumersi questo onere, sarebbe quasi come auto comprarsi la possibilità di continuare a svolgere il proprio lavoro. In alternativa si potrebbe considerare la possibilità della formazione continua, che per legge deve essere effettuata annualmente. Si potrebbero inoltre utilizzare fondi europei o regionali al fine di coprire i costi del corso.
Inoltre in linea con quanto già avviene in Europa, a breve le Regioni saranno obbligate a creare un sistema di riconoscimento, validazione e certificazione delle competenze acquisite in contesti non formali e informali e che consentano comunque una qualificazione professionale.
Ci si chiede se tale sistema di certificazione non possa essere uno strumento adattabile al riconoscimento del titolo di “Educatore” per coloro che con altro titolo o senza già da anni lavorano ricoprendo tale posizione.
La proposta di legge Iori pare sancire la separazione tra Educatore professionale socio-pedagogico ed Educatore professionale socio-sanitario (nonostante la stessa onorevole e prima firmataria abbia auspicato per il futuro una loro unificazione). Questa distinzione di formazione e di ruoli, che risulta essere in netta antitesi col percorso unico in vigore in ambito europeo, sancisce inoltre una sorta di superiorità del percorso sanitario rispetto a quello sociale: chi ottiene il titolo sanitario può lavorare anche in ambito sociale, ma non viceversa.
Da rilevare anche il fatto che, a livello nazionale, esistono diverse figure di Educatori che non rientrerebbero nella legge Iori. La situazione degli AEC laziali è esemplificativa. La loro designazione come Assistenti e non come Educatori li escluderebbe, ma la mansione ed il ruolo li riporta appieno all'interno della categoria di Educatori. Una volta di più si sente la necessità di rendere omogeneo, a livello nazionale, un titolo eccessivamente regionale.

→Partendo dalle Linee guida per la progettazione dei bandi di gara per i servizi educativi, stilate dalle Educatrici/ori bolognesi e dagli Educatori uniti contro i tagli, emerge la possibilità di superare la logica dell' “offerta più vantaggiosa”, pensata sempre in un'ottica di risparmio economico.
Esiste una forma detta “inversamente proporzionale” considerata più equa e rispettosa dei parametri qualitativi che i servizi sociali devono rispettare. Sono state 4 le sentenze in Italia che si sono pronunciate in difesa della formula “inversamente proporzionale”. Nonostante ciò molte realtà regionali applicano la formula “al massimo ribasso”, che è ancora in uso per gli appalti fino ad un milione di euro. Il nuovo testo unico degli appalti pubblici, emanato con decreto il 19 aprile del 2016, oltre a non prevedere la formula “inversamente proporzionale”, non ha realmente dato un taglio alla logica del “massimo ribasso”.
Una proposta è stata quella di inviare le Linee Guida ai vari Uffici Gare e Appalti presenti sui territori.

→Quale utilizzo della Piattaforma:
Andrebbe anzitutto aggiornata in alcuni punti, pur rimanendo ancora molto attuale. Potrebbe anche essere utilizzata per chiedere il sempre atteso rinnovo del CCNL.


Siamo già operativi per proseguire i lavori del 7° incontro nazionale, tenetevi aggiornati.

Rete Nazionale Operatori Sociali - RENOS

mercoledì 27 aprile 2016

26 aprile 2011 - 26 aprile 2016: CINQUE ANNI DI “SIGNORI E SIGNORE IL WELFARE E’ SPARITO”

