L’EDUCAZIONE NON SI SVENDE, SI DIFENDE!
Oggi,
noi educatrici e educatori di Bologna prendiamo finalmente la parola.
Il
recente episodio dell'assegnazione dei servizi socio-educativi del Comune ha
suscitato l’indignazione di stampa, media, sindacati e associazioni. La coop.
marchigiana Mosaico vince la gara, grazie a un ribasso economico del 11%. Questa
logica del risparmio in tempi di crisi, soprattutto in settori così delicati
come quello socio-educativo, ha delle conseguenze devastanti.
Il taglio, pretendendo di mantenere
invariata l'apertura dei servizi, va ad incidere sulle ore di programmazione
degli operatori necessarie per riflettere, organizzare, pianificare obiettivi
educativi, sviluppare reti nel territorio.
Volete che questi servizi diventino
parcheggi-ghetto per bambini e adolescenti, spesso già a rischio di
marginalità?
Sono la nostra competenza e
professionalità a sopperire ai colpi accusati dal settore, tenendo insieme i
frammenti di un tessuto sociale sempre più disgregato. Da anni continuiamo a
subire riduzioni delle risorse ad ogni
nuovo bando.
Lo
strumento della gara d'appalto, così pensata, impedisce la continuità dei
progetti e la programmazione degli interventi sul medio-lungo periodo.
Il principio della concorrenza ha come unico
obiettivo il taglio delle risorse, senza dare il giusto valore alla qualità del
servizio.
Non sarebbe possibile emettere bandi
con modalità che prendano in considerazione solo la qualità nella gestione del
servizio?
Quali sono le intenzioni del Comune di
Bologna nella gestione dei prossimi bandi di gara del sociale?
Il portale web dell'Emilia Romagna
cita: “La Regione
riconosce i bambini, gli adolescenti e i giovani come risorsa fondamentale per
lo sviluppo della comunità […] titolari e portatori di diritti di personalità e
di cittadinanza che devono non solo essergli riconosciuti, ma che necessitano
di contesti favorevoli per essere compiutamente attuati.” principi
contraddetti dalle politiche sociali in atto.
La
crisi sociale, che accompagna e potenzia la crisi economica, assume un
carattere dilagante tra le fasce più vulnerabili della popolazione: il disagio,
la disoccupazione giovanile, l'abbandono scolastico, la povertà sono in
continuo aumento.
La
logica del ribasso è dunque la risposta
del Comune?
Chiediamo
una Bologna dove le ristrettezze economiche dell’amministrazione non si
ripercuotano sistematicamente nel welfare, da sempre fiore all’occhiello del
nostro territorio. Chiediamo una Bologna dove sociale significhi prevenzione
più che urgenza, perché questa città merita di meglio.
CONTINUEREMO
A MOBILITARCI PER DARE VOCE E VISIBILITÀ AL NOSTRO LAVORO E PER GARANTIRE
SERVIZI ALL’ALTEZZA DEI BISOGNI DEL NOSTRO TERRITORIO.
Lavoriamo per sviluppare le capacità
di espressione, l'autonomia, il protagonismo di bambini e adolescenti e
famiglie. Dobbiamo essere un esempio per loro, essere cittadini attivi e pretendere qualità.
In virtù di tutto ciò oggi lanciamo
un'assemblea cittadina permanente, estesa a tutti gli operatori socio-educativi
del territorio, che lavorano in moltissimi contesti: scolastico, educativa
domiciliare e di strada, comunità, diversamente abili, centri d’aggregazione,
centri giovanili, cura della persona, ecc… e che vivono le nostre stesse
condizioni di precarietà.
Gli educatori e le educatrici di Bologna
Link audio per approfondimento tema: https://soundcloud.com/radiokairos/signore-e-signori-il-welfare-e-sparito-03022015
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