SERVIZI
SOCIALMENTE INUTILI ?
La recente intervista che la Dott.ssa Scoccati ,
Direttrice Responsabile di ASCInsieme,
ha concesso al programma radio “Signori e signore il welfare è sparito!”, contiene almeno un paio di spunti rilevanti che
meritano qualche ulteriore considerazione. Il primo è la dichiarazione che, a
fronte di un taglio lineare che fonti sindacali e interne alle cooperative
quantificano intorno al 13%, la reale riduzione, trasversale ai tre lotti della
gara d’appalto (rispetto all’ultima gara, non al momento in cui ASC ha rilevato i servizi dalla gestione
precedente, è bene qui ricordarlo) sarebbe del 3,7%. La Responsabile di ASC ha pure aggiunto che trattasi di
riduzione del fatturato, il numero delle ore educative (e dunque dei posti di
lavoro) che verranno a mancare potrà essere dedotto solo dalle cooperative
coinvolte. Ci pare evidente che qualcosa non torni. Le cooperative che operano
sul territorio del distretto lamentano pubblicamente la persistente diminuzione
dell’impegno orario dei propri dipendenti praticamente su tutti i servizi: la
fatica che si vive all’interno delle organizzazioni cooperative per un sempre
più impraticabile ricollocamento del personale appare in palese dissintonia con
un dato come quello del 3,7%.
Ora, pur sapendo bene che come diceva un noto
economista i numeri sotto tortura alla fine finiscono sempre per confessare, a
noi che non siamo sociologi e tanto meno esperti in statistica, a noi che i
tagli li sentiamo belli e profondi sulla nostra pelle e non in percentuali
scritte su documenti che il più delle volte finiscono nei cestini ancora prima
di essere smentiti, ebbene, ci si perdoni ma a noi non sembra che un educatore
al posto di due (centro socio-educativo di Savigno) non sia un taglio, che la
chiusura di un centro socio-educativo (Casalecchio) non sia un taglio, che la
sostanziale scomparsa delle ore di programmazione nello scolastico (sono stati
“salvati” 17 minuti alla settimana!) non sia un taglio. E poi non ci sono solo
le ore perse per i lavoratori, la conseguenza di queste politiche è
l’inevitabile, ancorché disconosciuto dalla responsabile ASC, svilimento qualitativo dei servizi in favore della
cittadinanza che più ne ha bisogno. Parliamo da tecnici ora: esiste una soglia
di intensità oraria e di personale sotto la quale un servizio non ha più senso
di esistere se non come grottesca ostentazione di “un fare” che non comporta
l’approdo a nessun processo evolutivo possibile, che non ha cioè nulla di
sensatamente educativo. In sostanza, una figurina da esibire in qualche
convegno o in qualche tavolo di trattativa.
La seconda cosa di rilievo emersa
dall’intervista è il tentativo di legittimare la riduzione degli interventi
richiamando il tema consueto di una generica “riorganizzazione dei servizi”, in
particolare quelli in favore dei minori in condizione di svantaggio
socio-culturale. La responsabile di ASC fa riferimento in particolare
all’esperienza di Savigno, ma il giochetto di sostituire la locuzione
“prevenzione del disagio” con quella apparentemente più spavalda di “promozione
dell’agio” l’abbiamo, ahinoi, ampiamente visto e sperimentato a Bologna.
Chiedete ad uno qualsiasi degli operatori degli Anni Verdi bolognesi com’è andata a finire. Siamo tutti per
l’integrazione tra agio e disagio, ci mancherebbe, ma il lavoro dell’educatore
ha a che fare con i processi di integrazione, non appartiene alla sfera del
magico e dell’improvvisato, ma a quella delle scienze umane. I ragazzi che
hanno problemi di relazione e di socializzazione si inseriscono all’interno dei
normali centri di aggregazione giovanile solo dotandoli degli strumenti
necessari per farlo, altrimenti rimangono esclusi dentro il gruppo, sai che
successo pedagogico! Ingigantire il loro senso di inadeguatezza e poi chiamare
questa roba integrazione. Ecco cosa fanno gli educatori, esattamente il
contrario: danno a questi ragazzi quegli strumenti e li insegnano ad usare,
combattono discriminazioni e sofferenze relazionali, li aiutano a diventare
adulti responsabili provando a toglierli dai parcheggi esistenziali in cui
vengono regolarmente ricacciati. Per farli giocare a pallone basta e avanza il
pur meritorio lavoro di un oratorio sufficientemente sensibile alle
diseguaglianze sociali.
E comunque a noi resta il sospetto, la Dott.ssa Scoccati
non ce l’ha levato, che le politiche sociali ormai siano in mano agli
“sforbiciatori” delle ragionerie pubbliche e non alle visioni progettuali che
la politica, per potersi almeno definire tale, dovrebbe sempre avere. A maggior
ragione in tempi di crisi economica.
Questi sono i motivi che ci inducono a guardare
con grande attenzione al tavolo di trattativa che si riunirà il 21 Ottobre e
che vedrà coinvolti, insieme alle rappresentanze sindacali, i politici dei
comuni del territorio, l’amministrazione di ASC e i referenti delle cooperative
interessate. In particolare, chiediamo ai rappresentanti dei sindacati di
respingere al mittente le eventuali, usuali e lacrimose spiegazioni
sull’inevitabilità del ridimensionamento dei budget a disposizione dei
servizi e nel caso, di promuovere forme di lotta appropriate.
Comunque vada a finire, per il dopo noi ci
siamo.
Educatori contro i tagli
Per approfondimenti:
Link audio:
intervista Dott.ssa E. Scoccati (Direttore generale ASC Insieme) dalla
trasmissione “Signore e signori il welfare è sparito!” https://soundcloud.com/radiokairos/intervista-dott-ssa-e
Link audio:
intervista Giorgia G. (Educatrice distretto ASC Insieme) dalla trasmissione
“Signore e signori il welfare è sparito!” https://soundcloud.com/radiokairos/intervista-lavoratrice-asc
Link audio:
intervista Salvatore D.C. (Educatore distretto ASC Insieme) dalla trasmissione
“Signore e signori il welfare è sparito!” https://soundcloud.com/radiokairos/intervista-a-salvatore
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