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mercoledì 28 dicembre 2011

RIPRENDIAMO DAL CORRIEREDIBOLOGNA, INTERVISTA ALL'ASSESSORE AI SERVIZI SOCIALI:

L'ASSESSORE AI SERVIZI SOCIALI


Volontariato, appalti e albo delle badanti
Ecco le priorità di Amelia per il 2012


La Frascaroli: «Se non riuscissi a raggiungere quelle che per me sono priorità, dovrei rivedere il mio ruolo»




Gli obiettivi per il 2012 lei li ha in testa belli chiari. E mette anche le mani avanti: «Per fare quello che vorrei a me non servono nemmeno molte risorse...». Bisognerà vedere se in giunta andrà tutto liscio. Ma a qualche giorno dalla fine di un anno nero per la crisi economica che imporrà anche nel 2012 delle scelte sofferte, l’assessore ai Servizi sociali e al Volontariato del Comune, Amelia Frascaroli, detta la sua personalissima agenda.

Frascaroli, partiamo dal fondo. Se non li dovesse portare a casa gli obiettivi che si è data, cosa succede? «Se non riuscissi a raggiungere quelle che per me sono priorità, dovrei sicuramente cercare di capire il perché e rivedere il mio ruolo come assessore. In ogni caso significherebbe che stiamo sbagliando un po’ il tiro e non stiamo capendo le priorità della gente. Io andrò in giunta e porterò al tavolo le mie proposte, poi insieme dovremo decidere in che direzione andare e cosa salvare nell’immediato. Proteggiamo i servizi o la cultura? Vedremo, l’importante è che ogni cosa sia condivisa».
Sentiamo le sue di priorità. Fermiamoci a quattro. Da cosa partirebbe?
«Voglio prima di tutto siglare in modo definitivo un patto per un welfare popolare. Cioè chiamare tutti gli attori disponibili (pubblico, privato, civile, imprese) e chiedere un contributo concreto per i servizi sociali: che ognuno si prenda un impegno e lo porti avanti, rispettando le competenze e i compiti degli altri soggetti. Il volontariato va "istituzionalizzato" e le imprese devono avere un ruolo fondamentale». Ma puntare molto sul volontariato non è rischioso? Un modo per non investire sul mondo del lavoro?
«È senz’altro un rischio, per quello ci vuole un patto, avendo ben chiaro che si può arrivare fino a un certo punto. Coinvolgere in modo forte il mondo delle imprese va in quella direzione, di salvaguardia e incremento del lavoro».


Veniamo al secondo obiettivo per il 2012.
«Non può essere che il lavoro. O continuiamo a perdere pezzi di lavoro, aumentando però a dismisura le forme di assistenza, o chiamiamo a raccolta soggetti produttivi di tutti i tipi per cercare nuove forme occupazionali. Io un progetto concreto ce l’ho già: dotare il Comune di un regolamento per inserire in tutti gli appalti le clausole sociali. A settembre vorrei si partisse. E poi voglio creare una sorta di database per le badanti, raccogliendo sotto un’unica regia tutte le esperienze che si stanno già facendo per dare una certa regolarità a quel mondo. Bisogna lavorare sulla formazione, i diritti e i doveri, l’emersione del lavoro nero, il sostegno alle famiglie per la burocrazia...Il problema di Bologna è che ha molte esperienze già aperte sul sociale, che spesso però non dialogano tra loro o con il Comune».
Ha molto bisogno di fare la «regista», si intuisce dalle sue parole. Di mettere ordine in cassetti a quanto pare già pieni...Non c’è il rischio di aprire «tavoli» che poi non si chiudono mai?

«Non è nel mio modo di lavorare. Io faccio i tavoli per decidere cose che poi si fanno: vorrei vedere i primi risultati entro l’estate. Come sul carcere, che è la mia terza priorità. Anche in quel caso i volontari sono stati lasciati soli ultimamente, ma insieme a loro e con il garante dobbiamo recuperare il tempo perso. Politicamente dobbiamo tornare a essere incisivi perché la situazione della Dozza è drammatica, ma voglio anche mettere a punto interventi per le persone che escono dal carcere, in modo che trovino lavoro».


Manca un obiettivo.
«Lo spreco alimentare. In un tempo in cui le famiglie fanno fatica a fare la spesa, vorrei che tutte le esperienze di recupero del cibo avessero un coordinamento comune, perché siano più potenti». Frascaroli, utopie o obiettivi raggiungibili?
«Raggiungibili, non ho nemmeno bisogno di risorse. Le risorse sui servizi socio-sanitari per il 2012 invece dovrebbero essere confermate. Non credo che la giunta avrà dei problemi con il percorso che mi sono prefissata».
Ma è convinta che la sussidiarietà come la intende lei è la stessa che intendono sindaco e vicesindaco?
«Io direi proprio di sì. Si tratta solo di fare le cose che stiamo già facendo, solo gestendole meglio di adesso. Nella sussidiarietà una parte aiuta l’altra, no? Alle Coop del resto davamo già in gestione certi servizi...»


Daniela Corneo
27 dicembre 2011

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