Visualizzazioni totali

sabato 21 febbraio 2015

"IL RICONOSCIMENTO DELLA PROFESSIONALITA' DELL'EDUCATORE SENZA TITOLO". ASSEMBLEA PUBBLICA LUNEDI' 23 FEBBRAIO ORE 20, BOLOGNA.

Assemblea Pubblica

“Il riconoscimento della professionalità dell'educatore senza titolo”

Quando la nostra Regione avrà finalmente l'obiettivo etico e politico di regolarizzare il lavoro di quanti hanno investito e operato per anni nei servizi rivolti a minori e adulti – che talvolta hanno loro stessi avviato – con impegno e passione, acquisendo professionalità, esperienze sul campo e ore di formazione?
Crediamo che un percorso di regolarizzazione non solo sia possibile, ma sia l’unica opzione valida, l'unica strada da intraprendere. Un percorso di regolarizzazione che legittimi la posizione lavorativa e restituisca dignità agli “educatori senza titolo”, equiparando la loro professionalità a quella di coloro che il titolo lo hanno conseguito.

Lunedì 23 febbraio ore 20
Corte Tre, via Nicolò Dall'Arca 32-34

Assemblea organizzata dagli Educatori Uniti Contro i Tagli
Interverranno rappresentanti sindacali (Cgil, Usb e Cobas), dell’università di Bologna, delle cooperative bolognesi, consiglieri comunali e regionali.

Vi aspettiamo numerosi





martedì 10 febbraio 2015

ASSEMBLEA PUBBLICA "IL RICONOSCIMENTO DELLA PROFESSIONALITA' DELL'EDUCATORE SENZA TITOLO". BOLOGNA 23/02

ASSEMBLEA PUBBLICA "IL RICONOSCIMENTO DELLA PROFESSIONALITA'  DELL'EDUCATORE SENZA TITOLO". LUNEDI' 23 FEBBRAIO ORE 20.



lunedì 9 febbraio 2015

"L'EDUCAZIONE NON SI SVENDE, SI DIFENDE!". SOSTENIAMO LA BATTAGLIA DEI COLLEGHI E DELLE COLLEGHE COINVOLTE NELL'ENNESIMO APPALTO AL RIBASSO A BOLOGNA.

L’EDUCAZIONE NON SI SVENDE, SI DIFENDE!

           
Oggi, noi educatrici e educatori di Bologna prendiamo finalmente la parola.
Il recente episodio dell'assegnazione dei servizi socio-educativi del Comune ha suscitato l’indignazione di stampa, media, sindacati e associazioni. La coop. marchigiana Mosaico vince la gara, grazie a un ribasso economico del 11%. Questa logica del risparmio in tempi di crisi, soprattutto in settori così delicati come quello socio-educativo, ha delle conseguenze devastanti.

            Il taglio, pretendendo di mantenere invariata l'apertura dei servizi, va ad incidere sulle ore di programmazione degli operatori necessarie per riflettere, organizzare, pianificare obiettivi educativi, sviluppare reti nel territorio.
Volete che questi servizi diventino parcheggi-ghetto per bambini e adolescenti, spesso già a rischio di marginalità?

            Sono la nostra competenza e professionalità a sopperire ai colpi accusati dal settore, tenendo insieme i frammenti di un tessuto sociale sempre più disgregato. Da anni continuiamo a subire  riduzioni delle risorse ad ogni nuovo bando.
Lo strumento della gara d'appalto, così pensata, impedisce la continuità dei progetti e la programmazione degli interventi sul medio-lungo periodo.
 Il principio della concorrenza ha come unico obiettivo il taglio delle risorse, senza dare il giusto valore alla qualità del servizio.
Non sarebbe possibile emettere bandi con modalità che prendano in considerazione solo la qualità nella gestione del servizio?
Quali sono le intenzioni del Comune di Bologna nella gestione dei prossimi bandi di gara del sociale?

