TEMPI MODERNI
Assistiamo increduli all’ondata
di misure restrittive della libertà personale che stanno colpendo in queste ore
alcuni amici e compagni del TPO, del Labas e di altri spazi di attività politico-sociale
in città. Accanto alla nostra più estesa e calorosa solidarietà, umana e
politica, vorremmo unire anche la nostra voce, quella di chi si batte contro la
chiusura e lo svilimento dei servizi alla persona in atto un po’ ovunque, a
quella di chi, nel pensiero e nella pratica quotidiana, non si arrende all’idea
del modello unico dominante e al suo bel modello di società escludente.
Ci pare inoltre necessario
esprimere la nostra preoccupazione per il pericolo evidente, basta leggersi gli
articoli di stamane sul principale quotidiano locale, che si voglia azzerare la
convenzione comunale ad uno dei pochi spazio liberi di confronto politico e
culturale rimasti in città, luogo di incontro e d’accoglienza per le istanze
del territorio, non ultime le nostre. Lo sappiamo, nel mirino c’è un modello
politico di pratica del dissenso e di alternatività. Dunque anche noi.
Non vorremmo che avanti di questo
passo si arrivasse alla criminalizzazione, non solo della pratica delle idee,
ma del semplice fatto di avercela, qualche idea.
Educatori Uniti Contro i Tagli
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