Non è vero che non avevo niente, ho avuto la radio.
(Marilyn Monroe)
Credo che in quel 26 aprile 2011 nessuno di noi immaginasse che saremmo arrivati fin qui. A riascoltarla ora quella trasmissione quanti balbettii, quanti silenzi imbarazzati, ritmi radiofonici da inizio novecento, quasi sicuramente nessun ascoltatore. Eppure è da lì che siamo partiti, è in quel giorno che abbiamo premuto il tasto start di questa lunga avventura. A Casalecchio si era in piena lotta contro il tentativo della classe dirigente locale di ridurre drasticamente la quantità e la qualità dei servizi che con molta fatica in tanti di noi avevamo contribuito a costruire su quel territorio. L’intuizione di aprire un canale di comunicazione permanente con il nostro mondo di riferimento è nata lì, dal bisogno antico come il mondo che ogni Davide ha: dotarsi di una fionda per combattere il suo Golia personale. Poi siamo diventati altro e siamo andati altrove, a testimoniare storie, lotte, passioni nate, morte e risorte sul nostro territorio e in ogni angolo di questo nostro paese. Siamo rimasti gente di parte: la nostra è ancora quella di chi sogna e si adopera per un mondo meno diseguale. Quante bottiglie di birra abbiamo stappato, musica e lotta, informazione e socializzazione, più una radio bar che un qualunque studio radiofonico.  Quanta strampalata umanità è passata in questi cinque anni in quei tre metri per quattro di Via Casarini.  Ricordarli e ringraziarli tutti è impossibile, ma il TPO che ci ospita e Flavia, la nostra direttrice, che ci sopporta, meritano un pensiero speciale. Signori e signore, il welfare forse è sparito. Noi ancora no.

La Redazione


lunedì 18 aprile 2016

Disegno di Legge 2656 – Legge Iori “Disciplina delle professioni di educatore e di pedagogista” nostra lettera aperta Commissione Parlamentare VII

Gli Educatori Uniti Contro i Tagli hanno, fin dai primi passi, seguito con grande attenzione il percorso svolto dalla proposta di legge 2656 Iori. Ne hanno studiato il testo di partenza, le modifiche, il testo base e gli emendamenti in Commissione. Sono stati orgogliosi e grati di essere intervenuti in sede di audizione informale in Commissione Parlamentare VII, dove hanno portato il loro contributo rispetto alla necessità di norme transitorie, fino a quel momento non menzionate all’interno della proposta di legge.
Il testo è passato attraverso numerose e significative modifiche, aggiunte e cancellazioni, che ne hanno cambiato, in alcune parti, l’impostazione rispetto agli inizi. Senza scendere nel merito dell’impatto, positivo o negativo, che tale legge può avere sul mondo professionale e lavorativo, forti perplessità ci sorgono rispetto alcuni punti cruciali della proposta che sta per approdare alle Camere. Tali dubbi ci spingono a cercare una risposta e dunque a porre domande a coloro che hanno voluto, lavorato e fatto scelte riguardo tale legge. Ci rivolgiamo quindi ai deputati della Commissione parlamentare VII e delle altre Commissioni che valuteranno la proposta e chiediamo chiarimenti riguardo i punti che seguono:
  • Con gli ultimi emendamenti c’è stata una suddivisione netta di ambiti di intervento e competenze tra i laureati in Scienze dell’Educazione e quelli in Medicina e Chirurgia. Perché è stato mantenuto questo doppio percorso, laddove in Europa è accaduto l’opposto, ovvero si è generalmente scelto di riunire i due curricula?
  • Nei futuri ed eventuali concorsi pubblici indetti dall’Azienda Asl sarà consentita la partecipazione di coloro laureati in Scienze dell’Educazione e di coloro che avranno usufruito delle norme transitorie? Questi ultimi potranno partecipare generalmente ai concorsi pubblici, qualora ci fossero?
  • Parlando degli educatori definiti senza titolo, in un mondo professionale sottopagato, composto principalmente da donne lavoratrici con più di trent'anni, con esperienza professionale pluriennale spesso superiore ai dieci anni e che si ritrovano a svolgere il proprio lavoro avendo una famiglia e dei figli, ci si è davvero chiesti se per queste persone un percorso universitario di almeno un anno come quello proposto nelle norme transitorie sia davvero, sotto tutti gli aspetti sostenibile e fattibile? Perché non "sanare" – termine che spaventa – abbassando l'asticella, ma eliminando per sempre distinzioni interne tra chi ha un titolo e chi non ce l'ha, ed allo stesso tempo riconoscere la professionalità "reale" di tante figure da decenni operanti in tale ambito?
  • Quale principio si trova alla base del limite dei venticinque anni di esperienza come equiparazione immediata? Capiamo il limite dei cinquant'anni, ed allo stesso tempo non comprendiamo quale sia l’elemento che possa permettere di riconoscere la professionalità di una persona che svolge il proprio lavoro con venticinque anni di esperienza rispetto a quello di un’altra che lo svolge da quindici o da dieci. Quale criterio è realmente sotteso a questa scelta?
  • Rispetto al corso universitario di equiparazione c’è una domanda fondamentale a cui non abbiamo ricevuto chiaramente risposta, ovvero chi dovrà pagare tale corso? Sono previsti fondi a riguardo? Riteniamo sarebbe profondamente ingiusto e ipocrita caricare le spalle di una categoria di lavoratori sottopagata e non riconosciuta nella propria professionalità dell’onere di “comprarsi” il proprio lavoro, per poter continuare a svolgerlo dopo anni, se non decenni, di attività.
Gli Educatori Uniti contro i tagli, come da sempre fanno, si augurano che le scelte fatte saranno all’insegna di una volontà di costruire una società basata sull’inclusione, sull’uguaglianza e sulla giustizia sociale. L’auspicio è che una volta per tutte si ponga fine alle guerre tra poveri, alla logica del dividi et impera, dello scaricare sulle spalle dei cittadini e dei più deboli il prezzo di decenni di cattiva gestione e di interessi lobbistici.