            Il portale web dell'Emilia Romagna cita: “La Regione riconosce i bambini, gli adolescenti e i giovani come risorsa fondamentale per lo sviluppo della comunità […] titolari e portatori di diritti di personalità e di cittadinanza che devono non solo essergli riconosciuti, ma che necessitano di contesti favorevoli per essere compiutamente attuati.” principi contraddetti dalle politiche sociali in atto.
La crisi sociale, che accompagna e potenzia la crisi economica, assume un carattere dilagante tra le fasce più vulnerabili della popolazione: il disagio, la disoccupazione giovanile, l'abbandono scolastico, la povertà sono in continuo aumento.

La logica del ribasso è dunque  la risposta del Comune?
Chiediamo una Bologna dove le ristrettezze economiche dell’amministrazione non si ripercuotano sistematicamente nel welfare, da sempre fiore all’occhiello del nostro territorio. Chiediamo una Bologna dove sociale significhi prevenzione più che urgenza, perché questa città merita di meglio.


CONTINUEREMO A MOBILITARCI PER DARE VOCE E VISIBILITÀ AL NOSTRO LAVORO E PER GARANTIRE SERVIZI ALL’ALTEZZA DEI BISOGNI DEL NOSTRO TERRITORIO.

            Lavoriamo per sviluppare le capacità di espressione, l'autonomia, il protagonismo di bambini e adolescenti e famiglie. Dobbiamo essere un esempio per loro, essere cittadini attivi e pretendere qualità.

            In virtù di tutto ciò oggi lanciamo un'assemblea cittadina permanente, estesa a tutti gli operatori socio-educativi del territorio, che lavorano in moltissimi contesti: scolastico, educativa domiciliare e di strada, comunità, diversamente abili, centri d’aggregazione, centri giovanili, cura della persona, ecc… e che vivono le nostre stesse condizioni di precarietà.



Gli educatori e le educatrici di Bologna

Link audio per approfondimento tema: https://soundcloud.com/radiokairos/signore-e-signori-il-welfare-e-sparito-03022015 



mercoledì 28 gennaio 2015

"MORTE DELLA COOPERAZIONE A BOLOGNA!"

Il Comune di Bologna ha annunciato da qualche giorno il vincitore del seguente bando dal titolo:
“GESTIONE DI INTERVENTI SOCIO-EDUCATIVI A FAVORE DI BAMBINI, PREADOLESCENTI E ADOLESCENTI NEI QUARTIERI NAVILE, SAN DONATO, SAN VITALE, PORTO, SARAGOZZA E SAVENA PER IL PERIODO FEBBRAIO 2015 - AGOSTO 2016”.
Questo è stato il primo bando proposto dal Comune di Bologna, a base europea e quindi aperto a tutti. Prima d’ora i bandi venivano emessi dai singoli quartieri, in cui lavoravano diverse cooperative. Per partecipare a questo bando si è creato un ATI (Associazione Temporanea d'Impresa) formato dalle cooperative che già gestivano i progetti: Dolce, Arci, OpenGroup (Voli, Coopas, La Rupe, Radio Città del Capo), Il Pettirosso, Csapsa e La Carovana. 
L'ATI in questione ha perso, pur presentando un ribasso economico del 6%, e ha vinto invece una piccola cooperativa di Fabriano, un paese in provincia di Ancona, che ha proposto un ribasso di quasi il doppio (11%), per compensare a un punteggio inferiore nella valutazione di qualità. Quindi dal primo febbraio tale cooperativa marchigiana verrà a gestire i servizi socio educativi del tempo di Bologna (centri socio-educativi, centri giovanili, educative di strada).
Rimane probabile che i lavoratori che fino ad oggi hanno lavorato in questi servizi vengano assunti dalla vincitrice, ma certo per ora non si sa a quali condizioni, visto il taglio cospicuo. A parte il dover rispettare una legge che obbliga alla continuità del posto di lavoro di almeno l'80% dei lavoratori già presenti sui servizi, il Mosaico non possiede chiaramente alcuna conoscenza del territorio, delle istituzioni, degli enti presenti e della rete creata negli anni.

