Legge
2656 (Iori) Desidero informarvi che, a fronte di alcune
preoccupazioni che mi sono pervenute, sono state apportate modifiche
al testo base per rispondere alle diverse sollecitazioni. Il testo è
ancora in discussione in commissione. In particolare ci tengo a
segnalare che, questa è la bozza di comma che ho proposto ad
integrazione delle norme transitorie: "Le disposizioni della
presente legge non sono titolo per risolvere o modificare
unilateralmente in senso sfavorevole per il prestatore rapporti di
lavoro in corso alla data di entrata di vigore della presente legge."
Abbiamo accolto con
interesse la nota suddetta dell’On. Iori, che informa della bozza
di comma da aggiungere al testo base della proposta di legge 2656.
Crediamo che sia un primo passo importante e doveroso sulla strada
del riconoscimento dei diritti e della professionalità degli
educatori, nella totalità della loro categoria. Tuttavia non è
abbastanza. La paura forte non è, dopo anni di servizio sul
territorio e di competenze spese nella costruzione e nella gestione
dei servizi, che i datori di lavoro, e parliamo principalmente del
settore del privato sociale, lascino improvvisamente senza lavoro un
numero per nulla irrilevante di educatori ed operatori del settore
educativo. Bensì il rischio fondato sta più in alto, laddove l’ente
pubblico appaltante, nella sua arbitrarietà decisionale, presenti
nei bandi di gara la richiesta di operatori che abbiano come criterio
imprescindibile quello del possesso del titolo specifico, come già
sempre più avviene. Il timore è che questo possa avvenire in
maniera totalizzante dopo l’eventuale approvazione della legge,
lasciando improvvisamente un cifra assolutamente importante di
educatori, esperti e competenti, nel rischio concreto di perdere il
proprio lavoro. Inoltre, pur nella volontà di difendere la
continuità sul servizio, la stessa problematica si presenterebbe nel
caso frequente e inevitabile del termine di un servizio in atto, nel
momento in cui l’operatore debba essere ricollocato.
Serve
qualcosa che tuteli e valorizzi i lavoratori del sociale e insieme a
loro la qualità alta dei servizi che hanno contribuito a creare e
mantenere. Serve un elemento che, in una un legge che inquadra
l’educatore all’interno di un percorso formativo definito e
unico, permetta il riconoscimento della professionalità di chi per
anni sul campo ha speso il proprio valore per il benessere sociale
alla pari di tale percorso.
Gli Educatori Uniti
contro i tagli ribadiscono ancora una volta la loro disponibilità al
dialogo e alla collaborazione, coscienti di rappresentare la voce che
sale dal basso.
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