Link audio per approfondimento: https://soundcloud.com/radiokairos/signore-e-signori-il-welfare-e-sparito-19aprile2016mp3

Educatori Uniti contro i tagli

L’IMPORTANZA DI FARE RETE. Storia della romana AEC e della categoria (in costruzione) degli Operatori Sociali verso il 7° Incontro Nazionale

Alla vigilia del 1° Maggio 2016 la rete ReNos raggiunge la capitale per il VII Incontro Nazionale. Mancano poche settimane all’evento e sono ormai confermate le principali adesioni dei diversi gruppi di lavoratori.
Fra i tanti, provenienti da gran parte della penisola, ci saranno gli Educatori Contro i Tagli di Bologna, che hanno animato la rete sin dal primo incontro a Milano nel 2013 e gli anconetani promotori dell’incontro del 2015. “Proprio ad Ancona abbiamo avuto il piacere di incontrare due colleghi romani del gruppo Assistenti Educativi Culturali. Fabrizio e Marina” racconta Matteo degli Operatori Sociali Milano.
Fabrizio delinea un quadro complesso e per certi versi drammatico della gestione del Welfare romano e il pensiero corre subito alle brutte faccende legate a mafia capitale: “Viviamo ancora in questa situazione dove le cooperative indagate vincono gli appalti” e continua descrivendo le difficoltà di fare rete tra i lavoratori “il territorio è molto frammentato e non ha aiutato il passaggio dalle circoscrizioni ai municipi. I municipi infatti hanno riferimenti politici diversi e il comune sovvenziona più alcuni a discapito di altri . Va da se che alcune cooperative si sono ritrovate ad avere fondi per i progetti mentre altre meno”.
Il gruppo AEC nasce ufficialmente su FB nel 2012 a seguito di una direttiva da parte del comune di Roma che vietava agli operatori di dar da mangiare ai bambini nelle mense e consumare il pasto con loro. “La questione per noi non era tanto il mangiare o meno in mensa ma il fatto che non veniva riconosciuto il nostro ruolo educativo. Inoltre ci preoccupava il fatto che i bambini potessero avere l’impressione che noi fossimo una figura di terzo piano”. Spiega Fabrizio che insieme ad una sua collega decisero di far fronte alla situazione con una rivolta pacifica. “Invece di mangiare con i bambini ce ne stavamo alzati in piedi vicino a loro e intervenivamo solo se c’era un bisogno legato alla sicurezza del minore. Alla fine la preside ha garantito il pranzo agli operatori andando di fatto contro le direttive del comune. Era chiaro che la questione nasceva da un problema di riconoscimento della nostra figura. Il divieto di condividere il pasto era una sorta di ripicca del comune che da tempo era in contrapposizione con i sindacati che avevano intrapreso una battaglia per il riconoscimento della nostra figura all’interno della scuola”(fonti ufficiose prive di riscontri ufficiali).
Da due lavoratori oggi la pagina facebook dell’Assistente Educativo Culturale conta più di 500 like nel gruppo e più di 600 nelle pagine fb e piu di 354 follower su twitter. Proprio grazie ad una ricerca in rete sono venuti in contatto con gli operatori sociali di Bologna e quindi con la Rete Nazionale.
Il luogo da noi scelto per l’incontro è situato nel quartiere MonteMario in Piazza Santa Maria della Pietà, 5 presso l’Associazione Ex Lavanderia all’interno del parco dell’Ex Ospedale Psichiatrico Santa Maria della Pietà – Padiglione 31.
L’Associazione Ex lavanderia nasce a gennaio 2005, 3 mesi dopo l’occupazione del Padiglione 31 da parte di associazioni e cittadini. L’occupazione del 15 ottobre 2004 è servita a mantenere la destinazione pubblica e culturale  per la quale la Ex lavanderia fu ristrutturata con fondi pubblici nel 2000, così come i 5 padiglioni destinati ad ostelli della gioventù  che, purtroppo, sono stati smantellati dalla ASL RME. Attualmente l’associazione è provvista di tutto ciò che necessita per la realizzazione dell’incontro. Essendo gestita da ragazzi l’ambiente non sarà di certo splendido come il luogo fornito dai colleghi di Ancona ma di sicuro adeguato al tema che dibatteremo. Siamo pronti ad accogliere il VII incontro!” dice Fabrizio al termine di una lunga e intensa intervista telefonica.
L’o.d.g. pubblicato sui social già da diverse settimane appare molto corposo e ruoterà attorno alle riflessioni nate a seguito della pubblicazione degli strumenti prodotti dalla rete in questo ultimo anno: “Proposte di linee guida per i bandi dei gruppi socio-educativi” a cura degli Educatori Uniti di Bologna, “Manualetto di Autodifesa del Lavoratore Sociale” a cura degli Operatori Sociali di Milano.
Verrà ripresa in mano la Piattaforma ReNOS per ricomprenderne i possibili utilizzi e ampio spazio sarà dedicato alla questione del rinnovo del Ccnl delle Coop. Sociali scaduto ormai da tre anni. “E’ nell’aria già da tempo anche una campagna per il riconoscimento di lavoro usurante che a chi come noi non ha più l’energia dei 20 anni pare una campagna più che urgente” ironizza Matteo di Firenze.
Già dalla mattina verrà affrontato un tema caldo per gli operatori sociali ovvero la legge Iori (PDL 2656). I padroni di casa dell’AEC preannunciano di voler proporre di lavorare affinchè anche la loro figura venga riconosciuta.