Molte cooperative dell’ATI sembrano intenzionate a fare un ricorso e provare così ad annullare l'aggiudicazione di un bando di gara che proprio non convince.
Ma a dire il vero, il sistema è malato da anni. Si assiste ormai da tempo, anno per anno, semestre per semestre, a piccoli tagli ai fondi destinati al welfare. Ritagli quasi mai di entità importante, in modo da non creare scalpore, ma lievi “aggiustamenti”, fatti in nome di un momento storico di crisi economica e di un risanamento degli sprechi delle precedenti giunte. Tagli che, sommati insieme, hanno portato alla situazione drammatica dei servizi alla persona a cui assistiamo oggi.
Non c'è spazio per il ricorso, perché la cooperativa Mosaico ha semplicemente presentato una proposta di spesa abbondantemente più bassa, in una gara d’appalto in cui l’elemento al quale veniva dato maggior peso non era la qualità del servizio, ma il ribasso economico. Il problema era nel bando stesso e nel sistema politico-sociale che lo ha generato.
Coloro che ne pagano direttamente le conseguenze, anche in questo caso come sempre, sono i cittadini, ovvero tutti coloro che usufruiscono dei servizi, e gli operatori sociali. Nessuno infatti ha informato la cittadinanza e i lavoratori di ciò che stava e sta accadendo, né tantomeno del ribasso dei costi di spesa presentati, 6% per l’ATi bolognese e 11% per la cooperativa di Fabriano.
Ancora una volta gli operatori si trovano a vivere sulla loro pelle, pagandone a proprio prezzo le conseguenze, le scelte inaccettabili e scellerate delle istituzioni, delle municipalità e di tutti gli altri enti che dovrebbero usufruire della loro professionalità e offrire loro un lavoro e non una nuova sorta di schiavitù retribuita. Ancora una volta i cittadini, gli utenti dei servizi, le famiglie – sulla cui necessità di valorizzazione e difesa tanto si parla senza mai riuscire a prendere una scelta che davvero vada in quella direzione – si ritrovano tra le mani le ceneri di servizi alla persona, che in passato avevano fatto grande il nome di questa città.
I grande sistema cooperativo di Bologna è morto. Tra le mani ci rimane giusto qualche osso spolpato.

Crediamo che contro tutto questo, contro il degrado totale del Welfare, contro l’annullamento di qualsiasi ricerca di qualità, contro la trasformazione dei centri educativi in parcheggi pomeridiani, degli interventi come semplice numero nelle rendicontazioni, contro l’impoverimento totale degli strumenti di lavoro a scuola, abbiamo ancora la possibilità e il dovere di alzare la voce. Quella di noi operatori sociali si unisca a quella di chiunque abbia a cuore il futuro dei servizi alla persona, della società intera e il proprio futuro e quello dei propri figli.

Educatori Uniti Contro i Tagli




venerdì 19 dicembre 2014

Consiglieri Regionali Emilia Romagna, Università, Lega delle Cooperative.: Regolarizzare gli "Educatori Senza Titolo" con una sanatoria.

Consiglieri Regionali Emilia Romagna, Università, Lega delle Cooperative.: Regolarizzare gli "Educatori Senza Titolo" con una sanatoria.



L'Emilia Romagna è sempre stata una regione famosa per il suo sviluppato settore sociale, formato da una rete di enti pubblici, Asl, Asp e un Terzo Settore che, nella sua ricchezza e complessità, è uno degli attori principali nella gestione e nella erogazione dei servizi socio-assistenziali rivolti al cittadino.
Questa fama, in tutti questi anni, si è costruita anche sul lavoro appassionato, efficace e  costante degli operatori sul territorio, a stretto contatto con le persone, indipendentemente dall’età, dal genere, dalla condizione fisica, socio-economica, dalle credenze culturali e religiose. Educatori che sono lì da anni, in carne ed ossa, a infilarsi tra le maglie del tessuto sociale, creando relazioni, sostenendo le parti più fragili a rischio di sgretolamento. Professionisti che hanno imparato, sulla loro pelle a affrontare le situazioni più nascoste e più complesse della nostra società.
Tra questi educatori, molti, con esperienza spesso pluridecennale e con lunghe formazioni teoriche, in aula e sul campo, sono definiti “senza titolo”, ovvero senza la laurea universitaria specifica, che solo da pochi anni è divenuta obbligo di legge ed è richiesta come elemento vincolante nella ormai grande maggioranza dei bandi di appalto.

