In
questi anni varie regioni, tra cui Veneto, Liguria, Lombardia e la
stessa Emilia-Romagna, hanno emanato delibere per il riconoscimento
di titoli in ambito sanitario.
Chi
ha lavorato per anni ma senza avere un titolo come educatore
sanitario, logopedista, fisioterapista, terapista della neuro e
psicomotricità dell’età evolutiva, tecnico della riabilitazione
psichiatrica e altro, ha potuto finalmente regolarizzare la propria
posizione lavorativa.
Ora
viene da chiedersi: e
gli educatori?
quanto
devono aspettare per essere regolarizzati?
Quando
la nostra regione avrà finalmente l'obiettivo etico e politico di
regolarizzare anche il lavoro di quanti, per anni, con impegno e
passione, acquisendo professionalità e competenze sul campo e nelle
ore di formazione spesso cercate e frequentate autonomamente, hanno
avviato, investito e lavorato nei servizi rivolti a minori e adulti?
Il
rischio grave è che gli educatori senza titolo, la loro
professionalità, e i risultati raggiunti negli anni di lavoro siano
considerati residuali o non considerati per nulla e quindi finiscano
nella più piena svalutazione. Tutto questo nel silenzio della
politica e dei sindacati.
C'è
da chiedersi: su cosa costruiremo il futuro dei servizi se non diamo
valore o, al contrario, buttiamo via il patrimonio esperienziale di
chi da anni questi servizi ha contribuito a costruirli e farli
crescere?
Crediamo
che una sanatoria non solo sia possibile, ma sia l’unica opzione
valida, la strada da intraprendere.
Una
sanatoria, l'ultima, che regolarizzi situazioni instabili, che
valorizzi il lavoro svolto, che tuteli la storia di molti servizi
attivi sul territorio, che permetta alle nuove generazioni col
titolo, formate in un momento storico che vede mutate le condizioni
lavorative e occupazionali, di poter avere una base su cui poggiarsi
e da cui attingere nel loro percorso di crescita umana e
professionale.
Dobbiamo
crederci tutti insieme.
Educatori uniti contro i tagli
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