Per Info e adesioni:
www.retenazionaleoperatorisociali.noblogs.org
fb Rete Nazionale Operatori Sociali
contatto telefonico per l’incontro di Roma: AEC 3490960649

Adesioni
  • Educatori Contro i Tagli Bologna
  • Rete Operatrici e Operatori del Sociale di Bologna
  • EducatoriSenzaDiritti Monza
  • OperatoriSocialiMilano
  • Educatori Fiorentini 
  • Rete Diritti Operatori/trici sociali Ancona
  • Operatori Sociali Genova
  • Comitato sociale AEC Roma
  • Assistenti Specialisti Roma
  • Operatori AEC Roma
  • Coordinamento Nazionale Assistenti all’ autonomia e comunicazione Agrigento
  • Operatori Sociali Reggio Calabria
  • EducAttivi Rimini
  • Cub Torino

giovedì 31 marzo 2016

VII Incontro RENOS – Rete Nazionale Operatori Sociali

Quartiere MonteMario, Piazza Santa Maria della Pietà, 5 presso l’Associazione Ex Lavanderia – parco dell’Ex Ospedale 
 Il prossimo incontro nazionale ReNos avverrà nella capitale. Sarà il comitato sociale AEC (gruppo Assistenti Educativi Culturali), conosciuto durante il precedente incontro ad Ancona, a fare gli onori di casa. Prevediamo una giornata ricca di incontri e importanti temi di discussione, conditi con la consueta voglia di continuare a costruire, passo dopo passo, un percorso che difende e valorizza da anni il ruolo dell’operatore sociale nella tutela e salvaguardia dei diritti dei lavoratori e delle persone che usufruiscono dei servizi.
Vi aspettiamo per condividere pensieri e azioni!
O.d.G in costruzione
10:00 Accoglienza e Benvenuto. Apertura del VII Incontro RENOS (Rete Nazionale Operatori Sociali).
Presentazione dei gruppi
11:00  Inizio dei lavori: breve intervento del comitato a descrizione della situazione    romana
11:30
  • Aggiornamento sulla legge Iori 2656 (Campagna per il riconoscimento degli educatori senza titolo) e dibattito.