Quando la nostra Regione avrà finalmente l'obiettivo etico e politico di regolarizzare anche il lavoro di quanti hanno investito e lavorato per anni nei servizi rivolti a minori e adulti – che talvolta hanno loro stessi avviato – con impegno e passione, acquisendo professionalità e competenze sul campo e nelle ore di formazione?

Il rischio grave è che gli “educatori senza titolo”, la loro professionalità e i risultati da loro raggiunti negli anni di lavoro vengano considerati residuali o non considerati per nulla e quindi appieno svalutati.
C'è da chiedersi su cosa costruiremo il futuro dei servizi se non diamo valore o, al contrario, buttiamo via il patrimonio esperienziale di chi questi servizi ha contribuito a costruirli e a farli crescere?

Crediamo che una sanatoria non solo sia possibile, ma sia l’unica opzione valida, l'unica strada da intraprendere. Una sanatoria che regolarizzi la situazione lavorativa degli “educatori senza titolo” che da anni lavorano sul territorio ed equipari la loro professionalità, costruita sul campo e in ore di formazione, a quella di coloro che il titolo lo hanno conseguito.

Una sanatoria, l'ultima, che regolarizzi situazioni instabili, che valorizzi il lavoro svolto, che tuteli la storia di molti servizi attivi sul territorio, che permetta alle nuove generazioni col titolo, formate in un momento storico che vede mutate le condizioni lavorative e occupazionali, di poter avere una base su cui poggiarsi e da cui attingere nel loro percorso di crescita umana e professionale.

Chiediamo alla Regione Emilia Romagna, all'Università e alle stesse Cooperative di coordinarsi per creare un percorso di riqualificazione, così come è già avvenuto nel 1997 col corso APRIS, che ha permesso il rilascio di attestati regionali di qualifica professionale.

Chiediamo la regolarizzazione di una professionalità e di un lavoro sul territorio che già esistono e che rivestono – soprattutto in tempi culturali, economici e sociali delicati come questo – un’importanza enorme e primaria, per continuare a lavorare positivamente insieme, contribuendo attivamente allo sviluppo della società in cui viviamo.


Link: https://secure.avaaz.org/it/petition/Consiglieri_Regionali_Emilia_Romagna_Universita_Lega_delle_Cooperative_Regolarizzare_gli_Educatori_Senza_Titolo_con_una_/?nFsmdfb


Link trasmissione radio per approfondimento: https://soundcloud.com/radiokairos/20150120-signore-e-signori-il-welfare-e-sparito


Educatori Uniti

SABATO 20 DICEMBRE "FESTA DELL'ORGOGLIO EDUCATIVO - NO CUT PARTY" AL TPO.

Vi apettiamo alla "Festa dell'orgoglio educativo - No cut party", sabato 20 dicembre al TPO in via Casarini a Bologna.

Dalle 20: Aperitivo 

20:30 Intervista a Marco Martucci con presentazione libro "Prima di morire"

22:30 Live: Banda Roncati, Minigonna Electro Funky, Nilza Costa, Reincanto Band (Andrea Gianessi + Frankspara) ed Etnia Supersantos

A seguire Dj Set con Dj Rox (Etno, Ska, Reggae e Rock)

Ingresso 3 euro

Non puoi mancare


mercoledì 10 dicembre 2014

AVVISO: PROBLEMI CON LA NOSTRA PAGINA FACEBOOK

Vi informiamo che per motivi decisi da facebook, la nostra pagina "educatori contro i tagli non è presente sul social network e di conseguenza anche il nostro evento "Festa dell'orgoglio educativo". Stiamo provvedendo a ripristinare la nostra pagina, cercando di mantenere nome, contenuti ed informazioni. Ci scusiamo dell'inconveniente con i nostri amici e contatti. Speriamo di poter tornare ad essere visibili e comunicare con voi nel più breve tempo possibile.

Gli Educatori Contro i Tagli ci sono e continueranno ad informarvi e lottare insieme a voi.