13:00 Pausa pranzo ( buffet freddo, bevande, caffè sono ad offerta libera per altre esigenze ci si può recare al bar della exlavanderia )

14:00 Ripresa dei lavori. Strumenti prodotti dalla Rete:
  1. Documento con proposte di linee guida per i bandi dei gruppi socio-educativi (a cura degli Educatori Uniti di Bologna): come è stato utilizzato.
  2. Manualetto di Autodifesa del Lavoratore Sociale ( a cura degli Operatori Sociali di Milano): come è stato utilizzato. 
  3. Piattaforma ReNOS: possibili utilizzi.
15:00 Rinnovo Ccnl delle Coop. Sociali.
Proposta per campagna riconoscimento lavoro usurante. Quali azioni intraprendere.
16:00 Interventi17:00 Chiusura dei lavori. Termine del VII incontro della Rete Nazionale ReNos.
Saluti e ringraziamenti – 17,30


mercoledì 16 marzo 2016

CHI E' L'EDUCATORE CHE VORREBBE E L'EDUCATORE CHE E' PER ALESSANDRO BERGONZONI

CHI E' L'EDUCATORE CHE VORREBBE E L'EDUCATORE CHE E' PER ALESSANDRO BERGONZONI:

L’educatore che vorrei e l’educatore che è è un educatore che fa un altro tipo di formazione. Fa una formazione interiore poi ulteriore, poi esteriore. L’educatore secondo me non è solo chi fa questo mestiere, l’educatore è anche colui che deve essere educatore, terapeuta, assistente sociale, uomo, donna, bambino,animale,cosa,cane,albero,pianta…è inutile suddividere il tema del verde, poi il tema della conservazione dei beni artistici, poi il tema della Terra, poi il tema del Mare, poi il tema delle Carceri, poi il tema dei Migranti. Noi lavoriamo a 370 gradi su questa impostazione completamente omnicomprensiva. Così io lo vedo l’educatore. L’educatore io lo vedo che va negli asili a raccontare ai bambini che è li dove c’è il nostro Governo, il nostro Parlamento, dove si cominciano a fare leggi col cervello ed a capire la vita. Andrei li per raccontare che esiste anche l’arte, la poesia, che non esiste solo la realtà, il dimostrabile, l’esperibile, che non esiste solo la scienza ma esiste anche la coscienza, esiste anche l’invisibile e bisogna cominciare ad allargare: io lo chiamo “voto di vastità”. Io credo che questo sia anche il bisogno del “granchè”. Molti dicono che gli assistenti sociali, gli educatori non sono un “granchè”. Ecco, chiediamoci cos’è il “granchè”. Io credo che l’educatore sappia benissimo cos’è il “granchè”.
Quali strategie per l’educatore secondo Bergonzoni
Il tema è lo stato d’animo, cominciare a diventare, non avere solo bisogno di avere successo ma far succedere, non avere solo bisogno di essere avvenenti ma fare avvenire. Questo io lo dico con paura, anche se non l’avrei. E’ un tema spirituale, anche metafisico, non è un tema religioso. Io dico che devi cambiare certi, non mi fare dire valori, non mi far dire cultura, devi cambiare frequenza. Prima ho parlato di frequenza, per me è una questione quantistica, di onde. Se tu emani determinate onde puoi cambiare e muovere quello che vuoi. Se tu sei chiuso, sei tappato e credi che soltanto con la parola, soltanto con la politica, soltanto con il gesto, devi arrivare ad una rivelazione. Non è che questa rivelazione la debbano avere solo i geni, solo gli artisti, solo i papi, solo i grandi politici e condottieri; noi in nuce ce l’abbiamo tutti, dobbiamo puntare a quella rivelazione lì.
(intervista breve ad Alessandro Bergonzoni l' 11 marzo 2016 a Torino, per il convegno "La città del Noi" a cura di Mariarosa Di Marco, dalla trasmissione “Sig.re e sig.ri il welfare è sparito!-Radio Kairos” del 15/3/2016)

Link trasmissione: https://soundcloud.com/radiokairos/signore-e-signori-il-welfare-e-sparito-15-03-2016mp3